Non ci sono dubbi che la prima azione da implementare sia quella di stabilire una strategia nazionale di lunga durata per tutto il settore dell’idrogeno, che tracci una direzione chiara e indichi delle azioni puntuali e degli obiettivi definiti per supportare il settore e abilitare gli investimenti.
In questa prima fase di sviluppo il supporto pubblico è fondamentale per coprire i gap economici esistenti e risulta quindi necessario attuare schemi di sostegno dedicati e stabili nel lungo periodo, in un’ottica di neutralità tecnologica per il settore dell’idrogeno, per garantire piani affidabili di ritorno dell’investimento e favorire la produzione di idrogeno verde attraverso l’incentivazione, volta ad abbattere i costi di produzione dell’idrogeno da fonti rinnovabili.
Questa azione richiede celerità e prontezza al fine di inserirsi nel quadro di obiettivi tracciati dalla Commissione Europea con la Strategia dell’Idrogeno che vede lo sviluppo di 6 GW di elettrolizzatori al 2024, sostenendo il settore industriale italiano per un posizionamento forte sul mercato.
Affinché si raggiungano gli ambiziosi target di decarbonizzazione, il tema della tracciabilità d’origine è assolutamente prioritario e propedeutico allo sviluppo delle soluzioni idrogeno. A livello Europeo si sta lavorando molto sui tavoli normativi per arrivare all’introduzione di specifiche di qualità e ad una garanzia di origine dell’idrogeno rinnovabile.
Anche l’Italia dovrà recepire tale normativa, alla base delle progettualità idrogeno da implementare nei prossimi anni. Stabilire una strategia nazionale chiara di lunga durata per il settore idrogeno. Attuare schemi di sostegno dedicati e stabili nel lungo periodo. Introdurre una certificazione e una garanzia d’origine dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni.
Molte delle criticità affrontate dai tavoli di lavoro riguardano la mancanza di una normativa tecnica ad hoc e di aggiornamenti sulla normativa esistente che tengano conto dell’innovazione su tutta la filiera, in particolare trasporto, distribuzione e stoccaggio di idrogeno.
Lo sviluppo di un sistema normativo/autorizzativo, armonizzato a livello internazionale, chiaro e di una semplificazione delle norme e delle procedure amministrative consentirebbe alle aziende coinvolte nell’intera filiera di operare, su uno scenario europeo, in condizioni favorevoli anche per gli investimenti.
Al fine di poter integrare le tecnologie Power-to-Gas (PTG) nelle reti e permettere che partecipino all’erogazione dei servizi di rete, una definizione di un quadro regolatorio per l’inserimento degli impianti idrogeno in ottica di sector coupling risulta fondamentale. Sempre nell’ottica di promuovere la produzione di idrogeno verde a costi competitivi, dall’analisi emerge la necessità di rafforzare la filiera nazionale di produzione di elettrolizzatori “large scale”, pianificando azioni normative, fiscali e di incentivazione per lo sviluppo e l’industrializzazione e promuovendo programmi e iniziative per incoraggiare lo sviluppo di grandi impianti di produzione idrogeno green.
Questo creerà nuovi posti di lavoro e indotto, con l’opportunità di contribuire al raggiungimento di una leadership europea nel settore.
Un altro fattore abilitante per il settore è la costruzione di una rete di stazioni di rifornimento per veicoli idrogeno, aprendo la possibilità alla circolazione di mezzi a celle a combustibile sia per il trasporto leggero che per quello pesante su gomma, ma anche dedicate al trasporto ferroviario e a quello dei mezzi logistici negli hub logistici, come porti e aeroporti.
Un particolare riferimento va inoltre fatto alla modalità del trasporto via mare, dove la realizzazione di stazioni di rifornimento e l’abilitazione dell’infrastruttura portuale devono andare di pari passo con lo sviluppo di tecnologie navali da implementare a bordo. Per aziende che consumano idrogeno in grandi quantità, si riscontrano problemi di capacità produttiva in termini di quantità e continuità di produzione se si considera idrogeno verde prodotto da rinnovabili (fotovoltaico ed eolico).
Ad oggi non esiste un’infrastruttura capace di garantire tale richiesta. Per queste grandi utenze, in un periodo transitorio, sarebbe importante sviluppare anche la soluzione per la produzione di idrogeno blu, con costi minori, garanzia di produzione di flussi massivi e produzione on site.
Parallelamente, lo sviluppo e adattamento di una rete di trasporto nazionale dell’idrogeno risulta fondamentale nel medio-lungo periodo per garantire capillarmente l’accesso ad una fornitura stabile e continua di H2. Ogni utilizzo dell’idrogeno per usi finali non può prescindere dalla risoluzione delle problematiche tecniche ed economiche dei processi up-stream (produzione, trasporto/distribuzione, accumulo): la filiera deve essere quindi analizzata nella sua totalità, identificando dei clusters ottimizzati per ogni uso finale.
Fondamentale l’individuazione dei primi poli di utilizzo, che rappresenteranno i nuclei iniziali attorno ai quali si svilupperà l’infrastruttura costituita da hub locali collegati alla rete di trasporto e distribuzione dell’idrogeno. Lo sviluppo di ecosistemi dell’idrogeno dove convivono sinergicamente più usi finali, aiuterà ad abbattere i costi e a generare nuove opportunità.
Il ruolo dei centri di ricerca in questa fase di sviluppo è fondamentale. Il supporto al settore della ricerca e dell’innovazione con finanziamenti ad accessibilità semplificata a progetti dimostrativi e investi menti di ricerca specifici, all’interno delle strategie previste per il nostro paese risulta azione prioritaria in questo contesto.
L’evoluzione di questo settore richiederà figure professionali specializzate in un’ampia gamma di conoscenze tecniche che si possono costruire investendo sull’educazione, dalle scuole superiori fino a quella universitaria per formare i futuri tecnici specializzati.
L’idrogeno farà parte a breve della nostra quotidianità e della vita dei cittadini europei, sarà quindi fondamentale accompagnare questo sviluppo con l’attuazione di campagne informative per il largo pubblico e di iniziative volte ad informare i cittadini attivando progetti informativi/educativi sulle tecnologie dell’idrogeno e sulle procedure di sicurezza applicate.
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Non ci sono dubbi che la prima azione da implementare sia quella di stabilire una strategia nazionale di lunga durata per tutto il settore dell’idrogeno, che tracci una direzione chiara e indichi delle azioni puntuali e degli obiettivi definiti per supportare il settore e abilitare gli investimenti.