Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
pol ala cazadôra
Pollo ruspante, cipolla, pomodoro. Trinciate una grossa cipolla e lasciatela nell’acqua corrente per più di mezz’ora. Asciugatela e ponetela in padella con olio e lardo. Cotta che sia, mettetela da parte.Tagliate un pollastro in dieci pezzi circa, friggeteli nell’unto che resta e, rosolati, uniteci la cipolla. Condite con sale e pepe, e annaffiateli con mezzo bicchiere di vino rosso¹, insieme a pomodoro spezzettato. Fate cuocere il giusto (nel senso che, il giusto, ossia il pollastro, abbia, cuocendo, a dormire il sonno del medesimo), e servite.
Curiosità
Andê a badêr i pol de prit, andare a far la guardia ai polli del prete, morire.
Curioso il modo di dire şlunghê la statura a un pol, allungare la statura a un pollo, che sta per “tirargli il collo”.
Vedendo un contadino mangiare un pollo, era consueta e facile la battuta: “O sta male il contadino, o stava male il pollo!”
Referenze bibliografiche
- Quondamatteo, Grande dizionario (e ricettario) gastronomico romagnolo, Imola, Grafiche Galeati, 1978;
- Corrado Contoli, Guida alla veritiera cucina romagnola, 1963 – Calderini Edizioni;
- Vittorio Tonelli, A Tavola con il contadino romagnolo, 1986 Grafiche Galeati;
- Primo Placci, Mangiari d’altri tempi nella Romagna popolare, 1978 – Walberti Edizioni Lugo.
Territorio di produzione
Intera provincia romagnola.