Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna
Dolce a base di farina, burro, zucchero uova, vino bianco, strutto per friggere. La lavorazione tradizionale avviene manualmente. Si uniscono la farina, il sale, lo zucchero, le uova, il burro e si lavora il tutto fino ad ottenere una pasta elastica. Si può aggiungere, a tal fine, un po’ di vino bianco. Si tira la pasta ottenuta in una sfoglia sottile da cui si ricavano, con una rotella dentata, delle strisce di pasta al centro delle quali viene fatta un’incisione per ottenere la caratteristica “gala”.
Tradizionalità
Si tratta di un prodotto preparato solo in prossimità e durante il carnevale. La ricetta è conosciuta e tramandata da centinaia di anni. La tradizione vuole che, prima delle privazioni quaresimali, si consumino grassi in abbondanza, e le sprelle ne sono particolarmente ricche.
Curiosità
E siccome le prime asprelle (erbe selvatiche) apparivano nei campi per Carnevale, le loro foglie dentate, in passato, ispiravano le «rezdore» a comporre una sorta di «chiacchiere» dolci chiamate proprio «sprelle» perchè ricordavano la foglia di questa erba primaverile.
Referenze bibliografiche
- Carmen Artocchini, “Il folklore piacentino”, Unione tipografica editrice piacentina, 1971;
- “400 ricette della cucina piacentina”, a cura di Carmen Artocchini, Molinari, Piacenza, 1977.
Territorio di produzione
Piacenza
Spongata di Reggio Emilia PAT Emilia Romagna
Pizza di Pasqua PAT Emilia Romagna
Pesche finte ripiene PAT Emilia Romagna
La loro notorietà inizia a ridosso degli ultimi anni di guerra, aumenta negli anni successivi, quale segno di opulenza familiare da condividere con gli ospiti, ed è legata alle grandi feste dell’anno, matrimoni, cresime, sagre paesane.