Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA
Il salame, sia cotto sia crudo, è un insaccato lavorato artigianalmente secondo una ricetta tradizionale della zona. A seconda del tipo di impasto e di budello, può subire una stagionatura variabile da uno a otto mesi.
Zona di produzione: Entroterra savonese
Lavorazione: Il salame cotto presenta una lavorazione abbastanza simile a quella del crudo, salvo l’aggiunta di carni derivanti dalla testa del maiale. Si spezia con sale, pepe e noce moscata, si macina e si insacca in budelli di manzo, i cosiddetti tasconi. Dopo aver eseguito una blanda legatura il prodotto viene cotto in pentole a 70°C per 6 ore, quindi è pronto per l’ultima fase, il raffreddamento. Nel salame crudo, invece, la carne magra è impastata con una percentuale variabile di grasso di pancetta (circa il 25%), quindi si aggiungono il sale e il pepe e si macina, è insaccato nei cosiddetti culari e passa quindi alla legatura e all’asciugatura. In quest’ultima fase temperatura e umidità vengono costantemente controllati in modo tale che, nel tempo, l’umidità aumenti e la temperatura diminuisca, fino a raggiungere per la fase di stagionatura una temperatura di circa 12°C e un’umidità del 60%.
Curiosità: Un tempo il maiale era macellato nel periodo tra novembre e Pasqua: non esistevano i frigoriferi moderni, perciò preparare salumi e insaccati era l’unico modo per preservare la carne del suino.
Nell’antica Roma, per conservare la carne del maiale si procedeva essenzialmente alla salatura e all’affumicatura. Ne L’arte dell’agricoltura di Columella, agronomo della Roma antica, vi è un paragrafo dedicato alla macellazione e alla salatura del maiale. Vengono qui date indicazioni precise: la procedura per la preparazione consiste in una disossatura e in una salatura con sale torrefatto, non troppo sminuzzato; le varie parti salate sono quindi poste sotto peso e quotidianamente strofinate con sale, fino a maturazione ultimata; a questo punto si lava con acqua dolce e si appende nella dispensa della carne, dove giunga un po’ di fumo, in modo che asciughi del tutto.
Nocciolo PAT
Le varietà (cultivar) utilizzate negli impianti sono quelle rappresentative per le due zone a maggiore vocazione e che quindi caratterizzano il territorio.
In particolare nella val Fontanabuona troviamo cultivar come la Del Rosso e la Dall’orto (più sensibile alla siccità e quindi più delicata) mentre in valle Sturla la cultivar più frequente è la Tapparona.
Quadrello PAT Liguria
QUadrello biscotto a forma quadrata a base di farina di castagna.
Canestrelli di Avosso PAT Liguria
Il canestrello di Avosso ha la forma classica a corona circolare ansata, una dimensione di circa 8 centimetri, colore ambrato e consistenza friabile.