Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità
Di proprietà del Duca D’Alessandro di Pescolanciano ed esteso circa 500 ha, il bosco di Collemeluccio fu portato in dote a questi dalla nobildonna Desiderata Melucci, da cui sembra derivi il nome, la quale lo avrebbe acquistato nel 1628 dall’Università di Pietrabbondante. Rimase di proprietà dei D’Alessandro fino al 1895, anno in cui il Banco di Napoli lo vendette a famiglie del luogo e poi venne frammentato per successioni ereditarie. A partire dal 1968, l’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali si impegnò in un’opera di ricomposizione fondiaria, terminata con la formazione di un nucleo di 363 ha. Dal 1° gennaio 2017, a seguito dell’assorbimento del C.F.S. nell’Arma dei Carabinieri, è amministrata dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Isernia.
Ubicata nel territorio del comune di Pescolanciano (IS), con un intervallo altimetrico compreso tra 920 e 1284 m s.l.m. e confinante a nord con il Regio Tratturo Celano-Foggia, è caratterizzata da formazioni argillose che danno vita ad una morfologia morbida e ondulata, quasi priva di affioramenti rocciosi. Non si rilevano situazioni di marcata instabilità data la modesta pendenza dei versanti, se si esclude la fascia al confine con il Fiume Trigno.
Il reticolo idrografico è costituito dal vallone Salcitaro e da alcuni valloncelli i cui alvei hanno uno sviluppo di poche centinaia di metri, tutti confluenti nel Fiume Trigno.
Habitat
Sono presenti i seguenti habitat della Direttiva UE:
- 5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli” – arbusteti dominati da Juniperus communis cui si associano Prunus spinosa subsp. spinosa, Ligustrum vulgare e Rosa sp.pl..
- 6210* “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)” (*importante presenza di orchidee)” – formazioni prative con Bromus erectus, Brachypodium rupestre, Dacylis glomerata, Poa pratensis, Holcus lanatus, Festuca circummediterranea, Trifolium pratense subsp. semipurpureum, etc.
- 6510 “Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)”.
- 91M0 “Foreste pannonico-balcaniche di quercia cerro-quercia sessile” – cerrete termofile
- 9210* “Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex” – faggete termofile
- 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba” – boschi ripariali
- 9510 “Foreste sud appenniniche di Abies alba” – compatto nucleo di bosco ad Abies alba, accompagnato da Quercus cerris ma anche, laddove le condizioni microclimatiche sono favorevoli, da Fagus sylvatica.
Flora
Il bosco relitto di abete bianco, caratterizzato dalla vicarianza con la cerreta mesofila del piano submontano, è un esempio unico per fisionomia, struttura e composizione floristica e si differenzia dal contesto del nucleo post-glaciale dell’Appennino centrale a dominanza di faggio e abete.
Il bosco è caratterizzato per più dell’80% dall’abete bianco, presente a Collemeluccio con formazioni spontanee quali relitto delle antiche abetine che nei secoli e millenni addietro ricoprivano la dorsale appenninica e che oggi, oltre che in Molise, si ritrovano con piccoli nuclei solo in Abruzzo, in Toscana e in Calabria. In questa particolare realtà, infatti, le gestioni passate, basate su una moderazione dei tagli e sulla loro distribuzione su tutta la superficie del bosco, hanno determinato un’ottima conservazione dell’abete bianco.
Particolarmente abbondante e vigorosa, soprattutto laddove l’abete bianco si mescola con il cerro, è la rinnovazione naturale che, ogni qualvolta il soprassuolo si apre lasciando penetrare sufficiente luce, esplode con formazioni fittissime che conservano densità sostenute anche negli stadi successivi.
L’altra specie che partecipa alla formazione del consorzio forestale è il cerro che caratterizza maggiormente le aree a margine della Riserva. Nelle esposizioni più fresche, all’abete si associa il faggio. A queste specie si aggiungono il carpino bianco, l’acero campestre, l’olmo campestre, il ciavardello ed il frassino maggiore. Nel sottobosco rigoglioso si trovano il biancospino, l’agrifoglio, il prugnolo, il nocciolo. Nelle radure e lungo i margini frequenti sono i meli ed i peri selvatici, i sorbi e fra i cespugli la rosa canina e il pruno selvatico.
Fauna
Numerose sono le specie animali presenti: caprioli, lepri, tassi, martore, donnole, faine, volpi, scoiattoli, gatto selvatico. Numericamente abbondante è il cinghiale la cui presenza è messa in evidenza anche dagli insogli rinvenibili in alcune aree della foresta e dai numerosi fusti scortecciati di abete bianco sui quali l’animale va a grattarsi.
Lo stato di conservazione delle cenosi forestali ha consentito che specie come il lupo frequentassero questi luoghi come parte del loro home range.
Le specie che maggiormente caratterizzano l’avifauna presente sono il falco pellegrino, l’ortolano, il falco pecchiaiolo, il nibbio reale, la balia dal collare, il biancone, la tottavilla, l’averla piccola, la poiana.
Tra gli invertebrati meritano di essere segnalate le specie protette dalla Direttiva UE Habitat cerambice della quercia e Rosalia alpina, nonché la Callimorpha quadripunctata e l’Eriogaster catax.
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Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita rgpbio.it Riserva naturale orientata e biogenetica Collemeluccio
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette
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