Vedi anche sugli incentivi fonti energetiche rinnovabili MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DECRETO 4 luglio 2019
In ambito internazionale si è ritenuto di classificare come minieolico, per ragioni pratiche e di omogeneità, gli aerogeneratori sino a 100 kW di potenza, anche se formalmente secondo la normativa IEC 61400-2 (Design requirements for small wind turbines) fanno parte di questa categoria le macchine con area spazzata uguale o minore di 200 m2, corrispondente a un diametro del rotore di poco inferiore a 16 m e pari a una potenza generalmente minore di 50-60 kW, in funzione della velocità nominale alla quale l’aerogeneratore eroga la sua potenza di targa.
A livello mondiale, alla fine del 2015, sulla base di valutazioni istituzionali e dei dati pubblicati dall’industria, erano installati piccoli aerogeneratori sino a 100 kW di potenza per un valore complessivo approssimativo di 1,3 GW.
La Cina, vanta il numero più elevato e la maggiore potenza cumulata, che a dicembre 2014 corrispondeva circa a 800 MW, seguita dagli Stati Uniti, dove alla fine 2015, erano installati 144 MW e poi dal Regno Unito con 127,4 MW.
In Italia, il minieolico, inteso sino a 200 kW di potenza, soglia sino alla quale era erogata nel decreto precedente del 2012 la tariffa onnicomprensiva, si è molto sviluppato negli ultimi sei anni con una potenza cumulata alla fine del primo semestre 2018, secondo il bollettino semestrale del GSE, pari a 131 MW dove gli impianti che hanno richiesto l’accesso diretto agli incentivi risultano la grande maggioranza con una potenza in esercizio di 124 MW.
Il maggior contributo al raggiungimento di questa potenza è ascrivibile alle macchine da 60 kW, non tanto per una ragione tecnologica o commerciale, ma per il fatto che la taglia di 60 kW rappresenta il limite superiore di potenza a cui gli impianti possono usufruire della semplificazione burocratica, ovvero ottenere l’autorizzazione a costruiire l’impianto con la presentazione al Comune della Procedura Abilitativa Semplificata (PAS).
In Italia, con il decreto legislativo del 23 giugno 2016, le tariffe incentivanti per gli aerogeneratori sono state ridotte, rispetto al decreto del 2012, ai seguenti valori:
- da 1 kW a 20 kW = 250 €/MWh;
- da 20 kW a 60 kW = 190 €/MWh;
- da 60 kW a 200 kW a 160 €/MWh.
Riduzioni anche più severe si sono avute in Cina, negli USA e nel Regno Unito.
Ovviamente, il ruolo del sistema incentivante è assolutamente primario nell’orientamento del mercato, determinandone, a seconda dell’entità delle misure, uno sviluppo consistente o una marcata riduzione del tasso di crescita.
Un altro fattore, decisivo per l’evoluzione commerciale del settore, con la conquista di un ruolo non più marginale nel settore energetico, soprattutto in chiave strategica e sociale, e con un fattivo contributo alla generazione e consumo dell’energia in ambito distribuito, è rappresentato dall’innovazione tecnologica di cui il minieolico ha giovato in quest’ultimo periodo.
Infatti, le macchine attuali, si avvalgono per buona parte di componenti e dispositivi che hanno decretato il successo dell’eolico maggiore, con risultati importanti in termini di affidabilità e prestazioni.
A questo proposito è bene ricordare che nel Wind Implementing Agreement dell’IEA (International Energy Agency) è presente il Task 27 “Consumer Labelling of Small Wind Turbines”, con lo scopo di sviluppare standard internazionali per quanto riguarda la qualità e le prestazioni delle macchine di piccola taglia.
Una proiezione per il futuro, sino al 2020, secondo la WWEA (World Wind Energy Association), condivisa da altri istituti e associazioni, contempla una crescita annua del settore di circa 300 MW, valore che in caso di conferma, evidenzierebbe un’evoluzione di mercato incoraggiante per tutti gli operatori.
L’ANEV, tramite la valutazione dei dati anemometrici disponibili sul territorio nazionale, stima un potenziale energetico del minieolico pari a circa 1,5 – 2 TWh/anno, corrispondente a una potenza installata di circa 1.000 MW, raggiungibile soprattutto attraverso una semplificazione effettiva dei processi autorizzativi, perseguendo un’economicità nella fase precedente all’installazione (anemometria) e con uno sviluppo tecnologico caratterizzato da una spiccata versatilità che ne consenta la diffusione anche nei contesti più disparati.
L’energia fornita dai generatori eolici è direttaemnte proporzionale alla loro grandezza e naturalmente alla forza del vento che li investe.
Possiamo trovare indicazioni su direzione ed intensità dei venti in appositi atlanti esistenti con descritto la presenza del vento e della sua intensità sul territorio nazionale
Le pale eoliche trasformano l’energia cinetica del vento in un movimento rotatorio trasmesso ad un alternatore costituito da due dischi di metallo in cui sono presenti dei magneti; nel mezzo troviamo lo statore che ospita delle bobine di filo di rame. Il movimento dei magneti rispetto alle bobine induce una forza elettromotrice nelle bobine. Di seguito attraverso un raddrizzatore si trasforma, mediante cavi collegati ai capi delle bobine, la corrente alternata in arrivo in corrente continua.
Il raddrizzatore ha anche la funzione di controllo della turbina – frenandola o bloccandola quando si verificano situazioni critiche.
L’energia prodotta si può utilizzare in due modi:
o immetterla nella rete Enel mediante un inverter che trasforma nuovamente la corrente continua in corrente alternata oppure usarla in un cosiddetto impianto a isola, ovvero in una rete elettrica isolata – per ricaricare batterie oppure in zone isolate in cui non sarebbe possibile l’allacciamento alla rete.
Generatori minieolici da 1 kilowattora in una zona dove il vento soffia a 5 m/sec ovvero a 20km/h possono produrre circa 1000 kWh l’anno, all’incirca la metà del fabbisogno medio di una famiglia di quattro persone. Fabbisogno domestico che potrebbe essere completamente soddisfatto con una pala da 3 kWh.
Una pala di 3 kW può costare tra i 13.000 e 15.000 euro, chiavi in mano L’investimento si ammortizza mediamente in 8 anni.Si può scendere a nche a 5 anni, tutto dipenderà dalla forza del vento
Il minieolico è incentivato con una tariffa superiore a quella del fotovoltaico.
Ai produttori con impianti fotovoltaici fino a 100 kW su edifici è attribuito un premio di 10 euro a MWh sulla quota di produzione netta consumata in sito, a condizione che l’energia autoconsumata su base annua sia superiore al 40% della produzione netta dell’impianto. Il premio è cumulabile con quello di 12 euro a MWh su tutta l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici che sostituiscono coperture in amianto.
Fonte @anev.org