SANTE FOSCA e MAURA
13 Febbraio

Santi del giorno ricorrenza del 13 febbraio

Chiesa di Santa Fosca al Torcello VENEZIA

Nome: Sante Fosca e Maura

Titolo: Martiri

Tipologia: Commemorazione

Patroni di: Dueville, Frisanco

Nei dintorni di Venezia, una delle località più malinconicamente suggestive è Torcello, la più antica, e per molti secoli la più splendida città della laguna veneta. Nacque nel V secolo, quando la popolazione di Altinum fuggì davanti al cavallo di Attila. Altinum era stata cinta di mura turrite. In ricorda dell’antica, la nuova città fu perciò chiamata Turricellum, poi Torcello.

Quando, al tempo dei Longobardi, anche il Vescovo Paolino vi trapiantò il pastorale, Torcello si estese e prosperò. Divenne un « grande emporio di traffici e di lavoro », per decadere poi con lo sviluppo della vicina Venezia, finché la malaria e l’insabbiamento della laguna completò l’opera di abbandono. Gli antichi e mirabili edifici della città solcata dai canali, cedettero allora sulle fondazioni marce, sprofondarono nella melma lagunare, furono spogliati. Oggi sopravvivono soltanto due, bellissimi. Uno è la chiesa che fu cattedrale, snella come un alto vascello, alberata da uno squadrato campanile. L’altro è la chiesa di Santa Fosca, più tarda, ma ancor più interessante nella sua architettura circolare, con cupola e portici ai lati in questa chiesa che si conservano le reliquie di Santa Fosca e di Santa Maura, martiri del III secolo, non di Torcello, che ancora non esisteva, ma di Ravenna, allora municipio romano.

Fosca, nata da una famiglia pagana di Ravenna, quindicenne volle a tutti i costi farsi cristiana. Lo disse alla nutrice Maura che insieme andarono dal prete Ermolao che le istruì e le battezzò. Il padre Siroi, contrario a questa scelta, denunciò la figlia al prefetto Quinziano, ma la polizia, al momento dell’arresto, arretrò spaventata, dal fatto che la trovarono in compagnia di un angelo.
Fosca e Maura, per non fuggire di fronte alla loro nobile scelta, senza paura di annunciarlo al mondo intero, si presentarono spontaneamente a Quinziano, che, senza scrupoli, le fece arrestare, processare e crudelmente torturare, infine decapitandole il 13 febbraio.

I loro corpi furono gettati in mare o rapiti da marinai e trasportati in Tripolitania dove ebbero sepoltura nelle grotte presso Sabratha (od. Saqratha). Molti anni più tardi, un cristiano di nome Vitale per divina ispirazione riportò le reliquie in Italia, nell’isola di Torcello, nella laguna veneta, dove venne eretta una chiesa in onore delle due sante.

Santa Maura è considerata il modello delle nutrici cristiane, per avere, oltre al latte della vita corporale, istillato nella fanciulla il latte della vita eterna. Perciò è venerata come patrona delle balie. E il suo nome è sempre unito nella devozione a quello di Santa Fosca, sua figlia di latte e di spirito, come unite sono le loro reliquie.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Ravenna Santa Fosca Vergine e Santa Maura sua balia, le quali, al tempo dell’Imperatore Décio, avendo sofferto molti tormenti sotto il Preside Quinziàno, alla fine, trafitte da spada, compirono il martirio.

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