Pentecoste: la forza dello Spirito Santo

Vangelo e commento della domenica di Pentecoste.

Gesù non aspetta che i suoi discepoli si trasformino in uomini coraggiosi per inviarli, li invia proprio quando sono stanchi, perchè la loro pace e la loro forza non vengono dalle loro qualità umane o dalle circostanze più favorevoli. Vengono dallo Spirito Santo che stanno ricevendo in quello stesso momento.

Jean II Restout, Pentecost 1732 – Public domain, via Wikimedia Commons (Musee du Louvre)

Vangelo (Gv 20, 19-23)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

È arrivata la Pentecoste: la festa per eccellenza dello Spirito Santo. Oggi, la Terza Persona della Santissima Trinità, la Persona Divina che porta a compimento la sua opera di santificazione in modo silenzioso e discreto, irrompe con tutta la forza del suo potere per ricordarci che è Lui che fa la Chiesa.

La scena che il vangelo di san Giovanni ci presenta non smette di essere paradossale. Siamo nella sera della Domenica della Resurrezione. Sappiamo, dai racconti dei quattro evangelisti, che quella giornata è stata frenetica: andirivieni dal sepolcro, persone che assicuravano di aver visto il Signore, i due di Emmaus che andavano sconsolati e sono tornati giubilanti, pianti, abbracci, stupore e, soprattutto, gioia, molta gioia. I testimoni – la Maddalena, Pietro, Cleofa – bastano appena a fare dubitare della loro incredulità i più scettici.

E tuttavia, queste stesse persone le troviamo ora rinserrate in casa per paura.

La storia dell’umanità cambia per sempre: Cristo è risuscitato. Nonostante ciò, mentre sta avvenendo il cambiamento che si operava negli apostoli, avevano ancora i rimasugli di quella paura che li ha portati ad abbandonarlo sul Calvario, anche per il timore di fare la stessa fine.

Così, mentre in quei cuori innamorati si agitano tutti questi sentimenti, Gesù si presenta in mezzo a loro.

Per la nostra vita cristiana, è molto importante che osserviamo attentamente i gesti che compie il Signore. In particolare, questà scena è fondamentale per capire come Dio risponde alle nostre paure, che spesso sono un ostacolo che ci impedisce di corrispondere alla sua grazia.

Gesù fa quattro cose: dà loro la pace, li invita a contemplare le sue piaghe, affida loro la missione e, assieme a questa, la possibilità di perdonare i peccati.

È davvero bello vedere come il Signore reagisce di fronte alla loro paura: con una vocazione. La chiamata di Dio, che porta con sé il significato della missione, è per sé stessa la risposta alla debolezza e alla viltà.

Gesù non aspetta che i suoi discepoli si trasformino in uomini coraggiosi per inviarli. Li invia proprio quando sono stanchi, perchè la loro pace e la loro forza non vengono dalle loro qualità umane o dalle circostanze più favorevoli. Vengono dallo Spirito Santo che stanno ricevendo in quello stesso momento.

La Chiesa è stata fatta, si fa e si farà sempre per opera del Paraclito. Il nostro compito non è altro che lasciarci guidare da Lui e, quindi, non valgono a nulla né le inibizioni e neppure la vanagloria.

A partire da ora, la vita degli apostoli non sarà altro che proclamare in ogni luogo che Gesù è il Signore. Ma, come dice san Paolo nella seconda lettura, per poter affermare ciò abbiamo bisogno dello Spirito Santo (1 Cor 12, 3). Non possiamo fare un solo passo nella vita spirituale, neanche il più piccolo, senza l’assistenza della Terza Persona della santissima Trinità. Per questo, nella sequenza che precede la proclamazione del Vangelo della Messa di oggi, diciamo: Senza la tua forza, nulla è nell’uomo.

La solennità di oggi è una bellissima occasione per chiedere con fede di rinnovare la nostra vita spirituale e per intercedere in favore dei cristiani di tutto il mondo. Al momento di convocare il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII chiese preghiere per quello che chiamò “una nuova Pentecoste” nella Chiesa. Questa espressione, nuova Pentecoste, potrebbe servirci come una aspirazione che caratterizza il nostro rapporto con lo Spirito Santo.

Per questo, possiamo ricorrere a Maria, indispensabile protagonista di ciò che oggi stiamo celebrando, per imparare da Lei a rispondere si faccia a ogni mozione che ci viene dallo Spirito Santo. Anche la Vergine restò turbata di fronte alla presenza e all’annuncio dell’Angelo (cfr. Lc 1, 29). Tuttavia, la sua risposta non fu determinata dal timore che pure avvertiva, ma dalla certezza che era Dio che la stava chiamando.

Così si fa la Chiesa, così si sono comportati i santi, così lo Spirito Santo si aspetta che anche noi viviamo. Da soli non possiamo, ma con Lui sì.

Fonte @opusdei.org Testo di Luis Miguel Bravo Álvarez

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