Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Biscotto dalla caratteristica forma a rombo, a colomba, ellittica e recentemente anche allungata. Gli ingredienti per la sua preparazione sono: mandorle dolci, chiara d’uovo, zucchero a velo o granulato, vanillina e aromi naturali tipo buccia di limone grattugiato. Il colore del Subiachino è marrone chiaro, con la superficie ricoperta di glassa bianca, detta localmente ghiaccia, la quale si prepara con chiara d’uovo, limone e zucchero a velo. La glassatura viene efettuata dopo la cottura del biscotto.
METODO DI PRODUZIONE
Triturare finemente le mandorle e miscelare gli ingredienti con l’ausilio dell’impastatrice meccanica. Quando l’impasto è ben amalgamato, viene prelevato dall’impastatrice e lavorato ulteriormente a mano fino ad ottenere una consistenza compatta ed aspetto omogeneo e liscio. Spolverato con dello zucchero a velo, l’impasto viene diviso in porzioni più o meno grandi e disposto sul banco di acciaio, pronto per essere steso con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di 0,5 – 1 cm. A questo punto si modellano i Subiachini nelle forme desiderate, mediante stampi di acciaio o di legno. Posti, poi, su carta da forno, nelle teglie di acciaio, i Subiachini vengono fatti riposare ed asciugare a temperatura ambiente per 24 ore. La cottura avviene in forno a circa 150- 180°C fino a quando la superficie si “dora”. Terminata la cottura, si procede alla glassatura superficiale. Il prodotto rafreddato viene imbustato manualmente in sacchetti di plastica per alimenti.
CENNI STORICI
Prendono il nome dalla città in cui, sin dagli inizi del ‘900, si cominciarono a produrre. Dapprima riservati ad una classe sociale medio-alta che si faceva costruire, da appositi artigiani specializzati, gli stampini in legno, di cui ancora oggi si conservano preziosi esemplari. I Subiachini sono realizzati con ingredienti semplici, presenti in tutte le cucine. La ricetta tradizionale prevede l’uso del miele come dolcificante, derivando da un’epoca in cui lo zucchero non era ancora difuso. Nell’immediato dopoguerra, tale prodotto entrò sulle tavole di tutti, ma se ne limitò l’uso alle occasioni importanti, specie Natale, quando se ne fecero oggetti decorativi dell’albero o doni per i più piccini, o venivano portati in processione al Sacro Speco, per ofrirli in dono a San Benedetto
Territorio di produzione
Provincia di ROMA: Subiaco