Fagiolo di Muro Lucano PAT

Il fagiolo è un prodotto storicamente legato alla cultura e alla cucina di Muro lucano, confermato dalla memoria storica di anziani agricoltori della zona attraverso fatti e proverbi. Secondo la tradizione contadina, i fagioli si cucinavano esclusivamente nelle pignate di terracotta; si adagiavano accanto al focolare e si lasciavano ore ed ore a bollire, avendo cura di aggiungere di tanto in tanto acqua calda facendo attenzione a girare i fagioli con un cucchiaio di legno e non di metallo per non bloccarne la cottura.

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U’ Zuzumaglie PAT prodotto da forno, tipico di LATRONICO

Simile al più noto “Biscotto ad otto” di Latronico, “U’ Zuzumaglie” si diversifica per la forma, le dimensioni, la consistenza e gli ingredienti. Anticamente si usava la farina di segale o lo scarto della farina utilizzata per pane e biscotti (faritieddu), sale, acqua e lievito madre. All’impasto segue la spezzatura e la formatura, poi la lievitazione che dura circa un paio di ore, la bollitura in acqua e infine la cottura in forno a legna o alimentato a legna.

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Vino della Basilicata
BASILICATA IGP

I vini a IGP “Basilicata” Bianco presentano un colore giallo paglierino, con odore fruttato e sapore secco e sapido. Il bianco passito si differenzia per il colore giallo tendente all’ambra. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è pari a 10,50% vol. per il bianco e 13% vol. per il passito. La versione Rosso ha un colore rosso rubino, un profumo fruttato e un sapore armonico. Il rosso passito, invece, si differenzia per il colore tendente al granato. Il titolo alcolometrico minimo è pari a 11% vol. per il rosso e 14,5% vol. per il passito. Il rosato (11% vol.) ha un colore rosato cerasuolo, con un profumo persistente ed un sapore secco. Le tipologie “novello” e “frizzante” devono avere un titolo alcolometrico minimo pari rispettivamente a, 11,00% vol. e 10,50% vol.

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BASILICATA IGP

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VINO MATERA DOP

Dal punto di vista della produzione, è opportuno distinguere l’uvaggio utilizzato nelle diverse tipologie. Per il Rosso si usano uve di Sangiovese, per almeno il 60%, unite ad un 30% di Primitivo. Quest’ultimo rappresenta invece la fonte del 90% delle uve per la realizzazione dell’omonimo vino monovitigno, anche nella variante Passito, del Rosato e dello Spumante rosé. Discorso analogo per il Greco, che ha una quota dell’85% del corrispondente vitigno. Nelle tipologie di vino Moro, invece, troviamo un 60% di Cabernet sauvignon, un 20% di Primitivo e un 10% di Merlot. La Malvasia bianca di Basilicata è invece il vitigno prevalente nel Bianco, nel Bianco passito e nello Spumante, con almeno l’85% del totale. In tutte le produzioni, a completamento delle quote mancanti e non oltre le stesse, è ammesso l’uso di altri vitigni a bacca analoga, purché idonei alla coltivazione in Basilicata.

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VINO MATERA DOP

Vino della Basilicata
MATERA DOP

Pur con le peculiarità che ogni tipologia presenta, e che sono puntualmente descritte nel disciplinare, i vini Matera presentano diversi tratti in comune. A partire dall’ottima struttura, abbinata ad un’acidità normale e ad un notevole equilibrio gustativo. All’aspetto si presentano rosso rubino, cerasuolo o giallo a paglierino, a seconda delle produzioni. Tonalità che vengono ulteriormente diversificate a seconda del periodo di invecchiamento. Tutti i vini della denominazione, però, rilasciano aromi fruttati e floreali.

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MATERA DOP

Capocollo della Basilicata PAT

il capocollo subisce un processo di “salagione a secco” con sale marino a mezza grana condito con diverse spezie.
successivamente, in seguito ad un riposo al freddo, essenziale per far penetrare alla perfezione il sale e gli aromi nella carne, il salume viene massaggiato meticolosamente;
quindi avvolto in uno specifico involucro denominato “pelle di sugna”.
dopodiché, viene legato e sistemato ad asciugare per 10 giorni circa in appositi locali, dove il salume si disidrata perdento gran parte dell’acqua contenuta al suo interno.
Il processo di lavorazione si completa con un periodo di stagionatura per un tempo minimo di 3 mesi.

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‘Ncandarata PAT

L’agnello delle Dolomiti Lucane è dotato di uno speciale “marchio” denominato esattamente “Agnello delle Dolomiti Lucane” che ne specifica la tipicità. Detto “marchio” nasce in virtù di garantire al consumatore l’origine della carne. Per rafforzare ancora di più le garanzie dovute al consumatore, l’agnello delle Dolomiti Lucane si fregia altresì di un altro marchio denominato “Italialleva”, nato dall’intesa tra l’Associazione Italiana Allevatori e il Ministero delle Politiche Agricole.

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