Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia
Passera coi ovi
Pesce fresco, commercializzato vivo. Corpo piatto, di forma ovale ricoperto di piccole squame. Occhi posti entrambi sul lato destro. Muso appuntito con bocca piccola, mascelle prominenti. Dotata di una sola pinna dorsale che parte in corrispondenza dell’occhio superiore, una pinna anale, pinna codale dritta a spatola. Colorazione biancastra dal lato cieco, bruno-verdastra a volte cosparsa di macchioline più scure dal lato opposto. Lunghezza massima 60 cm circa.
Viene pescata viva, attraverso reti da posta specifiche, le passelere, nei mesi invernali da fine novembre a metà febbraio, quando grandi masse di passere escono dalle lagune e dai fiumi per deporre le uova, nel Golfo di Trieste. E’ in questo momento che le passere, proprio per la presenza di grandi ovaie, vengono catturate dai pescatori in quanto sono più apprezzate e richieste dai consumatori. Appena vengono pescate, le passere, ancora vive, vengono immesse in specifici vivai di mantenimento, posti in prossimità degli ormeggi, e tenute in vita anche per diversi giorni.
Il vivaio di mantenimento, simile ad un cogollo è costituito da una serie di anelli rigidi di diametro variabile collegati tra di loro per mezzo di una pezza di rete sintetica. Ai lati del vivaio sono previste due aperture, apribili e chiudibili per mezzo di un legaccio. Trattandosi di prodotto commercializzato vivo, non sono previsti ulteriori locali di lavorazione.
Tradizionalità
L’attività della pesca delle passere, con sistemi simili agli attuali, risale presumibilmente ad oltre un secolo fa, anche se con materiali, giocoforza , naturali ed in parte diversi. Con l’avvento di fibre sintetiche, quali il nylon ed il poliammide, avvenuto negli anni ’50, il sistema di pesca è rimasto pressoché immutato fino ai giorni nostri.
Trattandosi di un’attività di pesca artigianale e limitata ad un breve periodo ( 2 mesi o poco più) non è risultata essere molto interessante per attività di ricerca e studio; infatti non è molto il materiale bibliografico sul tema. Cenni sulla metodica di pesca tradizionale della passera è possibile trovarla sul volume di Albino Troian “ Il mio mare – sessant’anni di pesca nell’Alto Adriatico” edito dalla tipografia Sartor di Pordenone. Risulta invece essere ancora molto vivo il ricordo di tale antica tradizione tra i vecchi pescatori e molti anziani cittadini triestini. Un archivio fotografico notevole è presumibilmente sparso in soffitte e vecchi stipiti di molte case triestine.
Territorio: Tutto il comprensorio costiero regionale, da Punta Sottile (Muggia – TS) fino a Punta Tagliamento (Lignano – UD).
Fagiolo dal Voglut PAT Friuli Venezia Giulia
Il fagiolo plombin, detto anche “dal voglut” (in dialetto occhietto) per la decorazione che ha sul dorso, simile a un occhio, è caratterizzato da un ilo scuro. È una varietà tradizionale di buona produttività, adatta sia alla produzione di granella verde che secca, ma che richiede lunghi tempi di cottura.
Musetto PAT Friuli Venezia Giulia
Colaz PAT Friuli Venezia Giulia
La descrizione del processo di fabbricazione e le dosi sono tratte da una pubblicazione dell’Accademia Italiana della Cucina che, circa 10 anni or sono, ha raccolto ricette tradizionali inviate dalle delegazioni provinciali dell’Accademia stessa. Nella tradizione friulana i colaz erano dolci che si regalavano ai cresimandi e, al termine delle sedute, ai consiglieri comunali.