Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Toscana
Ciaffagnone mancianese, Ciaffagnone maremmano, Ciaffagnone
La migliaccia di Pitigliano o il Ciaffagnone di Manciano è una fritella sottile, equivalente ad una crèpe, con diametro di circa 20 cm e colore giallo pallido. La sua principale e apprezzata caratteristica è la sottigliezza.
La ricetta prevede la realizzazione di un impasto equilibrato di uova, farina ed acqua: per ogni uovo, un cucchiaio o pugno di farina e un bicchiere di acqua. Si sbattono le uova aggiungendovi la farina, un po’ d’acqua tiepida, un pizzico di sale (un pizzico di cannella per la Migliaccia); una volta amalgamato il tutto, si lascia riposare l’impasto, abbastanza liquido, per circa 2 ore. Per la cottura è consigliabile l’utilizzo di una padella antiaderente, unta con un tocchettino di lardo o di strutto.
Nella padella, servendosi di un apposito ramaiolo, si versa la giusta dose d’impasto liquido, facendo attenzione, con opportuni movimenti della mano che tiene la padella, che il liquido ne occupi progressivamente il fondo. In pochi secondi la massa si rapprende e può essere girata per consentire la cottura dell’altra parte. Tale operazione viene effettuata con un movimento veloce della mano, facendo saltare il contenuto dopo averlo fatto girare su se stesso. Via via che le frittelle sono cotte si pongono le une sulle altre a formare una pila. La tradizione prevede che il Ciaffagnone sia condito esclusivamente con pecorino stagionato grattugiato mentre la migliaccia viene cosparsa di zucchero, oppure di formaggio pecorino grattugiato o ricotta e poi avvolta su stessa.
Tradizionalità
La migliaccia di Pitigliano e il ciaffagnone di Manciano sono prodotti della tradizione contadina: veniva offerta, insieme ad altri prodotti da forno della zona, in occasione dei matrimoni. Ancora sono diffusi nell’area maremmana e la ricetta ed il consumo sono tramandati di generazione in generazione.
Produzione: Questo prodotto non si colloca in una rete commerciale e distributiva; è un prodotto fortemente legato alla tradizione e alla storia del territorio grossetano, la sua realizzazione è esclusivamente artigianale e fondamentalmente destinato all’autoconsumo, salvo nei casi di feste paesane in cui sono preparati dalle anziane del luogo, ma si tratta senza dubbio di casi isolati e non determinano una stima produttiva riferibile alla commercializzazione del prodotto.
Territorio di produzione
Comuni di Pitigliano e Manciano, provincia di Grosseto.
Bottarga di cefalo di Orbetello PAT Toscana
Sono stati i fenici per primi a salare e stagionare le sacche cariche di uova dei muggini. Gli arabi, con il nome battarikh (uova di pesce salate), diffusero il prodotto in tutto il Mediterraneo. La bottarga viene prodotta nella laguna di Orbetello da 600 anni. Già nel periodo dei Comuni si hanno tracce di “buttagre”…
Pesca maglia rosa PAT Toscana
Di origine non accertata, probabilmente deriva da un seme della cultivar “J.H. Hale”; individuata dai fratelli Geminiani di Piangipane (Ravenna), è stata diffusa commercialmente dopo il 1940. Questa pesca veniva associata tradizionalmente al periodo della mietitura. Prima che avvenisse il miglioramento genetico del grano, a partire dal secondo dopoguerra, la mietitura cadeva intorno a fine…
Noce aretina PAT Toscana
La noce aretina è molto gustosa, ricca di lipidi, ferro e altri sali minerali. La raccolta è effettuata in parte a mano e in parte per mezzo di apposite macchine. Le noci vengono portate nei locali di lavorazione per liberarle dei malli e disidratarle negli essiccatoi. Successivamente vengono depositate in appositi locali per la conservazione.