Bortellina PAT Emilia Romagna

Si tengono diverse sagre , in estate, dedicate alla bortellina, come la Festa della bortellina di Bettola e quella di Gragnano Trebbiense. Ma la bortellina è presente anche in altre feste paesane, come la Notte Bianca di Fiorenzuola e la Festa della mietitura di San Protaso. Quest’ultima ha sostituito l’originaria Festa della Bortellina, che si allestiva negli anni 1980, ma la preparazione del piatto è rimasto un elemento caratterizzante della Festa.

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Borlengo PAT Emilia Romagna

La nascita del borlengo è avvolta in un alone di mistero ed vari paesi ne rivendicano la paternità. A Vignola appare per la prima volta nel 1236 quando le Truppe del condottiero Giovanni Conte da Barbiano di Aldalisio, alleato di Isacco e Gentile Grassoni, assediarono il Castello, allora governato da Iacopino Rangone. Guiglia lo considera nato nel 1266 ai tempi di Ugolino da Guiglia, durante l’assedio che questo condottiero subì rinchiuso nel suo castello di Montevallaro, ad opera dell’esercito della famiglia degli Algani, Guelfi modenesi, capitanato da Nisetta degli Osti, Ruffo dei Rossi, Pepetto dei Trenta e da Crespan Doccia. Ugolino e la famiglia dei Grasolfi, che presidiavano il maniero, si arresero il quattro luglio 1266 e si racconta che riuscirono a resistere parecchi giorni in più grazie a certi impasti cotti di farina e acqua, insaporiti d’erbe, assomiglianti a grandi ostie.

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Bomba di tagliatelle PAT Emilia Romagna

Timballo a forma di ciambella fatto di tagliatelle all’uovo e ragù di carne. Preparare un buon ragù di carne. Cuocete 500 gr. di tagliatelle all’uovo conditele con abbondante burro e parmigiano-reggiano grattugiato. Imburrate uno stampo da ciambella, riempirlo a metà di tagliatelle, si ponga uno strato di ragù e parmigiano, riempiendo lo stampo con altre tagliatelle e nuovamente ragù, spolverizzando di parmigiano. Mettere al forno ben caldo per 20 minuti a gratinare. Una variante può consistere dell’aggiungere al ragù dei funghi freschi delle montagne reggiane e fra strato e strato un po’ di besciamella per ammorbidire la bomba.

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Bomba di riso PAT Emilia Romagna

Gli ingredienti principali sono: riso, piccioni e formaggio. E’ un prodotto artigianale che deve essere venduto fresco. La bomba di riso consta di un involucro di riso cotto in forma di pasticcio rosolato e dorato a fuoco lento. All’interno racchiude pezzi di piccione, in precedenza cotto con burro e spezie.

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Bomba di polenta PAT Emilia Romagna

Ciambella di polenta e ragù a strati al cui centro viene posto burro e ragù. Si preparano, a parte, un ragù di carne ed una polenta avendo cura, per quest’ultima, di versarla in una casseruola una volta cotta. A rassodatura avvenuta, si versa la polenta sul tagliere, indi si tagliano delle fette rotonde come la casseruola. Si riempirà quest’ultima, dopo averla unta ed impanata, procedendo a strati alterni con polenta e ragù. Si procederà, infine, ad una cottura al forno o al fornello.

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Bomba allo zabaglione o di Canossa PAT Emilia Romagna

Ferrrari M. scrive: “Ho cercato di conoscere le ragioni di un nome che fa riferimento ai luoghi dove dominava la famosa Contessa Matilde, ma le mie ricerche non hanno avuto esito. Ho pensato allora che i Canossa da come ci tramandano le cronache, erano in effetti una famiglia tanto potente da governare quasi tutta l’Italia del Nord. Per atto di riverenza, il sig. Garavelli, noto pasticcere reggiano, avrebbe potuto creare il dolce per ricordare la forza militare di quella famiglia (le bombe erano, allora, di diverso tipo ma erano ugualmente micidiali). Il nostro pasticcere non può ormai avallare o disdire questa mia supposizione fantastica; mi piace pensare di aver colto nel segno e di questo sono soddisfatta. Mi piace anche pensare che in questo caso la pasticceria e la potenza militare abbiano avuto qualcosa in comune

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Bodino di uva Termarina PAT Emilia Romagna

Il bizulà è il termine che nel vernacolo locale indica il pane dei marinai, o meglio il biscotto, “buccellato, bossolato, bossolao” da bozolatus (XIII secolo) per le marinerie veneziana e lagunari. Il pescatore si imbarcava portando con sé solo del vino, dell’olio d’oliva e l’immancabile filo di bizulà a tracolla, il cosiddetto biscotto dei marinai, un pane speciale che si manteneva più a lungo e che veniva consumato dopo essere stato posto a bagno in acqua o nel vino perché si ammorbidisse. Il necessario al suo sostentamento durante l’intera campagna di pesca, che poteva durare anche alcune settimane, lo avrebbe dato il mare.)

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Bizulà PAT Emilia Romagna

Il bizulà è il termine che nel vernacolo locale indica il pane dei marinai, o meglio il biscotto, “buccellato, bossolato, bossolao” da bozolatus (XIII secolo) per le marinerie veneziana e lagunari. Il pescatore si imbarcava portando con sé solo del vino, dell’olio d’oliva e l’immancabile filo di bizulà a tracolla, il cosiddetto biscotto dei marinai, un pane speciale che si manteneva più a lungo e che veniva consumato dopo essere stato posto a bagno in acqua o nel vino perché si ammorbidisse. Il necessario al suo sostentamento durante l’intera campagna di pesca, che poteva durare anche alcune settimane, lo avrebbe dato il mare.)

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Biscione reggiano PAT Emilia Romagna

E’ un prodotto tipico dell’arte culinaria delle antiche pasticcerie della città di Reggio Emilia. La nascita del biscione reggiano si colloca agli inizi di questo secolo, ad opera di un pasticcere che lo inventò per regalarlo ai suoi dipendenti a Natale. E’ un dolce tipico reggiano del periodo natalizio denominato anche “Biscione natalizio”. Assieme alla Spongata, rappresenta l’equivalente reggiano del Pandoro di Verona o del Panettone di Milano.

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Bensone PAT Emilia Romagna

Dolce semplice composto da uova, burro, uova, zucchero e lievito. Si amalgamano farina, uova, burro o strutto (150 gr.), uova (n.2), zucchero (150 gr.), lievito da dolci sciolto in un bicchiere di latte tiepido. Si lavora fino ad ottenere un impasto morbido. Si da una forma ovale e si cuocere in forno gia’ caldo a 180° fino a doratura.

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