Sentiero Italia CAI Campania S02 Sanza – Rifugio Cervati

Sanza – Rifugio Cervati Questa tappa breve ma di notevole dislivello conduce nel cuore del Parco presso il rifugio che sorge ai piedi delle vette più elevate della zona, in particolare del Monte Cervati con i suoi 1899 metri di quota. Dopo una prima parte pianeggiante che costeggia la pianura su cui sorge l’abitato di Sanza, il sentiero svolta decisamente verso nord e imbocca il Vallone Secco che viene seguito nella sua interezza, in salita fino a prendere quota raggiungendo i 1597 metri dell’accogliente rifugio ove pernottare.

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Sentiero Italia CAI Campania S01 Passo del Fortino – Sanza

Passo del Fortino – Sanza La prima tappa in terra campana segna anche l’ingresso nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Con un percorso di media lunghezza e scarso dislivello si percorre dapprima la strada che segna il confine del Parco prima di addentrarsi su sentiero tra le alture più meridionali della regione, ma senza mai superare i 1000 metri di quota. L’attraversamento di questa zona e la successiva discesa conducono a Sanza, nel cuore della pianura del Vallo di Diano.

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Zeppola padulese PAT Campania

Nella tradizione padulese le zeppole erano un alimento correlato alle festività natalizie, tant’é che I’espressione ricorrente era “E zeppule e Natale/ a Natale facimue’ zeppule/e zeppule c’e magnamo a Natale”.
Nelle famiglie numerose di cento annifa e fino al secondo dopoguerra, mentre le donne impastavano la farina nella fazzatora e le friggevano, gli altri familiari mangiavano le zeppole appena cotte, per cui spesso le donne solevano dire: “Nui a frie e vui a magna nun putimu arrivà”.

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Zeppola fritta PAT Campania

La ricetta della zeppola fritta ha origini antichissime, ce ne parlano addirittura alcuni scrittori latini, che narrano di quando si consumava in onore dell’arrivo della primavera. Sappiamo che la sua ricetta si è tramandata nei secoli pressoché invariata, poiché è un dolce di facile preparazione, caratterizzato da ingredienti poveri: farina e acqua sale e vino caldi che si lavorano fino a ottenere un impasto morbido e liscio. Dopo si formano delle ciambelline leggermente allungate che vanno fritte in olio caldo ma non fumante e poi asciugate e spolverate di zucchero e cannella. La zeppola ha una consistenza e un sapore molto particolari, quest’ultimo fortemente caratterizzato dalla cannella che gli conferisce un gusto dolce e, al tempo stesso, aromatico.

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Zeppola di San Giuseppe PAT Campania

Il 19 marzo, giorno della festa del papà e di San Giuseppe, è tradizione in tutta la Campania consumare un dolce che si chiama, per l’appunto “zeppola di San Giuseppe”. Diffuso a partire dall’800, è una versione dell’antichissima zeppola fritta, un piatto povero, che viene arricchito, in onore del papà, con crema e amarene. Si prepara con un impasto di semplice pasta bigné che, con una forbice a stella, viene diviso in ciambelle con un buco molto stretto che vanno fritte in olio caldo. Al termine della frittura le ciambelle asciugate vengono guarnite con crema e amarene e cosparse di zucchero a velo. Oggi esiste anche una versione più “dietetica” della zeppola, cotta al forno anziché fritta.

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