Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Il tubero della Patata Turchesa presenta forma irregolare con frequenti tuberosità e si caratterizza principalmente per la buccia di colore viola intenso, contenente una interessante quantità di sostanze antiossidanti, paragonabili a quelle del cavolo. Al suo interno mostra una pasta completamente bianca ed un basso contenuto in acqua; la consistenza e la granulosità sono medie. I tuberi presentano un’epidermide sottile ricoperta da piccole lenticelle, suberificate in condizioni di mancanza d’acqua. La pianta presenta foglie pennato-composte, formate da 7-9 foglioline di diversa grandezza e alternate. Durante lo sviluppo, gli steli hanno un portamento eretto e sono alti da 60 a 150 cm; raggiunta la maturità tendono ad assumere un portamento tendente al prostrato e spesso ingialliscono. Le infiorescenze sono portate in posizione terminale e sono costituite da fiori costituiti da 5 petali riuniti in corimbi. Nella Patata Turchesa, i petali sono di un colore che varia dal celeste tenue al turchese e presentano stami gialli. La fioritura nelle annate più favorevoli può protrarsi molto a lungo, fino a raggiungere i primi freddi invernali.
METODO DI PRODUZIONE
La pianta ha bisogno, in ogni fase biologica, di una discreta quantità di acqua. Le esigenze idriche si attenuano in prossimità della maturazione. Ideali sono i terreni silicei o siliceo-argillosi, leggermente acidi, leggeri, sciolti, permeabili, profondi. Per quanto riguarda l’avvicendamento, la Patata Turchesa è tornata ad occupare il primo posto nella rotazione, come coltura da rinnovo. I terreni sono lavorati in profondità in estate (40-50 cm), efettuando così anche l’interramento della sostanza organica, unica forma di concimazione praticata. All’aratura si fa seguire una adeguata erpicatura. Per la semina della Patata Turchesa si impiegano tuberi di modesta pezzatura (in genere 50-80 g); questi vengono fatti pre-germogliare prima della semina, disponendo gli stessi in cassette accatastabili in non più di due strati, in ambiente ben illuminato. Normalmente, dopo 4-6 settimane dagli occhi dei tuberi nascono germogli corti, tozzi, robusti, pigmentati viola: è questa la fase in cui si esegue la cernita dei tuberi. I tuberi si distanziano sulla fila di 30- 35 cm e tra le file 75-80 cm. La profondità di semina è di 5-8 cm in relazione alla natura del terreno. La semina viene efettuata a mano oppure con piantatrici. La rincalzatura costituisce una operazione essenziale per la buona produzione della Patata Turchesa e consiste nell’addossare terra dell’interfila alla fila di piante di patata, in modo da favorire l’emissione di rizomi e di radici dalla parte interrata degli steli. La semina normalmente avviene a marzo alle quote più basse e si protrae fino a giugno in alta montagna. La Patata Turchesa viene immessa sul mercato gradatamente per un periodo di tempo che può estendersi fino a 8-10 mesi.
CENNI STORICI
Sul finire del Settecento la Patata Turchesa fa la sua comparsa nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ed ha rappresentato per le popolazioni montane locali una vera e propria “garanzia alimentare” come dimostra un detto popolare ancora presente in molti comuni abruzzesi:“ La patane è mezze pane”. Per la prima volta, i montanari potevano disporre di una eccedenza agricola da commercializzare con le popolazioni della vallata. La coltivazione delle patate è stata praticata anche a quote molto elevate, oltre i 1600 m di altitudine, contribuendo allo spostamento in quota dell’agricoltura, su territori storicamente pastorali, fenomeno già avviatosi nella seconda metà dell’Ottocento. Questo tubero ha anche cambiato l’assetto urbano di alcuni centri montani: grotte ed ambienti ipogei sono stati scavati a ridosso degli agglomerati urbani, specialmente nelle zone con esposizione settentrionale, proprio per conservare il prezioso tubero. Tra le varietà di patate coltivate, ve ne sono alcune antiche, probabilmente tra le prime ad essere state introdotte e difuse. Tra queste, quella solitamente chiamata Turchesa o Viola, per la colorazione della scorza e parte della polpa di colore violaceo. Il termine turca, turchesa, turchessa o turchesca viene anticamente attribuito a quelle varietà probabilmente provenienti da altre aree di produzione. Può essere considerato sinonimo di estraneo, forestiero. Nel 2009 con l’apporto tecnico ed il sostegno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si è costituita l’Associazione dei produttori della Patata Turchesa del Parco.
Territorio di produzione
Provincia di Rieti con particolare riferimento al territorio ricadente nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga