Riportare la natura nei terreni agricoli

Gli agricoltori sono i custodi delle nostre terre e, in quanto tali, svolgono un ruolo essenziale nel preservare la biodiversità: sono tra i primi a risentire delle conseguenze della sua perdita, ma anche tra i primi a beneficiare del suo ripristino. È grazie alla biodiversità che possono fornirci alimenti sicuri, sostenibili, nutrienti e a prezzi accessibili nonché assicurarsi il reddito necessario per sviluppare e far prosperare la loro attività.

Il futuro dell’Unione non può prescindere dagli agricoltori europei, che devono continuare a essere il polo sociale ed economico di molte nostre comunità. Al tempo stesso certe pratiche agricole sono tra le prime cause del declino della biodiversità. Ecco perché è importante lavorare di concerto con gli agricoltori per sostenere e incentivare la transizione verso pratiche completamente sostenibili.

Il miglioramento delle condizioni e della diversità degli agroecosistemi renderà il settore più resiliente ai cambiamenti climatici, ai rischi ambientali e alle crisi socioeconomiche, creando nel contempo nuovi posti di lavoro, ad esempio nell’agricoltura biologica, nel turismo rurale o in attività ricreative.

Per favorire la sostenibilità a lungo termine sia della natura che dell’agricoltura, la presente strategia procederà di pari passo con la nuova strategia “Dal produttore al consumatore” e con la nuova politica agricola comune (PAC), anche attraverso la promozione di regimi ecologici e regimi di pagamento basati sui risultati.

La Commissione intende attuare la strategia sulla biodiversità e quella “Dal produttore al consumatore” seguendo da vicino i progressi e i miglioramenti conseguiti in termini di sicurezza alimentare e reddito degli agricoltori. La Commissione farà sì che i piani strategici della PAC siano valutati in base a solidi criteri climatici e ambientali e che gli Stati membri stabiliscano valori nazionali espliciti per gli obiettivi definiti nella presente strategia e nella strategia “Dal produttore al consumatore”.

Tali piani dovrebbero favorire lo sviluppo di pratiche sostenibili quali l’agricoltura di precisione, l’agricoltura biologica, l’agroecologia, l’agrosilvicoltura, il prato permanente a bassa intensità e norme più
rigorose in materia di benessere degli animali. Indicatori essenziali della salute dei sistemi agroecologici, gli uccelli e gli insetti presenti sui terreni agricoli, in particolare gli impollinatori, sono di vitale importanza per la produzione agricola e per la sicurezza alimentare.

È imperativo invertirne l’allarmante tendenza alla diminuzione. Come illustrato nella strategia “Dal produttore al consumatore”, la Commissione adotterà provvedimenti per ridurre entro il 2030 del 50 % l’uso dei pesticidi chimici in genere, e dei rischi derivanti, e del 50 % l’uso dei pesticidi più pericolosi. Questi obiettivi devono essere sostenuti dall’attuazione completa dell’iniziativa dell’UE sugli impollinatori, che la Commissione intende riesaminare entro la fine del 2020 e completare con proposte di misure supplementari se necessario.

Per lasciare agli animali selvatici, alle piante, agli impollinatori e ai regolatori naturali dei parassiti lo spazio di cui hanno bisogno, è urgente destinare almeno il 10 % delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità, ad esempio fasce tampone, maggese completo o con rotazione, siepi, alberi non produttivi, terrazzamenti e stagni, tutti elementi che concorrono a intensificare il sequestro del carbonio, prevenire l’erosione e l’impoverimento del suolo, filtrare l’aria e l’acqua e sostenere l’adattamento al clima.

Si constata inoltre che i terreni più ricchi di biodiversità sono spesso quelli più produttivi. Gli Stati membri dovranno tradurre l’obiettivo UE del 10 % a una scala geografica inferiore per garantire la connessione tra gli habitat, in particolare utilizzando gli strumenti e i piani strategici della PAC, in conformità con la strategia “Dal produttore al consumatore”, e attuando la direttiva Habitat.

I progressi verso l’obiettivo saranno costantemente monitorati e, se necessario, ricalibrati per attenuare le ripercussioni negative sulla biodiversità, la sicurezza alimentare e la competitività degli agricoltori. L’agroecologia è in grado sia di fornire alimenti sani senza alterare la produttività, sia di aumentare la biodiversità e la fertilità del suolo e ridurre l’impronta della produzione alimentare.

L’ agricoltura biologica, in particolare, offre un grande potenziale sia per gli agricoltori che per i consumatori: è un settore che non solo crea posti di lavoro e attrae i giovani agricoltori, ma offre anche il 10-20 % di posti di lavoro in più per ettaro rispetto alle aziende agricole tradizionali e crea valore aggiunto per i prodotti agricoli. Per sfruttare al massimo questo potenziale, entro il 2030 almeno il 25 % dei terreni agricoli dell’UE devono essere adibiti all’agricoltura biologica.

Oltre alle misure della PAC, la Commissione presenterà un piano d’azione per l’agricoltura biologica, che
aiuterà gli Stati membri a stimolare l’offerta e la domanda di prodotti biologici; alimenterà inoltre la fiducia dei consumatori per mezzo di campagne promozionali e appalti pubblici verdi.

Nell’attuazione degli obiettivi agroecologici stabiliti per l’insieme dell’UE nella presente strategia e nella strategia “Dal produttore al consumatore”, si terrà conto del fatto che gli Stati membri partono da situazioni diverse e che i progressi compiuti finora sono d’intensità diversa. Occorre aumentare il ricorso alle misure di sostegno all’agroforestazione nell’ambito dello sviluppo rurale, per sfruttare le grandi potenzialità offerte da questa pratica a beneficio della biodiversità, le persone e il clima.

È altresì necessario invertire la tendenza all’erosione della varietà genetica, ad esempio facilitando l’uso di colture e razze tradizionali: ne deriverebbero benefici anche per la salute grazie a un’alimentazione più variata e nutriente. La Commissione sta valutando l’opportunità di rivedere le norme di commercializzazione delle varietà tradizionali al fine di contribuire alla loro conservazione e al loro uso sostenibile; intende inoltre adottare misure volte a facilitare la registrazione delle varietà di sementi, anche per quanto riguarda l’agricoltura biologica, e ad agevolare l’accesso al mercato per le varietà tradizionali e adattate alle condizioni locali.

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