Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità
La Riserva comprende un’ampia pineta a Pinus nigra subsp. calabrica, inquadrata nell’associazione Hypochoerido-Pinetum calabricae del Doronico-Fagion. Si tratta di comunità legate all’abbondanza di substrati granitici e suoli acidi e sabbiosi, ricchi di scheletro, sui quali il pino, specie abbastanza frugale e xerofitica, è avvantaggiato rispetto al faggio. Il corteggio floristico della pineta è caratterizzato da Hypochoeris laevigata, Teucrium siculum, Lathyrus gliciphyllos, Pteridium aquilinum, più raramente si rinvengono le endemiche Buglossoides calabra e Limodorum brulloi. Il pino, di età compresa fra i 50 e i 100 anni, è associato al Cerro e negli avvallamenti umidi sono presenti fitocenosi a Faggio e Ontano nero.
La Riserva è interessata per l’85 % della sua superficie (316.25.20 ettari di superficie totale) da popolamenti di pino laricio (Pinus laricio). Localmente sono presenti piccole superfici (0,6%, 2 ettari circa) occupate dal faggio (Fagus sylvatica). Lungo i corsi d’acqua è presente l’ontano nero (Alnus glutinosa) che complessivamente occupa il 5% della superficie. Sono presenti anche radure dove nel passato era esercitato il pascolo: tali superfici, oggi in fase di colonizzazione da parte della vegetazione arborea, interessano il 5% della superficie.
Si tratta di una pineta pura di pino laricio, diffusa senza soluzione di continuità praticamente su tutta l’area protetta, con differenze piuttosto significative fra i vari settori. Le diversità degli attuali soprassuoli sono riconducibili alle condizioni dei popolamenti nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale e ai conseguenti interventi di miglioramento dei boschi e di rimboschimento eseguiti in attuazione della prima Legge Speciale Calabria finalizzati alla difesa e conservazione del suolo.
Le attuali caratteristiche dei boschi evidenziano, quindi, differenze strutturali strettamente legate agli interventi attuati nel passato. La pineta presenta un certo grado di eterogeneità dovuta alla presenza di soprassuoli di origine naturale, originatisi a seguito delle utilizzazioni del dopoguerra, e di rimboschimenti su superfici ridotte realizzati per colmare i vuoti di copertura. Le zone rimboschite, la cui età è compresa tra i 50 e i 70 anni, presentano una struttura regolare con densità e grado di copertura elevati nonostante alcuni interventi di diradamento siano stati eseguiti, i nuclei di pineta di origine naturale sono distribuiti in maniera casuale all’interno di tali rimboschimenti.
Le pinete del territorio sono in gran parte frutto di una gestione selvicolturale che ha favorito l’espansione del pino anche in contesti potenzialmente favorevoli ad altre specie legnose, come appare evidente dalla ricca rinnovazione di faggio presente anche in questo sito. Tuttavia l’indiscusso valore non solo produttivo, ma anche paesaggistico e naturalistico che riveste oggi questo habitat, impone la sua conservazione.
La faggeta interessa superfici molto modeste. Spesso si accompagna all’ontano nero, mantenendosi però a una certa distanza dai corsi d’acqua. La giovane età e le condizioni di densità delle pinete circostanti non fanno prevedere una immediata ridiffusione del faggio al loro interno ma, in previsione di una ricostituzione dell’originaria composizione specifica queste superfici, seppur di limitata estensione, possono giocare un ruolo molto importante rendendo il processo più rapido.
I boschi di ontano nero sono di ampiezza molto limitata, strettamente legati ai corsi d’acqua in corrispondenza dei quali l’ontano nero forma dei filari che accompagnano il torrente nella sua discesa a valle. Si tratta di popolamenti puri, con piante abbastanza vecchie in rapporto alla longevità della specie. Diametri e altezze non sono particolarmente elevati e i fusti risultano piuttosto irregolari. La chioma è mediamente ampia, inserita piuttosto in alto, spesso con fronde secche.
Le radure sono abbastanza numerose ma generalmente interessano una superficie abbastanza modesta, pari al 5% della superficie complessiva della riserva. Si trovano in corrispondenza di piccoli cocuzzoli o di aree particolarmente esposte dove il suolo, a seguito di fenomeni di erosione, non è sufficiente sviluppato per sostenere piante d’alto fusto.
Habitat
HABITAT IN DIR. HABITAT PRESENTI NELLA RISERVA | note | |
3260 | Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion | |
6430 | Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile | |
91E0* | Foreste alluvionati di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanea, Salicion albae) | Foreste ripariali di Ontano nero |
9530* | Pinete (sub) mediterranee di pini neri endemici | Pinete Pino Laricio |
Flora
La foresta è composta da fustaia pura di Pinus nigra var. laricio (pino laricio), in parte derivante da rimboschimento. Lungo i fossi e nelle zone ove affiorano delle sorgenti si riscontrano gruppi di Alnus glutinosa (ontano nero), Populus tremula (pioppo tremulo) e Fagus sylvatica (faggio). Sono interessate da una vegetazione erbacea a prevalenza di graminacee con felce e qualche pianta di rosa canina e biancospino. Fra le specie del sottobosco è stata rilevata la presenza di Buglossoides calabra, endemismo sud-appenninico.
SPECIE VEGETALI D’INTERESSE CONSERVAZIONISTICO PRESENTI NELLA RISERVA | ||
Specie | Denominazione Italiana e Locale | Interesse |
Buglossoides calabra | Erba perla calabrese | Endemica sud-Italia |
Fauna
Tra gli Anfibi protetti dalla Direttiva Habitat, sono presenti l’Ululone appenninico Bombina pachypus e, anche se di recente accusa una drastica riduzione della sua presenza, la Raganella italiana Hyla intermedia, non sono, viceversa, segnalate specie di rettili d’interesse comunitario. Allo stato attuale, le conoscenze riferite alle specie di avifauna di interesse comunitario e/o conservazionistico, risultano mancanti.
I Mammiferi segnalati nella riserva sono Felis silvestris, Muscardinus avellanarius e Canis lupus, tutti protetti dalla Direttiva Habitat. Di quest’ultima specie è stata ripetutamente riconfermata di recente la presenza.
SPECIE ANIMALI DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO PRESENTI NELLA RISERVA | ||
Specie | Nome comune | |
Felis silvestris | Gatto selvatico | |
Sciurus meridionalis | Scoiattolo nero | |
Canis lupus | Lupo | |
Muscardinus avellanarius | Moscardino |
…
Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita rgpbio.it Macchia della Giumenta San Salvatore
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette
Riserva Naturale Biogenetica Stornara e Marinella – Basilicata
L’habitat della pineta si presenta a bassa fragilità, come anche la duna a ginepri. Le steppe salate di Salinella e i fiumi ionici sono invece habitat ad elevata fragilità. Il pericolo più grosso delle pinete è da ravvisare negli incendi boschivi. La captazione a scopo irriguo è da considerarsi uno dei problemi più grossi per…
Riserva Naturale Piana Grande della Maielletta – Abruzzo
La riserva naturale Piana Grande della Maielletta è un’area naturale protetta di 366 ha, istituita nel 1982 e situata nei comuni di Caramanico Terme e Roccamorice, in provincia di Pescara. Posta a nord-est della riserva naturale Valle dell’Orfento I, l’area protetta della Piana Grande della Maielletta occupa una superficie di 366 ha, pari a quasi 4 km², con un dislivello che spazia dai 1000 m s.l.m. ai 2400 m s.l.m., all’interno dei territori dei comuni di Caramanico…
Riserva naturale integrale e biogenetica Val Grande – Piemonte
La Riserva, unitamente alla limitrofa area del Monte Mottac, è inserita nel complesso montuoso delimitato dalla Valle Vigezzo, dal Lago Maggiore e dal fiume Toce (Valle d’Ossola). Fa parte del bacino imbrifero del torrente S. Bernardino che confluisce nel Lago Maggiore. Orograficamente e morfologicamente molto ben definita, è caratterizzata da valli molto profonde e strapiombi…