Riserva naturale di Campigna – Emilia Romagna

Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

La Riserva di Campigna si estende su circa 1200 ettari di territorio, si trova nel versante romagnolo delle riserve ed è compresa tra un’altitudine di 850 m s.l.m. e 1650 m s.l.m. La formazione geologica prevalente è costituita dall’arenaria oligocenica con alternanza di strati compatti e strati di scisti limoso-argillosi molto friabili. La particolare disposizione degli strati rocciosi, che dal versante romagnolo si immergono verso quello toscano, determina la ripida e a tratti scoscesa orografia della foresta e conferisce una particolare conformazione al terreno.

Habitat

Nella Riserva sono presenti i seguenti habitat tutelati dalla Direttiva UE Habitat:

4060 Lande alpine e subalpine; presente unicamente sulla fascia di crinale nei pressi di Monte Falco. Vaccinium myrtillus è la specie dominante a cui si associano Hypericum richeri, Anemone narcissiflora, Potentilla erecta.

6210 Pascoli xerofitici dei Festuco-Brometalia; discretamente distribuito all’interno della Riserva, individua due diverse tipologie di ambienti, le praterie semiaride del Mesobromion e le praterie molto aride dello Xerobromion. Le prime individuano formazioni prative chiuse su suoli relativamente profondi, mentre le seconde formazioni prative aperte discontinue, sui tratti ripidi degli affioramenti marnoso-arenacei. L’habitat si trova comunemente associato al 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine con Alopecurus pratensis Sanguisorba officinalis.

6230* Formazioni erbose a Nardus; presente unicamente sulla zona di crinale, localizzato a margine o all’interno delle faggete di quota e al margine delle brughiere a mirtillo nero. Si tratta di un complesso di vegetazione che comprende praterie a festuche (Festuca nigrescensF. violacea subsp. puccinellii, F. rubra) e nardo (Nardus stricta), riferibili all’associazione Carlino caulescentis-Nardetum strictae oltre ad altre comunità vegetali, tra cui brughiere a mirtillo piuttosto aperte, da considerarsi piuttosto che vere e proprie brughiere, stadi a mirtillo del Carlino caulescentis-Nardetum. Pochissime le specie indicatrici dell’habitat che sono state ritrovate nei siti di rilevamento, ovvero, Nardus stricta Veronica officinalis. L’habitat tende ad associarsi con il 4060 Lande alpine e subalpine e 6520 Praterie montane da fieno.

6430 Praterie di megaforbie eutrofiche; l’habitat occupa una superficie relativamente limitata e si rinviene sul margine del bosco e nelle chiarie, o in corrispondenza di impluvi e sulle sponde dei corsi d’acqua, in zone complessivamente fresche. Lo si trova comunemente associato a diverse tipologie di habitat: 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo del Festuca Brometalia – prioritario con stupenda fioritura di orchidee”, 9130 Faggete dell’Asperulo-Fagetum, 91E0* Foreste alluvionali con Alnus glutinosa Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae), 9180* Foreste di versante, valloni e ghiaioni del Tilio-Acerion, 92A0 Foreste a galleria di Salix alba Populus alba, ma sempre con superfici molto contenute.

Faggete foreste e boschi

9210* Faggete degli appennini con Taxus e Ilex; sull’Appennino romagnolo l’habitat incontra il limite ecologico e latitudinale alla sua distribuzione. Lo si trova in associazione con gli habitat prioritari 9180* “Foreste di versanti, valloni e ghiaioni del Tilio-Acerion” e 9220* Faggete dell’Appennino con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis, e con il 9130 Faggete dell’Asperulo-Fagetum.

9220* Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis; è l’habitat più esteso, si concentra nella fascia vegetazionale e in particolare nel versante romagnolo all’interno della Foresta di Campigna e nella zona di Monte Falco. Lo si può trovare associato agli habitat prioritari 9180* Foreste di versanti, valloni e ghiaioni del Tilio-Acerion e 9210* Faggete degli Appennini con Taxus Ilex, e all’habitat 9130 Faggete dell’Asperulo-Fagetum.

9260 Boschi di Castanea sativa; l’habitat delle foreste di castagno, costituito sia da ex-castagneti da frutto che da cedui, si concentra soprattutto nella fascia submontana-collinare. Negli ex-castagneti da frutto, solitamente molto vecchi e per lo più in fase di abbandono, possono essere presenti esemplari di grandi dimensioni, elemento di diversificazione ambientale importantissimo, in quanto habitat insostituibile per molte specie animali.

9180* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion; l’habitat si sviluppa nei canaloni di impluvio, nelle situazioni più fresche e a forte pendenza, trovando nei luoghi più impervi e inaccessibili, le migliori condizioni per lo sviluppo e anche una presenza di specie indicatrici più significativa. L’habitat può trovarsi associato con altri ambienti di faggeta quali: 9130 Faggete dell’Asperulo-Fagetum e gli habitat prioritari 9210* Faggete degli Appennini con Taxus Ilex e 9220* Faggete dell’Appennino con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis.

8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera di Sedo-Scleranthion o di Sedo albi-Veronicion dillenii; l’habitat, estremamente limitato, individua unicamente situazioni puntiformi. Specie indicatrici sono: Sedum sp. pl.: Sedum album, S. sexangulare, S. rupestre, S. dasyphyllum, S. monregalense, a cui possono accompagnarsi Dianthus sylvestris, Rumex acetosella, Trifolium arvense. A causa dell’aridità stazionale, questa vegetazione aperta è caratterizzata dalla presenza di muschi, licheni e Crassulaceae.

Flora

La Riserva è caratterizzata principalmente da habitat forestali a prevalenza di faggio (Fagus sylvatica) e abete bianco (Abies alba). A quote più basse (sotto gli 800 m s.l.m.) si incontra un bosco misto di latifoglie arricchito con specie quali acero campestre (Acer campestre), carpino nero (Ostrya carpinifolia), carpino bianco (Carpinus betulus) e tiglio (Tilia platyphyllos)

Il particolare clima della zona favorisce la presenza di una flora tipicamente alpina, come il mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea), mirtillo nero (Vaccinium myrtillus), l’unica stazione appenninica di tozzia alpina (Tozzia alpina), e sassifraga moscata (Saxifraga moschata), costituendone la stazione italiana più meridionale. Di notevole importanza la presenza del licopodio abietino (Huperzia selago), dei Licopodi quali Lycopodium clavatumLycopodium annotinum subsp. annotinum e della felce Phegopteris connectilis (tre specie al limite meridionale dell’areale distributivo nella penisola), di Anemone narcissifloraViola eugeniae (al limite settentrionale dell’areale distributivo nella penisola), Saxifraga paniculataSaxifraga oppositifolia supsp. latina e Saxifraga moschataGentiana vernaCentaurea montanaConvallaria majalisDryopteris expansa (limite meridionale adriatico) e di Filipendula ulmaria.

Fauna

Moltissime sono le specie protette a livello europeo dalla Direttive UE Habitat o Uccelli (indicate di seguito con *). La fauna maggiore è costituita da ungulati come cervi (Cervus elaphus), daini (Dama dama), caprioli (Capreolus capreolus) e cinghiali (Sus scrofa); tra i carnivori oltre al lupo (Canis lupus*), il gatto selvatico (Felis silvestris*), la volpe (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis), la faina (Martes foina), la puzzola (Mustela putorius*) e il tasso (Meles meles).

Tra i mammiferi minori troviamo lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), la lepre comune (Lepus europaeus), l’arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), il ghiro (Glis glis), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus e, il topo selvatico dal collo giallo (A. flavicollis).

Fauna Ornitica

Abbondante anche la fauna ornitica. Tra i rapaci diurni più significativi che nidificano nell’area sono da menzionare l’astore (Accipiter gentilis*), lo sparviere (Accipiter nisus), il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus*), il gheppio (Falco tinniculus), falco pellegrino (Falco peregrinus), la poiana (Buteo buteo) e l’aquila reale (Aquila chrysaetos*). Fra i notturni è presente il barbagianni (Tyto alba), l’allocco (Strix aluco), il gufo reale (Bubo bubo*) e il gufo comune (Asio otus). Tra le altre specie interessanti residenti nella riserva si annoverano i picchi, quali: picchio verde (Picus viridis), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), picchio rosso minore (Dryobates minor) e il grande picchio nero (Dryocopus martius).

Molto diffusi sono i rettili e gli anfibi, tra cui la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata*), il geotritone italico (Speleomantis italicus*), il tritone alpestre appenninico (Mesotriton alpestris), tritone crestato italiano (Triturus carnifex*), la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e la rana montana (Rana temporaria*).

La Riserva presenta un’importante diversità di insetti xilofagi saproxilici, strettamente legati alle foreste vetuste caratterizzate da un’elevata presenza di legno morto in tutte le sue forme. Tra questi citiamo la Rosalia alpina* (un Cerambycidae inconfondibile e di rara bellezza che vive in boschi di latifoglie, soprattutto di faggio, in tutta l’Europa), l’Osmoderma eremita* (un raro Cetoniidae di colore bruno scuro legato alle formazioni boschive mature di latifoglie) e il Lucanus cervus*.

Questi animali costituiscono componenti essenziali per il funzionamento dell’ecosistema delle foreste il cui livello di complessità è per noi tuttora sconosciuto e per lo studio del quale le foreste casentinesi sono uno dei laboratori più adatti.

Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita rgpbio.it Riserva naturale di Campigna

Vedi Classificazione Aree Naturali Protette

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