Il Cilento è un eccezionale paesaggio culturale. I drammatici gruppi di santuari e insediamenti lungo le sue tre creste montuose est-ovest ritraggono vividamente l’evoluzione storica dell’area: era una rotta importante non solo per il commercio, ma anche per l’interazione culturale e politica durante i periodi preistorico e medievale. Il Cilento era anche il confine tra le colonie greche della Magna Grecia e le popolazioni autoctone etrusche e lucane. Vi si trovano i resti di due grandi città dell’epoca classica, Paestum e Velia.
Eccezionale valore universale
Il Cilento è un paesaggio culturale di eccezionale valore che ha testimonianze di occupazione umana risalenti a 250.000 anni fa.
Successivamente fu occupata nel tempo da contadini durante il periodo neolitico, da società dell’età del bronzo e del ferro, etruschi, coloni greci, lucani, e fu infine incorporata nel territorio romano nel III secolo a.C.
Le reti stradali romane sostituirono i precedenti binari, ma dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, queste strade caddero in rovina e l’antica rete fu ripresa durante il Medioevo, come è evidente nei castelli feudali e negli stabilimenti religiosi costruiti lungo i percorsi.
Il sito contiene spettacolari gruppi di santuari e insediamenti che si estendono su tre diversi crinali montuosi est-ovest nella provincia di Salerno, coprendo un’area piuttosto vasta, 159.110 ha, inclusa parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, i due siti archeologici di Paestum e Velia, e la monumentale Certosa di Padula.
Il Parco Nazionale, essenzialmente una regione montuosa divisa da diverse valli fluviali digradanti verso il Mar Tirreno, è definito da caratteristiche naturali: il Mar Tirreno a est, i fiumi Sele e Tanagro, con l’ampia distesa del Vallo di Diano in i suoi tratti superiori.
Le vie di comunicazione furono stabilite in epoca preistorica lungo le creste delle catene montuose e, mentre caddero in declino durante l’epoca romana, tornarono in uso nel Medioevo.
La prova di questo uso è visibile nei numerosi siti preistorici e protostorici scoperti, e nei borghi e castelli medievali.
Il sito archeologico più degno di nota è quello di Paestum, la città greca di Poseidonia, fondata alla fine del VII secolo a.C.
Un altro sito di grande importanza è l’area archeologica di Velia, che conserva i resti monumentali della colonia di Elea, fondata dai Focesi nella seconda metà del VI secolo.
La Certosa di San Lorenzo a Padula nel Vallo di Diano è una delle strutture monastiche più imponenti del mondo. La sua costruzione iniziò nel 1306, ma la sua attuale forma barocca è il risultato delle trasformazioni effettuate nei secoli XVII e XVIII.
Oggi è sede del Museo Archeologico delle Antichità Lucane.
Il Cilento presenta un eccezionale paesaggio culturale. I drammatici gruppi di santuari e insediamenti lungo le sue tre creste montuose est-ovest ritraggono vividamente l’evoluzione storica dell’area: era una rotta importante non solo per il commercio, ma anche per l’interazione culturale e politica durante i periodi preistorico e medievale.
Il Cilento era anche il confine tra le colonie greche della Magna Grecia e le popolazioni autoctone etrusche e lucane. Vi si trovano i resti di due grandi città dell’epoca classica, Paestum e Velia.
Criterio (iii): durante il periodo preistorico, e di nuovo nel Medioevo, la regione del Cilento è stata una via chiave per le comunicazioni culturali, politiche e commerciali in modo eccezionale, utilizzando le creste delle catene montuose che si estendono da est a ovest e creando così un paesaggio culturale di eccezionale importanza e qualità.
Criterio (iv): in due episodi chiave nello sviluppo delle società umane nella regione mediterranea, l’area del Cilento ha fornito l’unico mezzo di comunicazione praticabile tra i mari Adriatico e Tirreno nella regione del Mediterraneo centrale, e questo è vividamente illustrato dal paesaggio culturale di oggi.
Integrità
L’integrità della proprietà è intatta. All’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano si trovano i due siti archeologici delle città greche di Paestum e Velia (chiamate il Grande Attrattore);
il complesso monumentale dell’antico monastero Certosa di Padula; e molti siti di grande rilevanza archeologica e artistica, come gli insediamenti lucani di Moio della Civitella, Roccagloriosa e Caselle in Pittari.
Il vasto sito contiene anche paesaggi marini (Punta Licosa, Palinuro e Punta degli Infreschi) e paesaggi interni, come i monti Bulgheria. Questo ampio tratto di terra, situato all’interno di un’area naturale protetta di importanza nazionale, garantisce l’integrità del sito.
Infatti, nonostante le inevitabili trasformazioni che interessano un vasto territorio, la proprietà conserva le sue caratteristiche di paesaggio culturale, derivanti dalla secolare interazione tra uomo e natura.
Le minacce alla proprietà sono principalmente legate a disastri naturali come frane e inondazioni. Esiste una possibile minaccia per l’integrità del sito a causa di edifici costruiti illegalmente all’interno del Parco Nazionale.
Autenticità
L’autenticità degli elementi culturali all’interno del parco è elevata, fornendo un esempio di un paesaggio culturale di eccezionale significato e qualità sul Mar Tirreno, con tracce di occupazione umana risalenti alla preistoria.
Le vestigia di antiche reti di sentieri di montagna sono ancora visibili nel paesaggio, così come molti dei santuari religiosi. I villaggi e le frazioni lungo il percorso sono sopravvissuti con pochi cambiamenti che hanno influito sulla loro autenticità.
Molti lavori di restauro sono stati completati nei siti archeologici di Paestum e Velia e nella Certosa di San Lorenzo.
A Paestum, oltre al restauro dei tre templi dorici, è stato completato il restauro della casa a tre isolati dal settore romano e del settore orientale della cinta muraria.
Inoltre è stata aperta al pubblico una nuova sezione dedicata al Museo di Preistoria e Protostoria.
A Velia le terme romane e la monumentale Porta Rosa sono state completamente restaurate e conservate, insieme alla torre medievale sull’acropoli. La Certosa di Padula è stata magnificamente restaurata dalla competente Soprintendenza.
Requisiti di protezione e gestione
La proprietà beneficia di tre diversi livelli di protezione: nazionale, regionale e locale. A livello nazionale, il sito è disciplinato dal Decreto Legislativo n. 42/2004 “Codice per i Beni Culturali e Paesaggistici”, che offre tutela delle bellezze naturali e panoramiche.
Di conseguenza, tutti gli interventi richiedono l’approvazione delle competenti organizzazioni nazionali per i beni culturali (Comuni e Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio, ufficio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Anche i siti archeologici e diversi edifici individuali della zona sono coperti dal Decreto 42/04 come patrimonio culturale.
Questa è effettivamente una misura di salvaguardia, che garantisce che qualsiasi attività sul sito debba essere autorizzata dalla Soprintendenza competente. Anche l’area archeologica di Paestum è sotto il regime di tutela della L. 220/1957, che ha istituito un’area paesaggistica protetta che si estende per un chilometro fuori dalle mura cittadine.
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è inoltre protetto dalla Legge n. 394/1991, che copre le aree naturali e impone severi controlli sulle aree designate.
Un decreto presidenziale del giugno 1995 ha istituito il Parco e garantito la tutela sia dell’ambiente naturale che degli edifici storici; ha anche incoraggiato la conservazione del paesaggio culturale all’interno di un programma di sviluppo sostenibile. Vale anche la pena notare che gran parte del parco è una foresta nazionale, che rientra nello stretto controllo della legge forestale italiana.
Nel giugno 2010 è entrato in vigore il programma del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, classificando una buona parte delle aree incluse nel Patrimonio dell’Umanità come zone di “riserva integrale”, all’interno delle quali l’ambiente naturale è preservato e la sua integrità assicurata . Per tutte le attività all’interno del parco è richiesta l’autorizzazione dell’Ente Parco.
Il catalogo italiano dei siti Natura 2000 evidenzia i beni Patrimonio dell’Umanità all’interno del Parco, oltre a vasti Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), la cui salvaguardia è soggetta ad un ulteriore iter per valutarne gli effetti, terminando con il rilascio di Autorizzazione Regionale, previa approvazione dell’Ente Parco.
La proprietà degli immobili all’interno della proprietà è sia privata che pubblica. La supervisione generale degli edifici paesaggistici e monumentali è di competenza della sopracitata Soprintendenza e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del governo italiano.
I siti archeologici di Paestum ed Elea-Velia sono gestiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, ufficio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La Certosa di Padula è gestita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino, altra sede periferica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Per la predisposizione del sistema di gestione, l’autorità competente designata congiuntamente con gli uffici periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Soprintendenze) è il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
La proprietà del Patrimonio dell’Umanità all’interno del parco è sotto l’amministrazione diretta del parco (ai sensi di legge), sotto la responsabilità del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Si tratta di un ente pubblico, con un Presidente, un Direttore Generale e uno staff professionale a tempo pieno; il lavoro è supervisionato da un consiglio direttivo, con rappresentanti di istituzioni e autorità nazionali, regionali e locali, nonché un gruppo di gestione composto da personale senior, consulenti e altri specialisti.
Il parco è sotto l’autorità del Ministero dell’Ambiente. Lavora a stretto contatto e in armonia con le autorità di quei comuni che sono interamente o parzialmente all’interno del parco, che sono molto favorevoli al suo lavoro, così come l’Amministrazione Provinciale di Salerno. Ciascuna delle tre aree distinte di questa proprietà è circondata da una zona cuscinetto definita. L’area totale delle tre zone cuscinetto è di 178.101 ettari.
© whc.unesco.org
La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:
Patrimonio culturale:
- monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
Patrimonio naturale:
- i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
- le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
- i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale