Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Il Pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale, appartenete alla famiglia delle Solanaceae, specie Lycopersicon esculentum (L.). Presenta un frutto piccolo dalla caratteristica forma tondeggiante con peculiarità merceologiche eccellenti. L’epicarpo risulta essere particolarmente spesso tanto da favorire una notevole resistenza alle avversità ed alla serbevolezza; è molto consistente e ha un’ottima tolleranza alle spaccature.
E’ proprio grazie allo spessore della buccia che il pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale può essere conservato a lungo attraverso una tradizionale tecnica di essiccazione naturale appendendo nel periodo estivo i grappoli dei pomodoretti uniti tra loro a formare dei mazzi, in ambienti freschi, ben areati e asciutti. Da qui il nome “pomodoretto appeso”. Si tratta di un processo tradizionale tramandato di generazione in generazione praticata da più di tre secoli e che ha garantito e garantisce tutt’oggi, la disponibilità di questo pomodoro anche nel periodo invernale, mantenendo tutte le peculiarità organolettiche e nutrizionali del pomodoro.
La pianta del pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale si presenta mediamente vigorosa e piuttosto voluminosa con internodi corti e fogliame areato di colore verde intenso; molto rustica. I fiori, di colore giallo, non sono molto grandi e presentano una corolla di diametro massimo di circa 3 cm e pistillo ben protetto non sporgente. La fecondazione, caratteristica della specie, è di tipo autogamo il che fornisce sicurezza certa nel mantenimento delle caratteristiche della cultivar nella propagazione. Gli internodi sono corti con grappoli alternati sul tronco, con le foglie opposte. I grappoli sono piuttosto numerosi, da 15/20 grappoli, con un numero di frutti pari a 5/6 per grappolo per 6/7 palchi. Il seme del pomodoretto appeso dell’Etruria Meridionale viene autoriprodotto dai coltivatori della zona. La coltivazione del pomodoretto avviene prevalentemente in pieno campo su terreni, di medio impasto e ricchi di sostanza organica.
Il seme viene dapprima posto in alveoli fino allo sviluppo della piantina di circa 15 cm. Successivamente nel mese di maggio avviene il trapianto in pieno campo e/o in serra con un sesto d’impianto 150 tra la file x 80 sulla fila in considerazione del fatto che si tratta di una pianta piuttosto voluminosa e con portamento eretto. Non sono previsti particolari trattamenti. Il terreno prima di procedere con il trapianto delle piantine, subisce una fresatura leggera con interramento delle colture precedenti e della sostanza organica e successivamente si procede con l’assolcatura con impianto di irrigazione a goccia o a scorrimento in pieno campo, come da tradizione. Necessita di poco apporto idrico
Territorio di produzione
Allumiere (RM), Civitavecchia (RM), Santa Marinella (RM), Tolfa (RM), Tarquinia (VT)
Fonte @laziodagustare.it