Il delicato equilibrio dei componenti della frutta è il risultato del lungo processo che trasforma il fiore impollinato in frutto maturo, e che è reso possibile grazie al sole, all’acqua e alle sostanze nutritive presenti nel terreno.
Questo processo, tuttavia, avviene in tempi diversi a seconda delle specie. La stagione di raccolta propria di ogni frutto ne influenza profondamente la composizione, in quanto la luce solare, la temperatura e il periodo di sosta sull’albero determinano la quantità di vitamine, sali e zuccheri. Nel calendario sotto rappresentato possiamo verificare qual è la stagionalità naturale dei frutti più nel nostro Paese.
Se la frutta che si acquista è di produzione locale, ci saranno anche meno effetti negativi sull’ambiente: meno trasporti, meno emissioni inquinanti e meno consumi di carburante.
La frutta, inoltre, può essere coltivata anche in serre, locali chiusi, in genere con tetto e pareti di vetro o plastica, dove le piante sono mantenute in condizioni artificiali che permettono loro di crescere e produrre i loro frutti durante tutto l’anno (ad es. fragole e kiwi). Il vantaggio della coltivazione in serra è essenzialmente nel fatto che le piante sono protette dagli agenti esterni sfavorevoli (troppa pioggia, freddo, o al contrario periodi di siccità, ecc.). In tal modo si può anche avere un maggior controllo sulla quantità di frutta che si produce, e una disponibilità costante durante tutto l’anno.
Lo svantaggio, però, è che si finisce per mangiare gli stessi tipi di frutta in qualsiasi periodo dell’anno, cioè si perde il senso della varietà, che invece è molto importante nell’alimentazione. Mangiare la frutta di stagione, possibilmente non coltivata in serra, permette infatti di beneficiare al massimo del sapore e del valore nutritivo del frutto maturato nei tempi giusti al sole in maniera naturale, e di spendere di meno poiché i prezzi sono di solito più bassi.