Putizza PAT Friuli Venezia Giulia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia

Un ricco e morbido ripieno a base di frutta secca riavvolto in uno strato di pasta lievitata di forma circolare a chiocciola.

La putizza: la preparazione della pasta vengono impiegati i seguenti ingredienti: farina, zucchero, burro, uova, olio, miele, lievito, sale, aromi, latte.

La pasta si ottiene con il metodo dei tre impasti (preparazione del lievito, pre impasto con metà dose degli ingredienti ed impasto finale con gli ingredienti al completo), viene lavorata in uno sfoglio sottile dove viene steso il ripieno a base di frutta secca, viene poi portata a lievitazione e successivamente cotta. Gli ingredienti utilizzati per la preparazione del ripieno sono: uvetta, noci, nocciole tostate, mandorle, pinoli, olio, albume, marmellata di albicocche, cacao, liquore rhum, aromi.

Tradizionalità

Dolce originario dell’impero Austroungarico, si narra che fosse stato presentato per la prima volta in occasione di una festa data al castello di Miramare a Trieste già nel 1864 dal principe Massimiliano e Carlotta.

Ricette per la preparazione della Putizza sono riportate nel Manuale di cucina di Katharina Prato, edito per la prima volta in lingua tedesca a Graz nel 1892.

Il prof. Kuhar, in occasione del convegno “Le Cucine della Memoria-Dal Tiepolo all’età Teresiana” (Udine, 1996), ha ricordato l’origine slovena del dolce risalente al Medioevo e già descritta nei ricettari della borghesia viennese nel XVIII secolo.

Territorio di produzione: Provincia di Trieste e Gorizia.

Miele di Tiglio del Carso PAT Friuli Venezia Giulia

Il tiglio e’ da sempre presente nell’altopiano carsico come varietà spontanea rappresentando perciò il simbolo delle popolazioni locali e da sempre dal suo nettare viene ricavato il miele di tiglio che ha proprietà balsamiche e rilassanti. Da un avviso di concorso del 26 ottobre 1869 si legge che “l’Eccelso I. R. Ministero di Agricoltura”, affine…

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Pindulis PAT Friuli Venezia Giulia

Storicamente comunque l’allevamento delle specie ovicaprine era molto diffuso in Valle e tale metodo di conservazione della carne veniva regolarmente utilizzato. E’ riportato riferimento dell’esistenza antica di questo prodotto nel libro di S. Nievo, “La Foresta di Tarvisio”, A. Pizzi Spa Cinisello Balsamo 1986 (pag. 195 rif. affumicatoio di Malborghetto).

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Fagiolo dal Voglut PAT Friuli Venezia Giulia

Il fagiolo plombin, detto anche “dal voglut” (in dialetto occhietto) per la decorazione che ha sul dorso, simile a un occhio, è caratterizzato da un ilo scuro. È una varietà tradizionale di buona produttività, adatta sia alla produzione di granella verde che secca, ma che richiede lunghi tempi di cottura.

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