Riserva forestale di protezione e biogenetica Duna Feniglia – Toscana

Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

La Riserva Forestale di Protezione “Duna Feniglia”, occupa una fascia di territorio pianeggiante tra la laguna di Orbetello a Nord e il Mar Tirreno a Sud, che congiunge il promontorio dell’Argentario, in prossimità di Porto Ercole, con il colle di Ansedonia. L’area protetta occupa infatti il tombolo meridionale della laguna di Orbetello.

La Riserva, istituita nel 1971 su terreni già di proprietà dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, è oggi gestita mediante il “Piano di gestione naturalistica 2015 – 2024”. La storia della Foresta della Duna Feniglia è la storia di un antico bosco comunale, che per secoli ha protetto la laguna e gli abitanti di Orbetello. Il taglio dell’originaria foresta mediterranea, nel XIX secolo, seguito alla vendita dei beni, ed il successivo pascolo incontrollato, hanno causato la progressiva e inarrestabile scopertura dei terreni, la veloce mineralizzazione degli strati organici del suolo e l’affioramento delle sabbie incoerenti.

Queste, facile preda dei venti, oltre a causare problemi di interrimento della limitrofa laguna di Orbetello, con i loro susseguirsi di accumuli ed erosioni, creavano vaste aree umide effimere e poco profonde dove prosperava la zanzara anofele e quindi la malaria. Nel 1911, attraverso azioni di esproprio, la Feniglia pervenne al Demanio Forestale, e dall’anno successivo presero avvio i difficili lavori di riforestazione della duna. Nell’arco di 50 anni sono stati rimboschiti circa 460 ettari, dei quali la maggior parte con pino domestico (Pinus pinea), nella parte centrale e settentrionale del tombolo, e con pino marittimo nella fascia meridionale, prossima al mare. Nel 1971 La Duna Feniglia è stata dichiarata Riserva Forestale di Protezione, proprio per la importante funzione protettiva e di contrasto alla erosione esercitata dai forti venti di mare.

Morfologia

La morfologia è tipica degli ambienti di costa sabbiosa, con cordone dunale ed ambiente retrodunale, in cui talvolta si trovano aree sottoposte ad inondazione temporanea.

La Riserva è oggi una pineta di pino domestico e marittimo di origine artificiale, coetanea su vaste superfici, ottenuta attraverso un lungo periodo di tempo e un susseguirsi di complesse fasi di lavoro, che hanno preso avvio dall’applicazione, in larga scala, di metodi e tecniche di consolidamento e ricolonizzazione delle sabbie, propri dell’ingegneria naturalistica. Voluta fortemente per la protezione della laguna e della comunità locale, la foresta è stata edificata anche con finalità produttive per il legname, i pinoli e la resina.

Oggi i boschi della Riserva condividono il grande valore ambientale attribuito alle pinete litorali della Toscana, elementi caratterizzanti e identitari del paesaggio. Le pinete, tuttavia, subiscono una serie di criticità di tipo fitosanitario, oltre che di stabilità. Alla crisi del pino contribuisce significativamente l’ingresso del cuneo salino dal lato laguna, legato alle modifiche del regime idrico della laguna per finalità di pescicoltura. L’approccio della gestione conservativa deve tener conto dell’importanza della pineta coetanea, meritevole di conservazione, ma anche della opportunità di destinare alcune aree all’evoluzione naturale dei boschi, assecondando o assistendo le dinamiche naturali in atto, i cui prodromi sono comunque ben visibili. Questo nell’ottica della tutela della biodiversità e dei processi naturali, oltre che dello status quo dei popolamenti.

Habitat

L’area della Riserva riguarda in larga parte la zona forestata, che ricopre circa il 90% dell’area. È presente un habitat protetto dalla Direttiva UE Habitat, ovvero un habitat di notevole interesse per il suo rischio di scomparsa dal territorio europeo, il 2270 – Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster.

Vegetazione e Flora

Da punto di vista vegetazionale, si distinguono tre fasce principali che corrono lungo tutta la Riserva: la fascia prospiciente il mare, occupata da vegetazione tipica delle dune sabbiose, e più all’interno, da formazioni rade a prevalenza di pino marittimo, la fascia centrale, più estesa, occupata dalla pineta produttiva di pino domestico, e la fascia confinante con la laguna, nella quale al pino si mescolano latifoglie sclerofille e caducifoglie variamente compenetrate con praterie di specie alofile.

La fascia centrale era utilizzata per la raccolta dei pinoli, impiegati nella industria alimentare e per la propagazione del pino domestico, dal momento che la pineta è Bosco da Seme per tale specie. Ad oggi la raccolta è occasionale e finalizzata esclusivamente alla produzione di piantine da utilizzare in rimboschimenti locali.

Lembi di formazioni igrofile, particolarmente preziosi, occupano depressioni con falda più superficiale. In questa zona e nella zona lagunare possiamo ritrovare alcune specie come il gladiolo palustre (Gladiolus palustris), la ruppia (Ruppia cirrhosa) e le salicornie (Salicornia dolichostachya, Salicornia emerici, Sarcocornia fruticosa, Sarcocornia perennis).

Fauna

Il mammifero principale della Riserva è il daino (Dama dama). Questo ungulato, non autoctono, fu introdotto intorno al 1954 con 8 esemplari, due maschi e sei femmine, con lo scopo di contenere la diffusione della invasiva robinia (Robinia pseudoacacia) nei rimboschimenti. Attualmente la robinia è pressoché scomparsa, mentre la popolazione del daino è aumentata fino a rappresentare una vera e prpria minaccia per i consorzi vegetali e prima causa di insuccesso della rinnovazione naturale nelle aree in rinaturalizzazione.  La popolazione di daino, stimata in circa 200 esemplari, molto variabile vista la limitata estensione della Riserva a la continuità con altre terreni, ha subito una contrazione con il consolidarsi della presenza del lupo a partire dal 2017. Altro rappresentante degli ungulati è il cinghiale (Sus scrofa), piuttosto variabile nella consistenza numerica della popolazione. I danni prodotti insieme al daino sono notevoli, e costringono ad effettuare piantagioni di specie autoctone solo entro aree recintate o mediante ricorso a protezioni singole.

Nel 2017 si è verificato un evento riproduttivo di lupo, specie protetta dalla Direttiva UE Habitat, nell’area centrale della Riserva. Sono pertanto in corso monitoraggi con videofotrappole e percorsi su transetti per il rilievo di tracce e campioni biologici. Frequente la volpe (Vulpes vulpes), il tasso (Meles meles) e i piccoli roditori.

Di fondamentale importanza per il mantenimento dell’ecosistema lagunare, nella pineta sono presenti alcune rare specie ornitiche tra cui il lodolaio (Falco subbuteo), il cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius) e l’assiolo (Otus scops). Nella laguna posta a Nord vi è lo svernamento del codone (Anas acuta), del mestolone (Anas clypeata) e del canapiglia (Anas strepera). Dal 1994, la laguna confinate con la Riserva è attestata come unico sito peninsulare di nidificazione del fenicottero rosso (Phoenicopterus ruber).

Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita

rgpbio.it Riserva Forestale di Protezione e Biogenetica Duna Feniglia. Toscana

Vedi Classificazione Aree Naturali Protette

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