Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sicilia
Territorio interessato alla produzione: Comuni di Trapani e Paceco.
Il sale marino risulta più completo di oligoelementi e più delicato, per la presenza di potassio e magnesio, rispetto al salgemma.
Descrizione delle metodiche di lavorazione e stagionatura
L’estrazione del sale avviene nelle cosiddette saline. La salina di tipo tradizionale è costituita da quattro ordini di vasche: la “fridda” o vasca di prima entrata, il “vasu cultivu” o vasca evaporante, le “caure” o vasche evaporatrici, le “casseddi” o vasche salanti. Per favorire l’evaporazione e la concentrazione del cloruro di sodio le vasche diminuiscono di ampiezza e profondità e aumentano di numero. Accanto alle vasche salanti su piattaforme chiamate “ariuni”, il sale estratto viene accumulato in volumi piramidali, detti “tumuli”.
Materiali e attrezzature specifiche utilizzate per la preparazione e il condizionamento
Le piattaforme vengono ricoperte da tegole di terracotta dette “ciaramiri” per evitare i danni che possono arrecare le piogge. Il sale marino viene raccolto nei locali adiacenti le saline e confezionato a mano con metodi tradizionali senza aggiunta di additivi; non è lavorato e privo di qualsiasi trattamento chimico per mantenere tutti i suoi elementi oligominerali.
Tradizionalità
Il sale è sempre stato un bene talmente prezioso che ha dato il nome alla paga dei lavoratori: il salario, che nell’antica Roma era la paga minima del soldato, composta, tra l’altro da un pugno di sale. La costa bassa dei litorali trapanesi ed il clima favorevole consentirono ai Fenici l’impianto delle prime saline che la storia ricordi. Oggi esse si concentrano principalmente in prossimità della città di Trapani, nell’aria di Nubia (Comune di Paceco) e sull’isola grande dello Stagnone di Marsala, vicinissima all’isola di Mothia.