Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità
Con D.M. del 13.07.1977 venne istituita in Sila Piccola, su terreni del demanio dello Stato, la Riserva Naturale Biogenetica allo scopo di garantire l’equilibrio biologico e la biodiversità. La Riserva è posta all’interno del Parco Nazionale della Sila e si estende su terreni di altitudine prevalente tra 1.000 e 1.300 m s.l.m., la morfologia è ondulata, la pendenza si mantiene sempre entro limiti moderati.
Le Riserve in Sila Piccola contribuiscono a proteggere e conservare particolari ecosistemi, cenosi e biotopi significativi, di grande interesse vegetazionale e faunistico. La platea geologica è costituita da rocce arcaiche metamorfosate risalenti al permico medio e formate da gneiss e micascisti granatiferi. Le precipitazioni medie annue si aggirano intorno a 1.300 mm; la temperatura media annua è di circa 10′ C. il clima è tipicamente mediterraneo con piovosità autunno – invernale e temperature più alte nei mesi estivi. La finalità della Riserva è la conservazione e la tutela dell’ambiente, anche in considerazione dell’importanza della Riserva per la produzione di materiale di propagazione di elevata qualità genetica da utilizzare per il rimboschimento di zone degradate. L’istituzione delle Riserve in Sila Piccola ha interessato una società agro-silvo-pastorale, anche se più specificatamente forestale. I centri abitati sono ubicati all’esterno delle Riserve, a molti chilometri di distanza dalle stesse ed a quote altimetriche più basse. Si tratta di paesi con cui le Riserve hanno avuto legami di natura economica, sociale e culturale; da sempre le popolazioni pedemontane hanno esercitato sull’altopiano silano le piùvarie attività agro-silvo-pastorali ed artigianali. Delle attività connesse al lavoro boschivo, le popolazioni silane custodiscono una memoria storica che richiede strutture permanenti di riferimento le quali servono anche da collegamento con il presente volto ad una incisiva azione di tutela del patrimonio naturale.
Habitat
Il principale Habitat presente all’interno della Riserva è quello relativo a “Pinete sub-mediterranee di pini neri endemici”, con pino laricio silano, su terreni ricchi di substrati granitici che danno origine a suoli acidi e sabbiosi, terreni particolari ove il pino silano predomina rispetto al faggio poiché, essendo una pianta piuttosto rustica (xerofitica e frugale), si adatta meglio a questi ambienti.
Nel dettaglio, gli Habitat che insistono nella Riserva ai sensi della Direttiva 94/43/CEE sono i seguenti:
- 3260: Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion;
- 6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
- 91E0: Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae);
- 9530: Pinete (sub)mediterranee di pini neri endemici.
Flora
Secondo la classificazione del Pavari, la foresta si estende nel Fagetum, sottozona calda e nel Castanetum. La specie più diffusa e importante è il pino laricio calabrese (Pinus nigra var. calabrica) che si trova a formare boschi puri e raramente misto con altre specie (querce caducifoglie e sempreverdi, ontano nero e napoletano). Il pino laricio si rinnova con facilità e abbondantemente purché il seme trovi del terreno minerale. Nell’ambito dei popolamenti di pino laricio si trovano degli individui aventi particolari caratteristiche di pregio. Questa forma di pino laricio, detta “pino Vutullo” da alcuni ritenuta una varietà botanica, presenta fusto cilindrico con corteccia liscia e privo di nodi ed un duramen più esteso del normale.
Nella fascia altitudinale più bassa, compresa tra 650 e 1.100 – 1.200 ms.l.m. sono presenti il castagno e le querce sempreverdi e caducifoglie, ma intorno ai 1000 mt. di quota il pino laricio prende il sopravvento sulle altre specie. Nelle zone della Riserva a quote più elevate, nelle pinete capita di trovare l’ontano napoletano, il pioppo tremulo, il salicone, il sorbo degli uccellatori. Fra gli arbusti si ricordano la ginestra dei carbonai, il biancospino, la rosa canina, il rovo, il lampone ecc.
Fauna
Fra i mammiferi la specie più importante è certamente il lupo appenninico (Canis lupus) che ha caratteristiche morfologiche che lo differenziano dal lupo europeo, che sono comunque della stessa specie e strettamente protetti anche a livello europeo. Fino a qualche anno fa in pericolo di estinzione, oggi la popolazione di lupi è in aumento.
Altri mammiferi diffusi sono il capriolo e il cinghiale; fra i mammiferi di piccola e media mole si ricordano lo scoiattolo, la volpe, la lepre, il tasso, il gatto selvatico, la martora, la faina, la puzzola. I pesci sono rappresentati dalla trota. Degli uccelli sono presenti numerose specie; si ricordano la poiana, lo sparviero, l’astore, la cornacchia, il picchio nero e il rosso maggiore, la cinciallegra, il fringuello, il crociere.
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Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita rgpbio.it Poverella Villaggio Mancuso
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette
Riserva Naturale Orientata Quarto Santa Chiara a Palena (Chieti)
Istituita nel 1982, la riserva naturale Orientata Quarto Santa Chiara ha un’estensione di 482 ettari, ricadenti nel territorio del Comune di Palena, ed e’ interamente compresa nel Parco Nazionale della Majella. E’ un vasto altopiano di origine carsica, circondato da rilievi montuosi,che si sviluppa ad un’altitudine che varia tra 1073 m e 1729 m.
Riserva Naturale Biogenetica Lamarossa – Toscana
Lamarossa La superficie della Riserva, localizzata intorno al Monte Orecchiella, varia da dai 900 ai 1400 m s.l.m. L’area si presenta prevalentemente boscata (178 ha), con la rimanente porzione ospitante seminativi e prati-pascoli. La Riserva è caratterizzata da prati e aree umide derivanti dai numerosi torrenti e corsi d’acqua alimentati da precipitazioni meteoriche e falde…
Riserva Naturale Biogenetica Gariglione Pisarello – Calabria
La Foresta ricade nella zona del Fagetum ed è proprio il Faggio la specie più diffusa in consociazione con l’Abete bianco, la mescolanza è sia a singoli pedali che a gruppi. Evidente è l’alternanza dei cicli di produzione tra le due specie, infatti nelle zone ricoperte dove ci sono abeti adulti è il Faggio che trova condizioni ideali…