Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Toscana
Tabacco scuro toscano
La pianta allo stadio maturo ha portamento assurgente, raggiunge un’altezza di circa 130 cm. Le foglie rappresentano l’obiettivo della coltivazione e possono raggiungere dimensioni anche di 100 cm. Si presentano, poco prima della raccolta, di un bel colore verde intenso ed assumono un colore dal giallo canarino virando gradualmente al marrone intenso con i processi di ingiallimento, fissazione del colore, essiccazione della lamina ed essiccazione della costola. Il prodotto essiccato viene confezionato in scatole dopo essere stato allestito, cioè diviso in classi merceologiche, pronto per essere utilizzato per la preparazione del famoso sigaro toscano.
La tecnica colturale prevede la costituzione di un semenzaio al fine di ottenere piantine sane e robuste da trapiantare in pieno campo. La preparazione del terreno da destinare al tabacco inizia con l’aratura generalmente primaverile; successivamente, dal semenzaio, le piantine vengono trapiantate meccanicamente in pieno campo, ed infine irrigate. Al trapianto segue un’assolcatura. La coltura nel corso dello sviluppo viene sarchiata e seguono zappature inevitabilmente manuali, operazione che si ripete ormai da ben tre secoli con le stesse modalità. La pianta necessita, soprattutto nel periodo estivo, di operazioni di irrigazione. Nel momento in cui si forma il cosiddetto bottone fiorale la pianta viene cimata, si asporta cioè la cima al fine di favorire lo sviluppo e l’appesantimento delle foglie utili. Segue la raccolta, tassativamente manuale. La raccolta del tabacco cimato, avviene in tempi successivi, per distinte corone fogliari, cui corrispondono particolari differenze merceologiche.
Le operazioni di cura del prodotto raccolto sono sostanzialmente artigianali e avvengono in quattro fasi, presso locali in muratura, i cosiddetti essiccatoi. Si appendono le foglie infilate o intrecciate su dei tutori lignei, il tutto a formare la cosiddetta “stanga”. Le foglie vengono lasciate al buio per alcuni giorni; l’ingiallimento si completa quando si accende il fuoco e si porta la temperatura a 30°C. Per ottenere l’ammarronamento si eleva a 40°C la temperatura e si regola l’arieggiamento. Quando le lamine sono marroni si aumenta la temperatura a 50°C ed appena divengono secche si spengono i fuochi.
Tradizionalità
A distanza di un secolo dall’introduzione, il tabacco Kentucky di questa zona è conosciuto in tutto il mondo ed è annoverato tra i “Top grade” per quanto riguarda la sua qualità più eccelsa: la fascia, una pregiatissima selezione utilizzata per la parte esterna del sigaro Toscano ed in particolare, tra i sigari scuri, per il Toscano Extravecchio, l’unico prodotto non alimentare che “Slow food” ha scelto come presidio e che annualmente viene abbinato al salone del gusto ai vini di eccellenza. Le apprezzate caratteristiche del tabacco hanno reso necessario, già dal 1700, adottare un “disciplinare” produttivo al fine di uniformare la qualità produttiva.
Studi bibliografici testimoniano che la coltura del tabacco arrivò in Valtiberina nel 1574 quando il cardinale Nicolò Tornabuoni , ambasciatore del Granduca di Toscana a Parigi, inviò alcuni semi di questa pianta, originaria dell’America, al nipote Alfonso Tornabuoni, Vescovo di Sansepolcro. La pianta fu originariamente usata a scopo medico e per farne polvere da fiuto e trinciati da pipa. Le prime coltivazioni di una certa entità e regolarità a fini industriali e commerciali risalgono ai primi del 1600 nella vicina Repubblica di Cospaia (1440-1826), situata tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. La coltivazione del tabacco si distinse per l’eccezionale qualità e, nel momento in cui la Repubblica cessò di esistere, una parte venne annessa al Granducato di Toscana, diventando parte del territorio di Sansepolcro. Dal 1910 la Valtiberina Toscana ha investito nel settore ed ha fatto della coltura del tabacco Kentuchky la coltura principale divenendo oltre che la base dell’economia della zona un vero e proprio volano della cultura della comunità locale.
Produzione: In Valtiberina esiste da svariati anni il Consorzio Tabacchiocoltori della Valtiberina Toscana che conta ad oggi 54 produttori associati. Si producono annualmente 12.000 Q.li di prodotto essiccato, venduti totalmente in ambito regionale.
Territorio interessato alla produzione:
Il territorio per eccellenza di produzione del prodotto è la Valtiberina Toscana e soprattutto i fondo valle situati nei comuni di Sansepolcro, Anghiari e Monterchi