P’ttera PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania

La P’ttera è una antica preparazione gastronomica a base di carne suina e papaccelle sott’aceto, cucinata in occasione della macellazione familiare del maiale. Il piatto si presenta composto di cubetti di carne morbida, ben rosolata, con liste di peperoni.

Metodiche di lavorazione

Preparazione gastronomica legata al momento rituale dell’uccisione del maiale, ottenuta a partire da un particolare taglio di carne suina, la parte anteriore del collo e dall’intero petto(da cui il nome dialettale P’ttera del taglio rettangolare a cavallo delle due mezzene, taglio superficiale che inizia sotto il guanciale e termina in corrispondenza della pancetta), secondo tecniche di macellazione di tipo tradizionale. Il taglio viene sezionato in cubetti di circa 3 cm di lato, che vengono cotti in padella a fuoco lento per 15 minuti, rilasciando il proprio grasso; quindi il fuoco viene ravvivato fino all’imbiondimento della carne; le papaccelle vengono preparate in un’altra padella, in ragione di ½ Kg di papaccelle per Kg di carne, quindi aggiunte del grasso di cottura della carne e lasciate asciugare per 15 minuti, quindi aggiunte della carne rosolata. Alla fine viene aggiunto peperoncino (4-5 gr/Kg di carne, secondo la piccantezza).

Osservazioni sulla tradizionalità

La cottura della P’ttera assume un significato rituale, legato all’evento conviviale associato all’uccisione del maiale, che nell’area, di elezione per il suino nero casertano, veniva allevato in modo massivo. La P’ttera interessava il ceto contadino in quanto il particolare sezionamento non intaccava i tagli nobili; quindi era riservata ai partecipanti alla mattazione, che spesso appartenevano a nuclei familiari diversi ma riuniti in modo scambievole in occasione della macellazione, che richiedeva un tempestivo apporto di molte persone per evitare perdite di prodotto.

Da fonti orali emerge una continuità assoluta che può farsi risalire almeno all’epoca pre-risorgimentale, comunque secolare, legata al protrarsi parallelo delle ritualità, ancora osservate, connesse all’uccisione del maiale presso le famiglie contadine.

Territorio interessato alla produzione

Area dei monti Trebulani (provincia di Caserta)

Percoca col pizzo PAT Campania

La varietà di percoca detta “col pizzo”, originariamente coltivata nel napoletano, in particolare nell’area Flegrea, è detta così per via del suo pizzo molto accentuato. Ha frutti medio-grandi, di color giallo paglierino, polpa dolce e compatta. Caratteristica distintiva è il fatto che maturino molto tardivamente, tra settembre ed ottobre. La raccolta e la selezione vengono…

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Peperone imbottito PAT

Peperoni di grande taglia, quadrati o lunghi, solitamente rossi o gialli, di varietà non amare né piccanti, svuotati di picciolo e semi e ripieni di mollica di pane raffermo rinvenuta nell’acqua, carne tritata, pepe, sale, prezzemolo tritato, uovo e parmigiano grattugiato. Esistono comunque numerose varianti che tolgono ad esempio la carne tritata ed aggiungono alici…

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Fagiolo di cera PAT Campania

Ecotipo locale con baccello cilindrico, leggermente schiacciato, di colore verde; seme (6-7 per baccello) di forma reniforme accentuata, con cicatrice ilare appena sottolineata da una sfumatura scura del colore, che uniforme, di avorio antico. dimensioni medie, buccia sottilissima, pasta bianca a grana fine; ricco di amido, con la cottura scurisce assumendo toni di marrone molto…

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