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RUCOLA DELLA PIANA DEL SELE IGP

All’aspetto la Rucola della Piana del Sele IGP è caratterizzata da foglie larghe 2-5 cm e lunghe 8-25 cm, pennatifide o pennatosette o pennatolobate, con lobi stretti, lunghi fino a 4 cm e denticolati. Esse, inoltre, sono glabre ed opache-glaucescenti. Il segmento apicale è allungato-trilobo e le foglie superiori, se presenti, risultano a segmenti ristretti. La consistenza delle foglie è croccante, il loro aroma si contraddistingue per essere speziato e piccante particolarmente intenso e penetrante, con una accentuata nota di sapidità.

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RUCOLA DELLA PIANA DEL SELE IGP

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PASTA DI GRAGNANO IGP

La produzione della pasta di Gragnano IGP si articola in diverse fasi, dall’impasto al confezionamento. Tra queste, la più importante è sicuramente quella della trafilatura in bronzo, che avviene dopo l’impasto ed è necessaria per dare alla pasta la forma desiderata. Successivamente, la pasta viene lasciata essiccare ad una temperatura compresa tra 40 e 80°C per un periodo compreso tra le 6 e le 60 ore. Questa fase è molto delicata perché serve per eliminare l’umidità in eccesso. Dopo il raffreddamento, la pasta viene confezionata entro le 24 ore per evitare che perda le sue caratteristiche organolettiche.

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PASTA DI GRAGNANO IGP

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OLIVA DI GAETA DOP

Quando l’oliva è allo stadio di piena maturità, raggiunto quando l’epicarpo è nero brillante, può essere raccolta anche con l’ausilio di mezzi meccanici. Dopo la raccolta, le olive sono sottoposte al procedimento di lavorazione e inserite in contenitori pieni d’acqua fino all’inizio della fermentazione con un raggiungimento in discesa di un pH uguale o inferiore a 4,5. La resa massima di produzione delle olive è 7 tonnellate per ettaro di oliveto.

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OLIVA DI GAETA DOP

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VITELLONE BIANCO DELL’APPENNINO CENTRALE IGP

Il Vitellone bianco dell’Appenino Centrale IGP è carne bovina, di razza Chianina, Marchigiana, Romagnola, di età compresa tra i 12 e i 24 mesi, nati ed allevati nell’area geografica indicata nel disciplinare. Dalla nascita allo svezzamento è consentito l’uso dei seguenti sistemi di allevamento: pascolo, stabulazione libera, semibrado. Nelle fasi successive allo svezzamento e fino alla macellazione, i soggetti devono essere allevati esclusivamente a stabulazione libera, a posta fissa, semibrado.

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VITELLONE BIANCO DELL’APPENNINO CENTRALE IGP

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MARRONE DI SERINO – CASTAGNA DI SERINO IGP

Il Marrone di Serino è coltivato secondo le modalità stabilite dal disciplinare. In particolare, per alimentare il terreno è utilizzato il concime organico. La raccolta dei frutti dura dal 25 settembre fino al 5 novembre e deve essere eseguita a mano o con raccoglitrici meccaniche idonee a preservare l’integrità del prodotto. La produzione massima annua di frutti è fissata in 3 tonnellate per ettaro e, dopo la raccolta, i frutti sono immersi in acqua bollente, sterilizzati, confezionati e immessi al consumo.

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MARRONE DI SERINO – CASTAGNA DI SERINO IGP

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MARRONE DI ROCCADASPIDE IGP

Per ottenere il Marrone di Roccadaspide, i terreni sono coltivati secondo la metodologia tradizionale con i criteri stabiliti dal disciplinare di produzione. Questi si trovano ad almeno 250 m di altitudine e hanno una densità non superiore alle 130 piante per ettaro. La raccolta dei frutti, effettuata nel periodo autunnale non oltre la prima decade di novembre, è eseguita a mano o con ausili meccanici purché non alterino la qualità del pericarpo. Prima di essere immessi al consumo, i Marroni sono sottoposti al procedimento della “curatura”. Il prodotto fresco può essere commercializzato entro 3 mesi dalla raccolta, mentre quello in guscio è prima essiccato.

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MARRONE DI ROCCADASPIDE IGP

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I SUOI VINI DOP

I vini IGP/IGT (Indicazione Geografica Tipica) sono: Colli di Salerno, Dugenta, Epomeo, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Beneventano, Terre del Volturno, Campania, Catalanesca del Monte Somma. Nell’agro di Benevento si produce la DOC Falanghina del Sannio e la DOCG Aglianico del Taburno, mentre l’Aglianico insieme ad altri vitigni del territorio (Greco, Fiano, Piedirosso…) dà vita alla DOC Sannio. L’Irpinia è la culla di produzioni vinicole di pregio come la DOCG Taurasi, a base di Aglianico, la DOCG Fiano di Avellino, ottenuto dall’omonimo vitigno, e la DOCG Greco di Tufo. Nella stessa area si produce l’Irpinia DOC, nelle sue diverse tipologie (tra i rossi, oltre all’Aglianico, anche lo Sciascinoso e il Piedirosso; tra i bianchi, oltre al Greco e al Fiano, anche il Coda di volpe e la Falanghina).

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I SUOI VINI DOP

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MELANNURCA CAMPANA IGP

La coltivazione della Melannurca avviene in diverse modalità secondo quanto stabilito dal disciplinare di produzione. Tra queste ci sono il “franco di melo”, il “vaso a pieno vento”, il “portinnesti locali” e, infine, la forma di coltivazione “a parete”. La resa massima è di 45 tonnellate ad ettaro e la raccolta dei frutti dalla pianta deve essere effettuata a mano. Gli impianti idonei alla produzione della Melannurca devono essere necessariamente iscritti nell’apposito elenco e sono sempre monitorati attraverso sopralluoghi da un Organismo di Controllo che ne verifica i requisiti sopra descritti.

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MELANNURCA CAMPANA IGP

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LIMONE DI SORRENTO IGP

Il Limone diSorrento IGP La tecnica di coltivazione segue la metodologia tradizionale che consiste nel sistemare le piante sotto impalcature di pali di legno, quasi sempre di castagno, con coperture in tessuto. Con questa tecnica, i frutti sono protetti dalle intemperie degli agenti atmosferici e maturano in maniera progressiva e naturale. Il disciplinare prevede che la densità di impianto non deve essere superiore a 850 piante per ettaro e la raccolta non deve oltrepassare le 45 tonnellate. La raccolta si tiene tra il 1° gennaio e il 31 ottobre di ogni anno ed è eseguita a mano.

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LIMONE DI SORRENTO IGP