Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Toscana
Il prodotto deriva dalla conservazione sott’olio dei filetti di palamita, tipo di pesce presente nel Parco dell’Arcipelago Toscano. La carne è di colore bianco rosato, consistente, si sfalda lungo le sue venature naturali. Il pesce, che andrebbe decapitato appena pescato per mantenere chiara la carne, viene pulito e tagliato in pezzi nel formato desiderato per la conservazione, generalmente della dimensione di un carciofo o di mezzo limone (trance alte 4-5 cm). Successivamente viene lessato in acqua salata con aceto e limone, per almeno un’ora. Viene poi deliscato, lasciato scolare e asciugare bene per molte ore su un canovaccio in luogo areato, cambiando la stoffa se si inumidisce troppo.
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Una volta asciugato viene messo sott’olio in un recipiente di vetro ricoperto con olio extravergine di oliva, grani di pepe, alloro e peperoncino. Dopo circa una settimana assume il suo aroma ed è pronto per la degustazione. Un’altra antica preparazione era quella di disporre il pesce in scatole rettangolari che erano collocate sul braciere fino a ebollizione dell’olio (max 130°C); dopo il tappo veniva stagnato e le scatolette messe a maturare per un certo periodo.
Tradizionalità
Il prodotto vanta origini antiche. La lavorazione e l’uso della palamita sono praticati da secoli da parte di pescatori che la consumano prevalentemente nel periodo invernale. Oggi la palamita è un prodotto ricercato, non facilmente reperibile se non presso pochi pescatori.
Produzione: Attualmente c’è un solo produttore che ha iniziato, per passione e curiosità, a trasformare la palamita; c’è la volontà di ricostruire la filiera produttiva, dal pescatore all’azienda artigiana di trasformazione, alla commercializzazione e di valorizzare questo tipo di pesce, nonché il suo utilizzo gastronomico. È un prodotto “fatto in casa”; nella zona dell’Argentario se ne producono circa 100 kg all’anno, tutti destinati all’autoconsumo o come regalo ad una ristretta cerchia di amici e parenti.
Territorio di produzione
La zona di produzione comprende le isole del Parco dell’Arcipelago Toscano e la costa che va da Livorno all’Argentario, la zona maggiormente vocata.
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Cavolfiore precoce toscano PAT
Il cavolfiore precoce toscano forma una “palla” dall’infiorescenza gialla rivestita dalle foglie che formano il cartoccio. Si semina in semenzaio o in vasetti nella prima metà di giugno e si trapianta tra la fine di giugno e metà luglio. Si adatta a tutti i tipi di terreno, purché siano ben concimati. Produce da ottobre fino…
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Bozza pratese PAT Toscana
La bozza pratese ha forma rettangolare, colore bruno scuro, toppatura bianca di farina e sapore leggermente acido. La pezzatura è di circa 1 kg. La farina di grano tenero viene impastata con acqua e lievito naturale. L’impasto, dopo essere stato a riposo, viene lavorato nuovamente e poi tagliato a mano. Infine viene cotto nel forno…
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Mandorlata di Montalcino PAT Toscana
La mandorlata di Montalcino è un dolce fatto con mandorle, miele e canditi, con forma rotonda, di consistenza morbida e colore bianco. Le pezzature vanno dai 250-500 gr fino a 1 kg. Si produce tutto l’anno. Nasce come squisita alternativa al panforte dove al gusto delle spezie si va a sostituire il gusto delicato della…