Il sito è composto da otto complessi di edifici religiosi e laici, all’interno della storica città murata di Padova, che ospitano una selezione di cicli di affreschi dipinti tra il 1302 e il 1397 da artisti diversi per diversi tipi di committente e all’interno di edifici con funzioni diverse.
Tuttavia, gli affreschi mantengono un’unità di stile e contenuto. Includono il ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni di Giotto, considerato l’inizio di uno sviluppo rivoluzionario nella storia della pittura murale, così come altri cicli di affreschi di diversi artisti, vale a dire Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona.
Come gruppo, questi cicli di affreschi illustrano come, nel corso di un secolo, l’arte dell’affresco si è sviluppata seguendo un nuovo slancio creativo e comprensione della rappresentazione spaziale.
“I cicli affrescati padovani illustrano l’importante scambio di idee che esisteva tra i protagonisti del mondo della scienza, della letteratura e delle arti visive nel clima preumanista di Padova all’inizio del XIV secolo. Gli artisti hanno mostrato grande abilità nel dare forma visiva a queste idee e le loro capacità tecniche hanno permesso ai cicli affrescati padovani non solo di diventare un modello per gli altri, ma anche di dimostrarsi notevolmente resistenti al passare del tempo. Il gruppo di artisti in cerca di innovazione, riuniti a Padova, favorì allo stesso tempo uno scambio di idee e un know-how che portò a un nuovo stile nell’affresco. Questo nuovo stile non solo influenzò Padova per tutto il XIV secolo, ma costituì la base ispiratrice per secoli di lavori di affresco nel Rinascimento italiano e oltre. Con questa vera e propria rinascita di una tecnica pittorica antica, Padova ha fornito un nuovo modo di vedere e rappresentare il mondo, annunciando l’avvento della prospettiva rinascimentale. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell’arte, producendo un irreversibile cambio di direzione”.
Un “sito seriale” che comprende tutti i preziosi e grandi cicli affrescati del Trecento conservati in otto edifici e complessi monumentali della città: la Cappella degli Scrovegni, la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele.
Ed è proprio Giotto che quando giunge a Padova intorno al 1302 porta in città un linguaggio artistico nuovo dal quale si sviluppa una straordinaria stagione di cultura ed arte che proseguirà per tutto il XIV secolo. I grandi cicli affrescati padovani del Trecento rappresentano un esempio unico al mondo di un sistema di eccezionale valore universale – outstanding universal value per usare la terminologia UNESCO – per la loro rilevanza storico-artistica, per la loro ampiezza (oltre 3600 mq di pitture murali), perché all’interno di un’area definita, ovvero il centro storico di Padova, in un contesto territoriale in cui la tradizione della parete dipinta è documentata sin dal X secolo.
Gli affreschi in questi otto luoghi, distanti tra loro poche centinaia di metri e che compongono quindi un itinerario nel cuore della città medievale percorribile a piedi, offrono anche a chi non è un conoscitore della storia dell’arte, visioni uniche: grazie a Giotto, i sentimenti e le emozioni vengono rappresentati per la prima volta negli affreschi. Nella Cappella degli Scrovegni abbiamo la prima rappresentazione pittorica di un bacio, il bacio tra Gioacchino e Anna alla porta di Gerusalemme, e altrettanto sorprendente è la lacrima che riga il volto di una donna nella scena della Strage degli Innocenti. A Padova nei circa 90 anni che vanno dal 1305 al 1397 avviene una rivoluzione nell’arte figurativa che, oltre alla rappresentazione dei sentimenti, si fonda su una riscoperta della tecnica dell’affresco, un uso innovativo del colore e l’invenzione della prospettiva che sarà poi perfezionata nei secoli successivi.
FONTE: @padovaurbspicta.org