Elenco Nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT)
I formaggi della Campania
Formaggi
Bebè di Sorrento PAT
Il bebè di Sorrento prende il nome dalla sua forma, che ricorda un neonato in fasce ed è un gustoso formaggio di latte vaccino a pasta semi-cotta e filata, di colore molto chiaro
Bocconcini alla panna di bufala PAT Campania
Burrino e burrata di bufala PAT Campania
Caciocavallo affumicato, di bufala, podolico, di Castelfranco PAT Campania
Caciocavallo del Formicoso PAT Campania
Caciocavallo del Matese PAT Campania
Caciocavallo di grotta del Cervati e delle gole di Pertosa PAT Campania
Caciocavallo irpino di grotta PAT Campania
Caciocavallo podolico dei monti Picentini PAT Campania
Formaggio a pasta filata da latte di bovini podolici allevati esclusivamente nell’area dei monti Picentini, a stagionatura variabile (da 15gg a più di 6 mesi), di forma globosa tipica, con testina e legatura di rafia, colore giallo paglierino, che tende a scurirsi con la stagionatura. Pezzatura di circa 1-2 Kg.
Caciocavallo stagionato di grotta del Tanagro PAT Campania
Caciocchiato PAT Campania
Cacioricotta caprino del Cilento PAT Campania
Caciotta di capra dei Monti Lattari PAT Campania
Caciottina canestrata di Sorrento PAT Campania
Caprino conciato del Montemaggiore PAT Campania
Formaggio a latte crudo di capra, proveniente da piccoli allevamenti a carattere familiare, stagionato in vasi di vetro o terracotta, si presenta in superficie di colore giallo-bruno con residui di erbe aromatiche (timo serpillo). La pasta è di colore giallo paglierino, piuttosto compatta a frattura a scaglie.
Caso conzato PAT Campania
Il caso conzato o conciato romano, è un prelibato formaggio dal gusto intenso prodotto da secoli nel Casertano, da antiche aziende della zona di Pontelatone-Castel di Sasso e delle vicine Colline Caiatine. Il suo nome è la deformazione dialettale di “cacio conciato”, cioè sottoposto a cure molto laboriose
Caso maturo del matese PAT Campania
Caso Vallicelli PAT Campania
Formaggio prodotto con latte intero ovicaprino di animali allevati nell’area di produzione. Forma cilindrica a facce piane, colore grigio per la presenza di muffe, peso di oltre 1 kg, aspetto tipico del canestrato locale. Prodotto e stagionato tradizionalmente nelle grotte del Cervati.
Casoperuto e marzolino di Teano PAT Campania
Casu ré pecòra del Matese PAT Campania
Casuforte di Statigliano PAT Campania
Il Casuforte o Cacioforte è un formaggio caprino stagionato confezionato a Statigliano, una piccola frazione di Roccaromana, comune della provincia di Caserta, Oggi, per via dell’abbandono dell’allevamento delle capre, ne viene prodotta solo una quantità molto esigua ad opera di un’unica famiglia contadina del luogo che ne rispetta la lavorazione tradizionale, totalmente manuale.
Fior di ricotta di Ponte Persica PAT Campania
Fiordilatte PAT Campania
Formaggio caprino del cilento PAT Campania
Il formaggio caprino prodotto nel Cilento, in provincia di Salerno, è chiamato in dialetto “casu” ed è una produzione molto antica: le forme sono cilindriche di colore bianco e di due distinte varietà, dolce se prodotto con caglio di vitello, più intenso e leggermente piccante se si utilizza il caglio di capretto.
Formaggio coi vermi PAT Campania
Formaggio pecorino che viene lasciato all’azione della mosca casearia, la Phiophila casei, che deposita le sue uova nella cagliata, lasciata dai tre ai sei mesi a maturare nella forma. Le uova si schiudono e le larve trasformano il formaggio in una crema prelibata.
Formaggio duro di latte di pecora, capra e vacca PAT Campania
Formaggio morbido del Matese PAT Campania
Formaggio a pasta tenera, pastosa, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna o pezzata rossa italiana, con stagionatura media (da 10 giorni a 2-3 mesi), che avviene in locali aereati di tipo tradizionale.
Juncata PAT Campania
Manteca del Cilento PAT
La manteca del Cilento, prodotta per l’appunto nella zona del Cilento, in provincia di Salerno, è un formaggio molto simile al burrino, e come quest’ultimo, nasce dall’esigenza di conservare il burro più a lungo possibile dalla primavera-estate, periodo in cui veniva prodotto, fino all’autunno quando i pastori transumavano a valle.
Manteca PAT Campania
Mascarpone di bufala PAT Campania
Mozzarella nella mortella PAT Campania
La denominazione nasce dall’usanza di confezionare le mozzarelle, di forma allungata e più o meno piatta, la cosiddetta “mozzarella stracciata”, alternandole a fronde di mirto appena raccolte successivamente legate alle estremità coi rami sottili e flessibili delle ginestre.
O’ Peluso PAT Campania
Pecorino bagnolese PAT Campania
Pecorino del monte Marzano PAT Campania
Pecorino di Carmasciano PAT Campania
Anche nella piccola località di Carmasciano, divisa tra i comuni di Rocca San Felice e Guardia Lombardi, in provincia di Avellino, si produce un gustoso pecorino di antica tradizione, caratterizzato da un’accurata preparazione interamente artigianale.
Pecorino di Laticauda PAT Campania
Il pecorino che si ricava dal suo latte è noto da tempo antichissimo; alla fine del XIV secolo erano celebri nella tradizione locale dei comuni del Fortore Beneventano i pecorini di laticauda, la cui bontà era dovuta, così come ancora oggi, alle erbe spontanee dei pascoli montani tra queste soprattutto al trifoglio ladino.
Pecorino di Pietraroja PAT Campania
Pecorino di Vitulano PAT Campania
Pecorino fresco e stagionato PAT Campania
Pecorino salaprese PAT Campania
Primosale stagionato di Cuffiano PAT Campania
Provola affumicata e affumicata di bufala PAT
Provolone del Matese PAT Campania
Riavulillo PAT Campania
Scamorza di Montella PAT Campania
Scamorza di vacca e di bufala PAT Campania
Scamorzini del Matese PAT Campania
Scamosciata PAT Campania
Stracchino di bufala PAT Campania
Stracciata del Matese PAT
Stracciata PAT Campania
Treccia di Montella PAT Campania
Treccia PAT Campania
*Deroga alle norme igienico sanitarie
I PAT vengono riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Mipaaf) in ogni regione d’Italia e l’elenco dei riconoscimenti si arricchisce ogni anno di produzioni tipiche la cui origine si perde nel tempo. Al 2020 in Italia si contano più di 5000 Prodotti Agroalimentari Tradizionali. In Sardegna siamo a più di 200 e tra questi ritroviamo alcune tra le preparazioni più antiche e tradizionali dell’isola
Questi prodotti rappresentano un patrimonio vastissimo, spesso inesplorato e non facile da comunicare vista la sua immensa varietà, i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) vanno ad integrarsi in un patrimonio agroalimentare, quello italiano, che insieme alle produzioni a marchio DOP e IGP è tra quelli di maggior qualità.