“Barbera d’Asti” è la Denominazione di Origine Protetta che identifica i vini: Barbera d’Asti e Barbera d’Asti Superiore. Sono comprese anche le sottozone di questi vini, che sono: “Tinella”, “Colli Astiani” e “Astiano”.
Uvaggio
Tutti i vini Barbera d’Asti sono composti per il 90% da uve provenienti da vitigni Barbera. Il restante 10% può essere prodotto utilizzando altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione in Piemonte.
Caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche
Sia il Barbera d’Asti che il Barbera d’Asti Superiore, comprese le loro sottozone, hanno un colore rosso rubino, che con l’invecchiamento vira verso il granato. L’odore è intenso e caratteristico, tendente all’etereo. Il sapore è asciutto e di corpo, tranquillo e con l’invecchiamento si fa più armonico e di gusto pieno. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è 12% vol., che sale a 12,5% vol. per il Superiore e per i vini con specificazione di vigna.
Zona di produzione delle uve
La zona di produzione interessa l’intera provincia di Asti e un’ampia porzione di quella di Alessandria, in Piemonte. Zone caratterizzate da paesaggio collinare, con un’altezza massima s.l.m. di 650 m. e terreni argillosi, limosi, sabbiosi o calcarei.
Specificità e note storiche
Il Barbera d’Asti è il vino piemontese con la maggiore quantità di produzione ed è fortemente legato alle tradizioni di questa regione. Era definito “conosciutissimo” già nel 1873, nell’“Ampelografia della Provincia di Alessandria”, firmata da Leardi e Demaria.