Pestadice PAT Friuli Venezia Giulia

Si tratta di un insaccato molto particolare fatto dalla pasta del comune salame a cui vengono mescolati, in quantità variabile, ciccioli di maiale. Questo prodotto, tipico nella tradizione contadina delle Colline Moreniche ed in particolare di Fagagna (Ud), serviva come base per le frittate che venivano fatte per dare energia ai contadini che in primavera si recavano, di buon mattino, a sfalciare i prati.

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Sardoni in savor PAT Friuli Venezia Giulia

Il procedimento del savor, antico metodo di conservazione delle preparazioni gastronomiche del pesce azzurro, è derivante da quello similare, di origini venete, che aveva per principale attore la sardina. Il savor  è presente nelle tradizioni culinarie triestine da tempi lontani. Prova dell’esistenza di questo vecchio metodo di preparazione gastronomica si trovano in molti libri di cucina tradizionale triestina ed istriana

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Pesce di valle PAT Friuli Venezia Giulia

Le valli da pesca tradizionali rappresentano un metodo di organizzazione produttiva dell’ecosistema lagunare che può essere fatto risalire ai primi insediamenti di pescatori in questi territori. Dal punto di vista economico la gestione di tali allevamenti risulta molto onerosa e scarsamente remunerativa, soprattutto se confrontata con allevamenti di tipo intensivo.

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Pesca triestina PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca Triestina deve la sua tradizionalità alla elevata diffusione, in particolare nell’Isontino, nel periodo compreso fra le due guerre e oltre; la varietà venne costituita nel 1937 in loco dal cav. Pietro Martinis (1902 – 1969). Questa e altre cultivar di pesco costituite dal Martinis (denominate in modo collettivo “varietà isontine”) hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo dell’agricoltura nelle aree vocate alla peschicoltura della pianura friulana (Zandigiacomo, 2000).

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Pesca isontina PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca Isontina deve la sua tradizionalità alla elevata diffusione, in particolare nell’Isontino, nel periodo compreso fra le due guerre. Questa e altre cultivar di pesco (denominate in modo collettivo “varietà isontine”) hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo dell’agricoltura nelle aree vocate alla peschicoltura della pianura friulana (Zandigiacomo, 2000). Questa varietà di pesco è coltivata da molti decenni in varie zone del Friuli-Venezia Giulia, anche se nel corso degli ultimi anni la coltivazione ha subito una forte riduzione dovuta principalmente alla diffusione di nuove varietà.

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Pesca iris rosso PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca Iris rosso deve la sua tradizionalità alla elevata diffusione, in particolare nell’Isontino, nel secondo dopoguerra; la varietà venne costituita e selezionata in loco dal cav. Pietro Martinis (1902 – 1969) che la diffuse nel 1950. Questa e altre cultivar di pesco costituite dal Martinis (denominate in modo collettivo “varietà isontine”) hanno svolto un ruolo determinante nello sviluppo della peschicoltura nelle aree vocate della pianura friulana (Zandigiacomo, 2000). Questa varietà di pesco è coltivata da molti decenni in varie zone del Friuli-Venezia Giulia, anche se nel corso degli ultimi anni la coltivazione ha subito una forte riduzione dovuta principalmente alla diffusione di nuove varietà. Viene tuttora coltivata per diverse caratteristiche positive, quali: costanza di produzione, polpa soda, bianca, semiaderente, caratteristiche estetiche (frutti medio-grossi, buccia estesamente soffusa di rosso) e organolettiche buone.

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Pera Pêr Martìn PAT Friuli Venezia Giulia

La presenza di peri della  varietà Pêr Martìn è attestata nella regione FVG da tempi molto antichi. Intorno al 1880, il  Pêr Martìn (nominato come pere “Martini”) è presente in Carnia, come dimostrano due elenchi cartacei (Archivio privato) che illustrano le varietà di fruttiferi coltivate rispettivamente da Luigi De Cillia, di Siaio di treppo carnico, e da una famiglia Morassi di Cercivento (Molfetta, 1998).

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Pedocio de Trieste, Cozza di Trieste PAT Friuli Venezia Giulia

Le prime notizie di allevamenti di mitili nel Golfo di Trieste sono risalenti al 1732 quale sottoprodotto delle più importanti e remunerative colture di ostriche. Più che un allevamento vero e proprio, si trattava di un attecchimento spontaneo dei molluschi su pali e rami infilzati sul fondo marino delle valli di Servola e Zaule. Certamente questa attività era antecedente al 1700 e probabilmente  praticata gia al tempo dell’impero romano.

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Patatis cojonariis, patatis di vidiel, cartufulis cojonariis, patate colonarie, patate topo PAT Friuli Venezia Giulia

I tuberi delle Patatis cojonariis sono di piccole dimensioni, a volte piccolissime; hanno una forma allungata (reniforme), talora leggermente ricurva. La buccia è sottile, in genere di color giallo paglierino, gli “occhi” sono superficiali, la polpa è a pasta gialla. Le piante sono di piccola taglia, con fusti eretti nelle prime fasi di sviluppo e poi più o meno assurgenti. Le piante di norma non emettono fiori; talora compaiono pochi fiori violetti.

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Patate di Ribis e Godia PAT Friuli Venezia Giulia

La coltivazione della patata a pasta bianca nel comune di Reana del Rojale risale a tre generazioni, e negli anni ha subito qualche variazione; negli anni cinquanta le patate da seme venivano acquistate dalla Carnia, dove venivano coltivate solo varietà a pasta bianca (Bianca carnica, Slava). Negli anni sessanta, con l’arrivo sul mercato delle varietà certificate, questo seme fu soppiantato da un’altra varietà sempre a pasta bianca: la Kennebec.

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