Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Toscana
La tosca
Questa patata, nel territorio comunale di Santa Maria a Monte, zona tradizionalmente vocata alla coltivazione di questo tubero, esprime al meglio i propri caratteri produttivi poiché si adatta in modo ottimale alle locali condizioni pedo-climatiche. La pianta presenta steli poco numerosi, alquanto grossi, di color verde chiaro con infiorescenze piccole a fiori bianchi. Il tubero è di forma ovale allungata di buccia e pasta gialla con occhi superficiali. Questo tipo di patata ha una buona resistenza alla cottura, qualità che la rende ottimale per tutti i tipi di preparazioni culinarie
La produzione della patata di Santa Maria a Monte viene coltivata seguendo le metodiche di lavorazione illustrate qui di seguito:
1. Preparazione del terreno
Si effettua una accurata sistemazione del terreno per facilitare lo sgrondo dell’acqua. La lavorazione del terreno ha lo scopo di preparare il letto di semina che consente un buon sviluppo dell’apparato radicale e un uniforme ingrossamento dei tuberi.
2. Fertilizzazione
Si utilizza un tipo di concimazione organica dato il grandissimo giovamento che la patata trae dalla sostanza organica per l’azione di questa sia sulla nutrizione della coltura sia sulle proprietà fisiche del terreno. Se necessario ad integrazioni delle naturali dotazioni del terreno si aggiungono concimazioni minerali adeguate.
3. Scelta della tecnica d’impianto
Il sesto d’impianto che prevede una distanza tra le file di 50-60 cm e nella fila di 25-30 cm. è variabile in relazione al tipo di terreno e al numero di gemme per tubero e posizione del tubero. I tuberi utilizzati in fase di impianto non devono essere lesionati, ammaccati, congelati o con germogli lunghi e filati. Viene inoltre praticata la pregerminazione dei tuberi che ha lo scopo di affrettare lo sviluppo della vegetazione e di conseguenza stimolare la precocità della tuberificazione. Si effettua una semina precoce al fine di assicurare la tipica produzione della patata novella. L’epoca d’impianto viene prevista dalla metà di febbraio alla prima decade di marzo, in modo da tener conto che all’emergenza delle piantine non ci siano pericoli di brinate o gelate tardive.
4. Cure colturali
Si effettua la rincalzatura, allo scopo di proteggere i tuberi dalla luce ed evitare così l’inverdimento, favorendo il radicamento, la tuberizzazione e la nutrizione. È prevista la pacciamatura preferibilmente con residui vegetali e altri materiali naturali. Per il controllo delle erbe infestanti si utilizzano tecniche di controllo con mezzi meccanici, mentre sono vietati i diserbanti chimici e ormonici.
5. Raccolta
La raccolta è effettuata con mezzi meccanici o manuali, con terreno in tempera in modo da rispettare al massimo l’integrità del terreno. Non si utilizzano trattamenti chimici per il disseccamento della parte aerea della pianta. Nel caso della coltura primaticcia la raccolta è prevista a partire dalla metà di aprile; in caso di un ciclo normale i tuberi possono essere raccolti successivamente fino al mese di settembre. La resa conseguibile in condizione di buona coltura è di 100-200 quintali per il ciclo primaticcio e 350 – 450 quintali per il ciclo normale.
Tradizionalità
La patata di Santa Maria a Monte è caratteristica nella zona tanto che nei comuni vicini Santa Maria a Monte è storicamente conosciuta e sovente menzionata per la produzione e il commercio di patate; nel commercio locale delle stesse la dicitura di Patata di Santa Maria a Monte assume garanzia di gusto e bontà del prodotto. Ciò contribuisce a riconoscere il prodotto unico, le peculiarità sono conferite dalla particolare zona di coltivazione e dalle tecniche colturali impiegate che derivano dalla secolare esperienza di coltivazione della patata. Infatti le aziende agricole ancora oggi applicano le stesse regole produttive e di conservazione di una volta garantendo un prodotto di alta qualità organolettica.
Le fonti principali a cui possiamo far riferimento per ricercare l’origine e ricostruire la storia della patata a Santa Maria a Monte sono gli abitanti stessi del comune che narrano di conoscere questo tipo di coltivazione fin da bambini. È in particolare dalle persone più anziane che si può venire a conoscenza della rilevanza e importanza che tale prodotto ha avuto nel territorio comunale. La coltivazione ha assunto nella seconda metà del secolo scorso grande importanza quantitativa, la patata a Santa Maria a Monte era comunemente entrata nei cicli di rotazione colturale della maggior parte delle aziende superando la produzione cosiddetta familiare e inserendosi nel mercato. La patata veniva coltivata sia nelle zone pianeggianti, sia in collina dove poteva raggiungere qualità superiori. Come testimoniano i documenti ritrovati nell’archivio storico comunale la patata era considerata prodotto di base dell’economia locale fin dall’epoca dei comuni.
Produzione: La patata di Santa Maria a Monte fino a pochi anni fa si commercializzava non solo nei comuni limitrofi ma soprattutto nei più importanti mercati ortofrutticoli della zona: Firenze, Empoli, Lucca, Livorno. La mancanza di un fattore organizzativo e la concorrenza di prodotti importati ha fatto si che il mercato decidesse le sorti di questa produzione. Attualmente sono presenti pochi produttori agricoli che coltivano la patata mentre le richieste dei consumatori che conoscono bene questo prodotto per le sue inconfondibili qualità, sono sempre in aumento. Per adesso si contano tre produttori, per una produzione annua di circa 300 quintali, venduti attualmente solo in zona.
Da ricordare la sagra della patata fritta:16-22 Agosto, Santa Maria a Monte (PI).
Territorio interessato alla produzione:
Si produce nel comune di Santa Maria a Monte e le sue frazioni.
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