Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Distillato a base di anice stellato, fiori di sambuco, alcool, zucchero ed acqua, Presenta colore trasperente, gradazione alcolica di 40 – 43°, spiccato aroma di anice e gusto dolce. Per la sua preparazione è prevista un’infusione per una intera nottata ed al mattino seguente il distillato viene portato prima ad ebollizione e poi raffreddato mediante passaggio all’interno della serpentina in rame provvista di intercapedine contenente acqua fredda. La sambuca vitebese è un ottimo digestivo.
Storia tradizionale del Prodotto
Probabilmente già prodotta dagli Etruschi, diffusa nei conventi del Medioevo, la sambuca viterbese, vede la propria diffusione all’inizio del ‘900. In seguito ai massicci bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, gran parte degli alambicchi, dei bollitori, delle vasche di infusione e dei depositi di erbe per la produzione di sambuca vengono distrutti. Due distillerie esistono ancora oggi: la Gorziglia, fondata nel 1904, e la Distilleria Viterbium, fondata nel 1906. Le aziende mantengono un alto livello di segretezza sui propri ricettari. Ancora oggi la distilleria Viterbium utilizza un antico alambicco in rame del 1905 per la produzione di questo liquore.
Territorio
Viterbo (VT)
Tartufo di Cervara PAT Lazio
Situata nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Cervara è il paese più alto della provincia di Roma, dopo Guadagnolo. Il verde delle sue faggete, il paesaggio mozzafiato sulla sottostante Valle dell’Aniene e sui monti limitrofi colpiscono il visitatore e lo inducono ad apprezzare questo ambiente unico e suggestivo. Fin dal passato il paese di…
Tozzetti di pasta frolla PAT Lazio
Biscotti secchi a forma di rombo, a base di mandorle intere e pezzetti di cioccolato fondente, friabili e gustosi. Si preparano con: farina tipo 00, zucchero, uova, burro, margarina, lievito, mandorle intere e gocce di cioccolato fondente.
Fave dei morti PAT Lazio
Prodotto dolciario di antica tradizione la cui preparazione è connessa alla commemorazione dei defunti. Un importante riscontro storico risale al 1891 nel libro “La scienza in cucina” di Pellegrino Artusi. L’autore scriveva: “Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d’orto, che si usa in questa occasione…