Spinacio selvatico o buon Enrico, Chenopodium bonus-henricus L.

Un Tesoro Verde di Nutrimento e Storia

Il Chenopodium bonus-henricus, comunemente conosciuto come buon Enrico o spinacio selvatico, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Amaranthaceae. Apprezzato da secoli per le sue qualità nutrizionali e medicinali, il buon Enrico è una pianta che merita maggiore attenzione sia per il suo valore storico che per i benefici che offre.

Caratteristiche Botaniche:
  • Aspetto:
    • Il buon Enrico può raggiungere un’altezza di 30-80 cm.
    • Le foglie sono grandi, di forma triangolare o a forma di freccia, con margini leggermente ondulati. Sono di colore verde scuro e hanno una consistenza farinosa.
    • I fiori sono piccoli, verdi e poco appariscenti, raggruppati in infiorescenze a spiga che fioriscono da maggio a settembre.
  • Radici:
    • La pianta ha una radice fittonante robusta, che la rende resistente alla siccità e capace di ricrescere anno dopo anno.
Habitat e Distribuzione:
  • Distribuzione Geografica Originario dell’Europa centrale e meridionale, il buon Enrico è oggi diffuso in molte regioni temperate, dove cresce spontaneamente o è coltivato in giardini e orti.
  • Habitat Predilige terreni ben drenati e ricchi di nutrienti. Si trova comunemente in terreni incolti, ai bordi dei campi e nei pascoli.
Usi e Benefici:
  • Uso Alimentare: Le foglie giovani del buon Enrico sono commestibili e possono essere utilizzate come gli spinaci. Sono ricche di vitamine A, C e K, oltre che di minerali come ferro e calcio. Possono essere consumate crude in insalate, cotte in zuppe, frittate e altre preparazioni. Anche i germogli e gli steli teneri possono essere raccolti e cucinati come gli asparagi. I semi possono essere macinati e utilizzati come farina, anche se il loro utilizzo è meno comune rispetto alle foglie.
  • Uso Medicinale Tradizionalmente, il buon Enrico è stato utilizzato in erboristeria per le sue proprietà depurative, diuretiche e lassative. Gli infusi di foglie e radici sono stati impiegati per trattare problemi digestivi e per favorire la salute del fegato.
Coltivazione:
  • Terreno e Posizione Il buon Enrico cresce meglio in terreni fertili e ben drenati, con esposizione al sole o in ombra parziale.
  • Semina La semina può essere effettuata in primavera o in autunno. I semi devono essere piantati a una profondità di circa 1 cm e mantenuti umidi fino alla germinazione. Le piantine possono essere diradate per garantire spazio sufficiente alla crescita.
  • Cura: La pianta richiede poche cure una volta stabilita. È importante mantenere il terreno umido durante i periodi di siccità e rimuovere le erbacce concorrenti. Poiché è una pianta perenne, il buon Enrico tornerà a crescere anno dopo anno.

I fiori del buon Enrico attirano vari insetti impollinatori, contribuendo alla biodiversità dell’ecosistema locale. La pianta fornisce cibo e riparo a numerosi insetti e piccoli animali. Le foglie e i semi sono una fonte di nutrimento per molte specie di uccelli e insetti.

Il Chenopodium bonus-henricus, con la sua ricca storia e i suoi molteplici usi, è una pianta preziosa che merita maggiore riconoscimento. Non solo offre benefici nutrizionali significativi, ma contribuisce anche alla salute dell’ecosistema. Coltivare il buon Enrico può arricchire l’orto e la tavola, fornendo una fonte sostenibile di cibo e rimedi naturali. Con la sua capacità di adattarsi a diversi ambienti e di rigenerarsi anno dopo anno, il buon Enrico è una pianta che incarna il vero spirito della sostenibilità e della resilienza.

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Cappero
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Il cappero preferisce terreni sciolti e ben drenati, ben soleggiati e con clima tipicamente caldo mediterraneo. Per l’impianto si consiglia una lavorazione a circa 50-60 cm per dare possibilità alle radici di andare bene in profondità. Prima dell’impianto è bene operare una concimazione con letame maturo o compost.

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