Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità
Alla Riserva si può accedere dalla S.S. Marsicana n. 83, da Villetta Barrea o da Pescasseroli, entrambe raggiungibili con l’autostrada A25, attraverso le uscite “Pescina”, “Aielli – Celano” o “Sulmona – Pratola Peligna”, oppure con l’autostrada A1, uscite “Caianello” o “Ferentino”. Con i servizi pubblici automobilistici dell’Azienda di trasporti pubblici Abruzzesi TUA, occorre partire da Avezzano o da Castel di Sangro. Al km 55 della S.S. n. 83 si trova il Centro Visite della Riserva.
Norme di fruizione della Riserva
L’accesso al territorio della Riserva non è consentito liberamente, in quanto tutto il suo territorio si trova nella Zona A di Riserva Integrale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con l’unica eccezione delle aree dedicate del Centro Visite. In tali aree si è accolti e guidati dal personale della Riserva alla scoperta degli spazi didattici all’aperto, ove sono anche due “sentieri natura”, uno adatto anche a disabili motori, percorribili però solo se accompagnati dagli addetti al Centro Visite.
Centro Visite
S.S. n. 83, km 55, 67030 Civitella Alfedena (AQ), a circa 3 km dall’abitato di Villetta Barrea (AQ). Tel. 0864 87117, e-mail riserva.intramonti@libero.it
Accesso dalla S.S. Marsicana n. 83, da Villetta Barrea o da Pescasseroli, entrambe raggiungibili con l’autostrada A25, attraverso le uscite “Pescina”, “Aielli – Celano” o “Sulmona – Pratola Peligna”, oppure con l’autostrada A1, uscite “Caianello” o “Ferentino”. Con i servizi pubblici automobilistici dell’Azienda di trasporti pubblici Abruzzesi TUA, occorre partire da Avezzano o da Castel di Sangro.
Apertura:
- Lunedi chiuso
- Dal Martedi al Venerdi aperto dalle ore 9.00 alle ore 15.00 su prenotazione
- Sabato e Domenica apertura straordinaria previa prenotazione
Il Centro Visite sorge su un’area circostante l’antico Casone Crugnale, estesa alcuni ettari. Al pian terreno, oltre all’ingresso principale di accoglienza, due grandi sale sono aperte al pubblico, denominate «La storia in una stanza» e «Lo scrigno della Biodiversità». Di fronte al Casale, dall’altra parte della strada statale Marsicana, è possibile visitare “La casa del boscaiolo” circondata dall’area degli “Antichi ricordi del bosco”. Sono fruibili anche spazi didattici all’aperto per attività interattive con la Natura, un piccolo Giardino botanico della flora autoctona e due “sentieri natura”, uno adatto anche a disabili motori, percorribili però solo se accompagnati dagli addetti al Centro Visite.
Su prenotazione, è inoltre possibile partecipare ai laboratori di educazione ambientale e ai percorsi di interpretazione della Natura che la Riserva propone e realizza per famiglie, gruppi organizzati e non, associazioni, diversamente abili e per tutti gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Attività in corso
Nella Riserva si svolgono continue campagne di ricerca e monitoraggio su un’ingente quantità di habitat e di specie protette, anche di interesse dell’Unione Europea. In particolare, da molti anni vi si svolge il monitoraggio dei rapaci e di due specie di insetto strettamente protette dalla Direttiva UE Habitat, Rosalia alpina e Osmoderma eremita.Il territorio della Riserva è anche uno dei siti ove si svolgono le attività di monitoraggio di habitat e specie protette dalla Direttiva UE Habitat nell’ambito del progetto LIFE ESC360 (https://www.life360esc.eu/it/), con il coinvolgimento attivo, ogni anno, di decine di volontari del Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea. Il Centro Visite è sede delle attività di educazione ambientale svolte dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, che coinvolgono ogni anno centinaia di ragazzi.
Breve descrizione della Riserva
Il territorio della Riserva, anticamente, era parte del Feudo del Comune di Civitella Alfedena; fino al 1697 proprietà del duca Augusto della Posta e dei suoi antenati, poi delle famiglie nobiliari Di Sangro e Tarolla e, dal 1878 al 1954, della famiglia Crugnale, che proprio al Casone omonimo aveva la sua base operativa e organizzativa per svolgere le sue attività di sfruttamento dei boschi. Nel 1957 fu infine acquisito dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e nel 1972 protetto come Riserva Naturale Statale, in particolare al fine di tutelare le popolazioni relitte di orso bruno marsicano e di camoscio d’Abruzzo. Dal 1976, con l’ampliamento del Parco Nazionale d’Abruzzo, il prezioso territorio della Riserva è protetto anche come Parco Nazionale.
Ci troviamo nel cuore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, a ridosso del Fiume Sangro che separa la Riserva dalla contigua Riserva naturale orientata “Colle di Licco” (una superficie di 95 ettari posta sulla destra orografica alle pendici del Monte Amaro di Opi), mentre la Riserva “Feudo Intramonti” (con una superficie di 908 ettari) si trova sulla sinistra orografica del fiume, alle pendici del massiccio del Monte Marsicano, in un territorio selvaggio che, dai 1.000 metri di quota del fiume, si spinge fino ai 2.228 m di Monte Forcone.
Il confine meridionale della Riserva è segnato dalla S.S. n. 83 Marsicana; tra di questa e il corso del Fiume Sangro, una stretta striscia di territorio di proprietà demaniale è occupata dal Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, uno delle cinque grandi arterie della transumanza orizzontale che si svolgeva tra l’Abruzzo e la Puglia, caratterizzando in modo imponente tutta l’economia del Regno delle Due Sicilie fino alla fine del secolo XIX. La fascia di territorio è larga circa 55 metri (equivalenti a 30 passi napoletani), ben delimitati sulla base della “reintegra” dei Regi Tratturi del 1810-1812.
Tutta la Riserva è compresa nella Zona A di Riserva Integrale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel Sito di Interesse Comunitario IT7110205 Parco Nazionale d’Abruzzo e nella Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea IT7110132 Parco Nazionale d’Abruzzo.
Habitat
La Riserva ospita i principali ambienti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove sono presenti importanti habitat protetti (anche in modo prioritario*) a livello europeo dalla Direttiva Habitat. Procedendo dal Fiume Sangro fino alle quote più elevate, sono presenti tre diverse fasce di vegetazione, dai querceti misti alla faggeta, per culminare nelle praterie di alta quota (praterie xerofitiche discontinue a Sesleria juncifolia, habitat 6170 – formazioni erbose calcicole alpine e subalpine, e praterie mesofile continue dei pianori e delle vallette nivali a Festuca microphylla e Trifolium thalii, habitat 6230* formazioni erbose a Nardus). Presenti anche estese praterie secondarie xerofitiche (habitat 6210 formazioni erbose secche semi-naturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo dei Festuco-Brometalia, *siti importanti per le orchidee), insieme a lembi di cerrete a Quercus cerris (habitat 91M0 foreste di cerro e rovere) e ad estesissime faggete (habitat 9210* faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex).
Flora
Nel bosco misto di latifoglie predominano la roverella (Quercus pubescens), il cerro (Quercus cerris), l’acero d’Ungheria (Acer opalus subsp. obtusatum), l’acero minore (Acer monspessulanum), l’orniello (Fraxinus ornus), il sorbo montano (Sorbus aria) e varie specie arbustive come la berretta del prete (Evonymus europaeus e Evonymus latifolius). Risalendo di quota, il bosco misto di latifoglie lascia progressivamente il posto a un compatto bosco di faggio (Fagus sylvatica), accompagnato solo da sporadici aceri montani (Acer pseudoplatanus). Oltre il limite degli alberi, infine, si estendono le importanti praterie di altitudine, dove si trovano i massimi valori di biodiversità e le specie più rare e protette. Nelle pietraie e nei ghiaioni, si trovano anche bassi arbusti di ginepro nano (Juniperus sibirica) e di Rhamnus alpinus, importanti anche come base alimentare per la fauna. Le vistosissime iridacea Iris marsica e l’orchidacea Himantoglossum adriaticum, strettamente protette anche a livello europeo, sono presenti nelle Riserva con piccole e preziose popolazioni relitte.
Fauna
La Riserva è stata istituita per preservare specie in pericolo di estinzione e strettamente protette dalla Direttiva Habitat come l’orso bruno marsicano (Ursus arctos ssp. marsicanus), il camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ssp. ornata) e la vipera dell’Orsini (Vipera ursinii). La presenza di vaste zone con vegetazione bassa e intricata, come nel caso delle pendici di Monte Forcone, rese ancor più selvagge dalle frequenti piccole frane e slavine che si ripetono durante l’anno costituisce infatti, insieme alle numerose grotte, balzi rocciosi ed anfratti presenti, un rifugio ideale per il camoscio d’Abruzzo e anche per l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), che occupa il posto d’onore tra gli uccelli della Riserva. Il Cervo nobile (Cervus elaphus), dapprima scomparso nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in seguito alla sua reintroduzione avvenuta agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso è oggi un usuale frequentatore del territorio della Riserva, così come l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico (Canis lupus subsp. italicus). Abitanti tipici della Riserva sono anche il capriolo (Capreolus capreolus), il gatto selvatico (Felis silvestris), la martora (Martes martes), il picchio dorso bianco (Dendrocopos leucotos) e gli splendidi insetti protetti anche a livello europeo dalla Direttiva UE Habitat Rosalia alpina e Osmoderma eremita.
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette
Classificazione delle Aree Naturali protette
La legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l’Elenco ufficiale delle aree protette, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti, a suo tempo, dal Comitato nazionale per le aree protette.
Riserva Naturale Statale Lago di Pantaniello BARREA L’AQUILA
Il Lago di Campotosto è un bacino artificiale ottenuto dallo sbarramento del rio Fucino mediante due dighe e il conseguente allagamento della regione torbifera compresa tra il Gran Sasso e i Monti della Laga.
Riserva naturale biogenetica San Cataldo – Puglia
La Riserva è ubicata lungo il litorale adriatico e ricade nel territorio dei Comuni di Lecce e Vernole. E’ costituita da un bosco di pino d’Aleppo ed eucalipto impiantato agli inizi del ‘900, in concomitanza con i lavori di bonifica effettuati per debellare la malaria che infestava le zone paludose del litorale salentino. L’esposizione del…