Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia
Il ramolaccio o rafano (Raphanus sativus) appartiene alla famiglia delle crucifere. Ha caratteristiche simili al ravanello dal quale se ne differenzia per le maggiori dimensioni della radice ed il sapore più intenso e piccante. La parte edule è rappresentata dalla radice che si consuma cruda o cotta.
Viene coltivato preferibilmente in successione a colture da rinnovo potendo sfruttare la fertilità residua del terreno. L’epoca di semina varia in relazione alla lunghezza del ciclo colturale. Le cultivar precoci si seminano fra aprile e giugno e completano il ciclo in 50 giorni. Quelle tardive si seminano fra fine luglio ed inizio settembre e chiudono il ciclo dopo 100-120 giorni. La semina si esegue su file distanti 30 cm mentre sulla fila le piante sono spaziate di circa 20 cm. La produzione può raggiungere le 40 t/ha.
Le cultivar più apprezzate ed utilizzate sono:
- Nero tondo d’inverno:caratterizzata da radice a forma di trottola, buccia di colore nero, polpa bianca croccante e piccante e ciclo tardivo;
- Rotondo bianco di Milano: con radice rotonda, buccia e polpa di colore bianco, poco piccante e con ciclo precoce.
Tradizionalità
Una segnalazione viene fatta da G.A. Pirona, E. Carletti e G.B. Corgnali nell’edizione del 1934 del “Vocabolario Friulano”.
Territorio di produzione: Pianura friulana.
Aceto di Mele PAT Friuli Venezia Giulia
Prodotto ottenuto con mele raccolte manualmente preferibilmente da piante sparse, non presenti in modo intensivo, di antica varietà (con caratteri autoctoni), maggiormente gustose e saporite. In carnico viene chiamato Aseit di mei.
Biscotto pevarins Peverini PAT Friuli Venezia Giulia
Biscotto a pasta compatta, di sapore piccante, di forma ellissoidale decorato con una mandorla in posizione centrale.