Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto
Rofioi di Sanguinetto.
I “rofioi di Sanguinetto”, sono dei dolci con ripieno composto da amaretti, cedrini, mandorle, biscotti secchi, zucchero, cacao amaro, latte e liquori, la cui sfoglia viene piegata assumendo così la forma di un “raviolo” e questa è l’etimologia più naturale del nome.
Inizialmente si prepara il ripieno tritando amaretti, cedrini (tritati rigorosamente a mano per conservarne tutto il sapore), mandorle, biscotti secchi, miscelando poi il tutto con zucchero, cacao amaro, latte e liquori. Risulta così un impasto compatto ed omogeneo che viene lasciato riposare. Nel frattempo si prepara la sfoglia, parte più delicata della preparazione di questo dolce, che deve risultare sottile e friabile al palato. La sfoglia viene stesa sul ripiano di lavoro, tagliata in quadrati al centro dei quali si pone il ripieno; le singole porzioni sono chiuse ai bordi rigorosamente a mano. In seguito i “rofioi” vengono fritti in abbondante olio di palma e spolverizzati con zucchero a velo. La conservazione avviene in un luogo fresco e per meglio apprezzarne la qualità, consumati entro sette giorni dal momento della preparazione. I “rofioi di Sanguinetto” sono dei dolci particolari, che andrebbero degustati accompagnandoli con vino dolce.
Tradizionalità
La storia dei “rofioi” risale dalla seconda metà dell’800 ed è nata a sud del paese e precisamente al “Cao de Soto”, una delle 4 contrade di Sanguinetto. Si dice che un tempo, in occasione del 12 settembre, ricorrenza del S. Nome di Maria, la contrada “Cao de Soto” di fronte alla chiesetta della Rotonda, si animasse a festa con banchetti di dolciumi e che nell’antistante locanda ”alla Posta” i proprietari ospitassero momenti di allegria con balli. Le donne di Sanguinetto venivano chiamate alla locanda per tirare a mano la pasta, poi il gestore si appartava per inserire un ripieno segretissimo, la cui antica ricetta era conservata gelosamente.
Si narra che, una volta preparati, venivano appesi alle “saraie”, ovvero alle recinzioni, creando, al mattino della festa, una deliziosa sorpresa per i bambini della contrada. Attualmente chi produce i “rofioi”, si rifà ad una ricetta del 1931. A Sanguinetto, ogni anno a settembre si svolge la manifestazione “Un Castello di Sapori”, che dal 2009 ha preso il nome di “Antica Sagra dei Rofioi”, con l’intento di valorizzare al meglio questa tradizione.
Territorio interessato alla produzione Il comune di Sanguinetto, in provincia di Verona.
Mame d’Alpago PAT Veneto
Nei primi anni sessanta del ’900 si avviarono politiche di sostegno a colture che avevano saputo sfamare e garantire anche un reddito ai contadini bellunesi; è il caso dei fagioli della famiglia dei “bonelli”, il fagiolo per eccellenza nella vallata feltrino bellunese dell’Alpago, indicati con il nome “mame d’Alpago”.
Moscardino di Caorle PAT
Smegiassa PAT del Veneto
La “smegiassa” è prodotta nella zona indicata da tempo indefinibile, codificato nella raccolta di ricette di cucina tipica padovana di Giuseppe Maffioli (1981) e ne “La Saccisica e le sue ricette” di Giovanni Bianco Mengotti (1976).