Foca Monaca Ma il “Vitello di mare” (così veniva chiamato in passato), o “Vòio marinu” (“Bue marino”) come la chiamano ancora oggi i Lampedusani, ha un legame antico con l’isola. Nel 1832 il botanico Giovanni Gussone riferiva che a Lampedusa ”in alcune grotte della costa vi soggiornano i vitelli marini”. Nel 1843 il Capitano di fregata Bernardo Sanvisente scriveva in un suo rapporto che a Lampedusa “le foche, dette volgarmente vitelli marini, riposano nelle grotte situate nella parte di levante”.
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