Mirinello di Torremaggiore PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia

Liquore ottenuto esclusivamente dalla macerazione in sostanza idroalcolica, delle bacche della antica e tipica cultivar arbustiva propagatasi solo in agro di Torremaggiore, secondo una antica ricetta. si continua a produrre lo stesso liquore dal profumo ampio e dal gusto raffinato.

SUGGERIMENTI ED ABBINAMENTI

Gustato liscio o accompagnato a del cioccolato fondente, infonde forza e profumo sino ad un persistente finale caldo e dolce. Se servito ghiacciato le caratteristiche della drupa donano al palato delicate note di cacao. In alternativa può esser miscelato ad altri distillati per ottenere fantastici ed esclusivi cocktail.

Tipica varietà di ciliegio selvatico che cresce e viene coltivato in queste zone rimaste inalterate nel corso dei secoli grazie al clima mediterraneo dell’Alto Tavoliere favorisce la crescita di questa drupa e che conferiscono e donano al Mirinello elevate proprietà digestive unite ad un inconfondibile aroma.

Per Plinio il Vecchio, la coltivazione occidentale di tali piante risaliva, al massimo, ad una cinquantina d’anni prima dell’avvento di Cristo. Plinio il Giovane, successivamente, individuò ben otto qualità di ciliegie: le aproniane, dal nome di Apronius gaudente epulone celebre in Roma; le ceciliane; le juniane o julianee; le duracine o pliniane; le lusitaniche; le laurine; le luteziane e le macedoniche. Sotto il termine comune di “ciliegio” vengono comprese tre specie: Prunus aviurn L. (ciliegio montano o selvatico, duracina, durone); Prunus cerasus L. (visciola, amarena, amarasca, marasca); Prunus mahaleb L. (megaleppo o ciliegio di S. Lucia).

Marmellata di fichi PAT

La marmellata di fichi, una deliziosa conserva che si prepara a fine agosto quando i frutti sono dolci e maturi. Un frutto estivo che in questo periodo viene trasformato in una dolce confettura. La marmellata di fichi è perfetta per la farcitura di crostate, da spalmare su una fetta di pane o da gustare insieme…

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Fave fresche PAT

La varietà Iambola è conosciuta nel territorio barese sin dal secolo scorso, come testimoniato da Giovanni Cozzolongo nel libro “La fava” del 1899. L’autore indica questa varietà come la fava da orto, poiché si distingue dalle altre varietà per le notevoli dimensioni di baccelli e semi, rendendola preferibile per il consumo come ortaggio fresco. La…

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Fava novella di Zollino PAT

I semi della fava di Zollino, Vicia faba var. major Harz., hanno un aspetto schiacciato, leggermente più grosso rispetto alle fave ottenute da cultivar commerciali. Il baccello non ha più di 5 semi che sono cottoi. La ‘Cuccìa’, termine con il quale viene indicata la fava di Zollino, è oggi a rischio di estinzione.

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