Riserva naturale orientata Montedimezzo – Molise

Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

Montedimezzo faceva parte del complesso forestale Montedimezzo-Feudozzo-Pennataro, di proprietà degli Angioini dal 1200. Nel 1606 fu affidato ai Monaci Certosini di Napoli che lo conservarono fino al 1799 quando entrò a far parte del regio patrimonio di Casa Borbone e, con R.D. n. 981/1825, fu dichiarato Reale Riserva di Caccia.

Falco pecchiaiolo

Dal 1908 è stato affidato in gestione all’ex Amministrazione Forestale (L. 376/1908), come bene dello Stato dichiarato inalienabile e gestito, per oltre un secolo, dal Corpo Forestale dello Stato. Dal 1° gennaio 2017 ad oggi, a seguito dell’assorbimento del C.F.S. nell’Arma dei Carabinieri, è amministrata dal Reparto CC Biodiversità di Isernia, ad eccezione delle foreste di Pennataro e di Feudozzo, trasferite rispettivamente alle Regioni Molise ed Abruzzo.

La Riserva di Montedimezzo è ubicata nel territorio del Comune di Vastogirardi (IS). La superficie, pari a 276 ha, è posta sul versante settentrionale del Monte di Mezzo con un intervallo altimetrico compreso tra 920 e 1284 m s.l.m. e confina a nord con il Regio Tratturo Celano-Foggia.

Si sviluppa su formazioni fliscioidi caratterizzate da arenarie marnose e argillose a contatto, nel settore Nord-Est, con una fascia relativamente sottile di calcari biancastri debolmente marnosi che rappresentano la formazione più antica. Su questa poggia una terza formazione calcarea, di calciruditi e calcareniti, di età intermedia.

Il reticolo idrografico è costituito da alcuni fossi a portata stagionale, tra i quali il torrente Frazzina. Alla base del rilievo calcareo, a contatto con i materiali plastici, si ha la presenza di modeste sorgenti: Fonte dei Monaci, Fonte dei Salici e Fonticelle.

Habitat

Sono presenti i seguenti habitat della Direttiva UE Habitat:

  • 5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli” – arbusteti a Juniperus communis
  • 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)” – praterie xerofitiche presenti nelle aree a maggiore pendenza.
  • 6510 “Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensisSanguisorba officinalis)” – praterie mesofile da sfalcio ad Arrhenatherum elatius presenti nelle aree pianeggianti.
  • 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)” – boschi misti mesofili a Quercus cerris, Carpinus betulus e Fagus sylvatica.
  • 9210 “Faggeti degli Appennini con Taxus Ilex” – boschi a dominanza di Fagus sylvatica.
Flora

Tranne piccole aree di pertinenza dei fabbricati, tutta la Riserva è boscata. Il bosco si sviluppa fra le quote 900 e 1300 metri ed è rappresentato dalla fustaia di cerro, nella fascia inferiore, e di faggio in quella superiore. L’aspetto fisionomico dominante del cerro e del carpino bianco rappresenta uno dei più importanti esempi delle cerrete-carpinete del piano submontano dell’Alto Molise, oltre alle presenze dell’endemico acero di Lobel, di nuclei discontinui a frassino maggiore, aree caratterizzate da formazioni più termofile a carpino nero e l’introduzione sottocopertura di abete bianco.

Sul bordo inferiore della foresta autoctona è presente un arboreto iniziato nel 1920 ad opera del Prof. Aldo Pavari ove sono presenti anche specie “esotiche”, nonché nuclei più recenti di conifere impiantati su aree ex agrarie.

Fauna

Immersa nell’incontaminato ambiente dell’Alto Molise, la Riserva di Montedimezzo ospita numerose specie di mammiferi: cinghiali, lepri, tassi, caprioli, martore, donnole, faine, volpi, scoiattoli. Lo stato di conservazione delle cenosi forestali ha consentito che specie come il lupo frequentassero questi luoghi come parte del loro home range. La matrice forestale che caratterizza la Riserva è associata a vicini lembi di prateria ed arbusteti idonei per l’ecologia di alcune specie animali, come la lepre o il biancone, che necessita di zone aperte per la caccia.

Di particolare rilievo è la presenza di specie nidificanti boschive quali il falco pecchiaiolo, la balia dal collare, la colombella, la tordela, il picchio maggiore e il picchio minore. A questi si aggiungono la poiana, il gufo, il barbagianni, la ghiandaia e molti passeracei. Alcune di queste specie sono tipiche di ambienti boschivi ben strutturati e con presenza di alberi vetusti nelle cui cavità nidificano. Le confinanti praterie sono determinanti per la sopravvivenza di alcuni insetti le cui larve si sviluppano in piante ospiti di Lamium, Epilobium e Urtica.

Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita rgpbio.it Riserva naturale orientata Montedimezzo

Vedi Classificazione Aree Naturali Protette

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Istituita nel 1982, la riserva naturale Orientata Quarto Santa Chiara ha un’estensione di 482 ettari, ricadenti nel territorio del Comune di Palena, ed e’ interamente compresa nel Parco Nazionale della Majella. E’ un vasto altopiano di origine carsica, circondato da rilievi montuosi,che si sviluppa ad un’altitudine che varia tra 1073 m e 1729 m.

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