Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna
Farina bianca, bietola o spinaci, cipollotti, prezzemolo, aglio, pane grattugiato, uova, formaggio parmigiano, lardo. Si lavano le foglie e si tagliano a strisce, si mettono poi sotto sale per circa 3 ore. Scolare, strizzare bene, unirle al formaggio, uova, lardo pestato, pane grattugiato, farina. Impastare il tutto e adattarlo, in una padella unta, in modo da riempirla fino all’orlo. Ungere con olio di oliva; far cuocere a fuoco lento rivoltando l’impasto almeno una volta per parte. Cotto deve assumere un aspetto bruno-verdastro, dello spessore di un dito e mezzo, non di più.
Tradizionalità
Il principe Giovan Siro (1590-1645) Signore di Correggio e di Rossena, durante una cavalcata fuori città, sull’antico Canale dei Mulini, attuale Villa Taparelli, sostò presso un suo colono. Il povero colono si trovò nelle peste: cosa dare a quei signori abituati a cibi raffinati. La moglie Demaride, con una di quelle intuizioni che solo le donne hanno, andò nei campi e, colte alcune erbe a lei note e un aglio, in breve tempo allestì con del lardo battuto un impasto che affidò alla padellla, grande sistematrice d’ogni vivanda (la padèla la giùsta tùtt). Cotta che fu la vivanda, che pareva una tortaccia verde-brunastra, esalava un buon profumo e si rivelò gustosissima al punto che Demaride dovette ripetersi.
Curiosità
Dalle parole del principe Sirio: “Quel che tu ci desti a mangiar, o villanotto, da oggi in poi nomar si dée Scarpa di sotto, perché col piede mio liber te faccio e la brava donna tua bacio ed abbraccio”.
Referenze bibliografiche
- Giulio Taparelli “Storie di cucina e di focolare con antiche ricette”;
- Alexia Salati “Correggio dei Principi”, Guida alla Città di Correggio- pag. 163.
Territorio di produzione
Comune di Correggio, provincia di Reggio Emilia.