Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia
Pesca triestina, h-6, martinis h-6
La maggior parte dei dati seguenti sono tratti dalla scheda “Pesca Triestina”, riportata nella “Monografia di cultivar di pesco da consumo fresco” di Fideghelli et al. (1986).
- Albero: da vigoroso a molto vigoroso.
- Fiore: campanulaceo, con fioritura intermedia di elevata intensità.
- Frutto: di peso medio 126 g circa, circonferenza media 19,4 cm; forma rotonda od ellittica, leggermente assimmetrica, con apice arrotondato o leggermente incavato, a volte leggermente sporgente al Sud.
- Buccia: poco tomentosa, biancastra o verdastra, con sovracolore rosso chiaro-rosso medio brillante, sfumato e marezzato, a volte striato, sul 50-80% della superficie, di spessore medio sottile, non soggetta a spaccature, soggetta a lesioni alla cavità peduncolare al distacco.
- Polpa: bianca, con leggere venature rosse, soprattutto al nocciolo, da mediamente soda a poco soda, di tessitura medio-fine o fine, spicca o semispicca, di buon sapore; nocciolo medio, globoso o sub-globoso.
- Allegagione: elevata e quindi necessita di un buon diradamento, buona produttività, scarsa o medio-scarsa resistenza alle manipolazioni.
- Maturazione: da 0 a 2 giorni dopo la cv Redhaven (circa 15 luglio).
Le tradizionali operazioni agronomiche, riferite per lo più a piccoli gruppi di piante negli orti familiari, sono di seguito descritte.
Impianto: Il trapianto viene condotto in autunno-inverno quando il terreno non è ghiacciato o eccessivamente umido. Dopo la classica preparazione del terreno vengono messe a dimora gli astoni con un sesto d’impianto di 5 m x 5 m. In primavera le piantine vengono tagliate a circa 60 cm da terra e si alleva un singolo pollone che poi andrà a formare il vaso.
Potatura: La potatura di allevamento porta alla costituzione della tradizionale forma a vaso. A giugno, quando il getto principale ha raggiunto la lunghezza di circa 85 cm, il getto “domestico” si taglia a circa 65 cm. Quindi si passa alla gestione dei 3 o 4 getti anticipati che devono essere impalcati a circa 50 cm da terra. Aiutandosi con dei paletti questi getti danno luogo alla tradizionale forma a vaso della pianta.
Relativamente alla potatura di produzione,in estate si provvede ad “arieggiare” la chioma con interventi di ripulitura da succhioni e con altri leggeri interventi. In inverno, invece, si interviene per mantenere una buona struttura ed una elevata carica di gemme. Essendo piante dal portamento vigoroso, necessitano di operazioni di potatura secca mirate e attente e buoni interventi di potatura verde. Allegando un elevato numero di fiori sono necessari interventi di diradamento dei frutti.
Raccolta: La raccolta viene effettuata manualmente con l’uso di ceste e/o secchi e con una lavorazione in campo (si può fare anche in locali aziendali) che consiste in una leggera toelettatura e nella disposizione del prodotto in cassette provviste di contenitori alveolari. Il prodotto così confezionato va direttamente sul mercato. Data la scarsa o medio-scarsa resistenza alle manipolazioni da parte dei frutti si preferisce manipolare il prodotto direttamente in campo dopo la raccolta (incassettatura e minima toelettatura).
Tradizionalità
La pesca Triestina deve la sua tradizionalità alla elevata diffusione, in particolare nell’Isontino, nel periodo compreso fra le due guerre e oltre; la varietà venne costituita nel 1937 in loco dal cav. Pietro Martinis (1902 – 1969). Questa e altre cultivar di pesco costituite dal Martinis (denominate in modo collettivo “varietà isontine”) hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo dell’agricoltura nelle aree vocate alla peschicoltura della pianura friulana (Zandigiacomo, 2000).
Questa varietà di pesco è coltivata da molti decenni in varie zone del Friuli Venezia Giulia, anche se nel corso degli ultimi anni la coltivazione ha subito una forte riduzione dovuta principalmente alla diffusione di nuove varietà.
Viene tuttora coltivata per diverse caratteristiche positive, quali: abbondanza e costanza di produzione, polpa bianca variegata di rosso in prossimità del nocciolo, fondente, spicca o semispicca, caratteristiche estetiche (pezzatura media, intensa colorazione rossa dei frutti) e organolettiche buone.
Questa varietà di pesco è stata costituita dal cav. Pietro Martinis con incrocio (J.H. Hale x Trionfo) x Uneeda (Bassi et al., 1980; Fideghelli et al., 1986; Zandigiacomo, 2000; Piazza, com. pers.). Ebbe subito, al pari di altre varietà di pesco costituite sempre dallo stesso Martinis (es. cv Isontina, Julia, Pisana, Iris Rosso, Fior di Monaco, Flavia, S. Lucia), un buon successo in regione, in quanto ben adattata alle condizioni pedo-climatiche locali (Zandigiacomo, 2000), e altrove (es. Veneto in provincia di Venezia) (Piazza, com. pers.).
Al momento la cv “Triestina (H-6)” risulta inserita nell’elenco delle varietà “autoctone” del Friuli-Venezia Giulia nel sito web del Corpo forestale dello Stato, ove sono indicate le specie arboree spontanee e le varietà di fruttiferi delle diverse regioni italiane.
Piante della cv Triestina sono attualmente presenti nelle collezioni di germoplasma frutticolo dell’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma e dell’Istituto di Coltivazioni arboree dell’Università di Bologna (sede di Cadriano di Granarolo Emilia, BO). La cv Triestina è stata utilizzata come “genitore” nel programma di miglioramento genetico del pesco in corso presso l’Università di Bologna (Bassi et al., 1992).
Territorio di produzione: Provincie di Udine e di Gorizia.