Siracide 2

LA SACRA BIBBIA Versione Ufficiale CEI

Il Libro del Siracide (greco Σοφία Σειράχ, sofía seirách, “sapienza di Sirach“; latino Siracides) o più raramente Ecclesiastico (da non confondere con l’Ecclesiaste o Qoelet) è un testo contenuto nella Bibbia cattolica (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato solo nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre è escluso dal canone ebraico e protestante perché considerato apocrifo.

SIRACIDE 2 : COME VIVERE IL MOMENTO DELLA PROVA

[1] Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione.

[2] Abbi un cuore retto e sii costante,
non ti smarrire nel tempo della seduzione.

[3] Stà unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.

[4] Accetta quanto ti capita,
sii paziente nelle vicende dolorose,

[5] perché con il fuoco si prova l’oro,
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.

[6] Affidati a lui ed egli ti aiuterà;
segui la via diritta e spera in lui.

L’aiuto di Dio nella tribolazione

[7] Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate per non cadere.

[8] Voi che temete il Signore, confidate in lui;
il vostro salario non verrà meno.

[9] Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici,
la felicità eterna e la misericordia.

[10] Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?

[11] Perché il Signore è clemente e misericordioso,
rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.

L’incostante e il fedele a confronto

[12] Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti
e al peccatore che cammina su due strade!

[13] Guai al cuore indolente perché non ha fede;
per questo non sarà protetto.

[14] Guai a voi che avete perduto la pazienza;
che farete quando il Signore verrà a visitarvi?

[15] Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole;
e coloro che lo amano seguono le sue vie.

[16] Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;
e coloro che lo amano si saziano della legge.

[17] Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro
cuori
e umiliano l’anima loro davanti a lui.

[18] Gettiamoci nelle braccia del Signore
e non nelle braccia degli uomini;
poiché, quale è la sua grandezza,
tale è anche la sua misericordia.

Il saggio maestro, considerato come un Padre, inizia qui una serie di esortazione ai discepoli. La prima (vv.1-6) riguarda la sofferenza che inevitabilmente attende il giusto. Diversamente dall’antica dottrina sapienzale, il dolore non è una punizione, ma un banco di prova per la Fede, anzi proprio esso segna il discrimine tra l’uomo incostante (vv.12-14) e colui che vive di Fede (vv.15-18). Dio è immutabile nella sua misericordia, che riserva ai giusti (v.14). Essa è fatta di felicità eterna, perdono dei peccati e salvezza nella tribolazione (vv.7-11)

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