Ricotta iblea PAT Sicilia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sicilia

Prodotto fresco. Cremoso, di colore bianco avorio, ha una forma tronco conica dovuta alla fiscella nella quale è contenuto. Il sapore è dolce, l’odore è di siero.

Attrezzature storiche: Caldaia di rame stagnato “quarara”, bastone di canna “minaturi” con un terminale di materiale vegetale essicato “scupata” per la pulizia della “quarara”, raccoglitore in rame stagnato “cazza”, cucchiaio in legno “scumaricotta”, contenitore di varie dimensioni “iaruozzi”, contenitore di canna “cavagna”, fiscelle, mestolo, tavolo spersore, scopa di materiale vegetale essiccato “scuparino”. Fuoco diretto legna-gas.

Brevi cenni storici: La storia della ricotta iblea è ampiamente illustrata dallo storico Antonio Uccello. L’autore cita “La descrizione della città e del territorio di Noto” del 1813, dove si fa riferimento ad una fiorente produzione non solo di caciocavalli ma anche di ricotta fresca e salata. Uccello descrive minuziosamente la lavorazione della ricotta e gli utensili tradizionali utilizzati.

Riferimenti

  • Filippo Garofalo: “Discorsi sopra l’antica e moderna Ragusa”, (Palermo – Stabilimento tipografico di
    Francesco Lao), 1856.
  • Uccello Antonino: “Bovari, pecorari, curatuli”. Cultura casearia in Sicilia, Stass, Palermo, 1980.
  • Istituto Nazionale Sociologia Rurale: “Atlante dei prodotti tipici”:I formaggi”, Franco Angeli, Milano,
    1990.
  • Vizzardi-Maffeis “Formaggi italiani”, Edizioni Agricole, Bologna, 1990.
  • CNR: “I prodotti caseari del Mezzogiorno”, 1992.
  • Progetto Ibleo “indagine conoscitiva sulla tecnologia di trasformazione casearia del formaggio Ragusano”, Ragusa, 1997.

Territorio di produzione : Provincia di Ragusa

Mandorla PAT Sicilia

Esiste una vecchia mandorlicoltura, con sesti disomogenei, con tante varietà a guscio duro che prendono il nome commerciale di “Palma-Girgenti”, oggi denominata mandorla corrente; la nuova mandorlicoltura, invece, ha sesti regolari ed è basata su poche cultivar a guscio semipremice ed alta resa in sgusciato.

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Ficodindia della Valle del Torto PAT Sicilia

Nel 1855, Vito D’Amico, nel “Dizionario topografico della Sicilia” attesta che nel territorio di Roccapalumba erano coltivati a ficodindia una estensione di terreno pari a 11,434 “salme”, corrispondenti circa a 22.44.00 Ha. La “scozzolatura”, secondo Pitrè, fu sperimentata nel 1819 a Calamina dall’agrimensore Francesco Fazio, il cui figlio si trasferì a Roccapalumba, dove si presume,…

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