Mussolo di scoglio PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca dei mussoli, di vecchissima tradizione, era improntata attraverso brevi strascicate con un attrezzo specifico “ il mussoler”, rastrello metallico munito di sacco terminale in rete. Per decenni importantissima fonte di reddito per molti pescatori triestini, la pesca del mussolo ha subito una drastica diminuzione alla fine degli anni cinquanta quando, a causa di una improvvisa malattia, l’imponente stock di molluschi presente nell’Alto Adriatico fu decimato. Negli anni sessanta, seppure con risultati sempre più scarsi, la pesca del mussolo proseguì, fino ad esaurire i pochi banchi rimasti. L’ultimo mussoler in esercizio cessò l’attività nel 1967.

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Musetto PAT Friuli Venezia Giulia

Il Musetto è un prodotto tradizionale della nostra regione, storicamente noto come il più classico insaccato friulano e frequentemente consumato con la brovada che è un altro piatto tipicamente friulano. Antiche ricette per fare il Musetto sono date dal co. Bernardino Beretta di Udine (B. Beretta. Nozioni pratiche per un possidente, agricoltore e padre di famiglia. Udine, Vendrame, 1851). Altro libro storico nel quale viene fatto riferimento alla produzione del Musetto è libro “la Carne suina nell’alimentazione tradizionale friulana. Il folklore italiano”, pubblicato nel 1929.

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Mormora di Miramare PAT Friuli Venezia Giulia

La pesca delle mormore è una tradizionale pesca esercitata dalle marinerie regionali, specie da quella triestina che, nell’area prospiciente il promontorio di Miramare, ha trovato una particolare allocazione grazie all’abbondanza della risorsa disponibile. Da diversi decenni la pesca della Mormora a Miramare ha coinvolto decine di imbarcazioni dedite alla piccola pesca costiera che, con attrezzi specifici e selettivi, ha rivestito particolare importanza per l’economia invernale di questi sistemi altrimenti  in sofferenza a causa della scarsità di specie ittiche stanziali.

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Monte re PAT Friuli Venezia Giulia

Formaggio con pasta di colore paglierino, con occhiatura piccola e dal caratteristico gusto del latte caprino, a volte leggermente piccante. Il formaggio è originario della zona a cavallo del confine tra la Slovenia e il Carso Triestino, come dimostrano i nomi Monte Re e Nanos di monti ivi situati. La produzione attuale è concentrata nella zona di Monrupino in un piccolo stabilimento o in aziende famigliari; in questo ultimo caso il prodotto è ceduto solo al consumatore diretto.

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Miele millefiori della pianura friulana PAT Friuli Venezia Giulia

Il miele millefiori della pianura friulana deve la sua tipicità al gusto, talora deciso, e al colore (beige chiaro se primaverile e ambra più o meno scuro se tardo estivo). Poiché il miele è poliflorale (deriva dal nettare di numerose piante), lo standard qualitativo non è costante nelle diverse aree ove viene prodotto, in quanto ciò dipende dalle caratteristiche vegetazionali delle diverse zone e dall’epoca di smelatura.

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Miele millefiori della montagna friulana PAT Friuli Venezia Giulia

Il miele millefiori di montagna deve la sua tipicità al gusto delicato, allo stato fisico (per lo più cristallizzato) e al colore (beige più o meno chiaro). Poiché il miele è poliflorale (deriva dal nettare di numerose piante), lo standard qualitativo non è costante nelle diverse aree ove viene prodotto, in quanto ciò dipende dalle caratteristiche vegetazionali delle diverse zone e dall’epoca di smelatura.

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Miele millefiori del Carso PAT Friuli Venezia Giulia

II miele millefiori prodotto nell’area carsica del Friuli Venezia Giulia deriva per lo più dal nettare di numerosissime piante erbacee presenti nel cotico dei prati polifiti naturali (es. Landa carsica), al quale si somma quello di alcune piante arbustive e arboree. Se prodotto nella prima parte della primavera è liquido, caratterizzato dall’aroma amarognolo della marasca (Prunus mahaleb). Se prodotto più tardi è caratterizzato principalmente dall’apporto del nettare di varie leguminose erbacee che conferiscono al miele un aroma delicato; in questo caso si mantiene liquido a lungo e assume un colore ambra più o meno scuro. Talora può presentarsi cristallizzato per la presenza di nettare di tiglio (Tilia spp.).

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Miele friulano di tarassaco PAT Friuli Venezia Giulia

Il miele di tarassaco deve la sua tipicità al colore giallo crema, al gusto particolare (pungente e vegetale) e allo stato fisico (solido-cremoso) che lo rende facilmente spalmabile. I mieli di tarassaco in genere vengono raccolti prima dell’inizio della fioritura di Robinia pseudoacacia, per evitare che il loro aromatico nettare provochi il deprezzamento del miele di acacia. Lo standard qualitativo è abbastanza costante nelle diverse aree dove viene prodotto e nelle diverse annate, in quanto il tarassaco è la principale specie vegetale in fioritura nel periodo che presenta un buon potenziale nettarifero. Talvolta il miele di tarassaco può mescolarsi con quello di salice e di fruttiferi; in questi casi il miele si presenta meno pungente all’olfatto, più dolce e con un colore beige chiaro.

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Miele friulano di amorfa PAT Friuli Venezia Giulia

Il miele monoflorale di amorfa deriva dal nettare di Amorpha fruticosa (fam. Leguminosae). È di colore leggermente aranciato, quando liquido, rosato quando solido. La cristallizzazione è fine e pastosa (avviene entro alcuni mesi dalla raccolta). L’aroma è di media intensità, fruttato. Il sapore è delicato e piacevole, ricorda la gelatina di frutta (Nazzi e Zandigiacomo, 2012).

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Miele friulano di castagno PAT Friuli Venezia Giulia

II miele di castagno, che deriva dal nettare di Castanea sativa, per l’alto contenuto in fruttosio si mantiene liquido a lungo; si presenta di colore ambrato più o meno scuro. Più è puro e più è di colore ambra chiaro; appare invece con colorazioni più scure quando è mescolato con la melata prodotta sulla stessa pianta da afidi. Ha un odore di sapone di marsiglia e un sapore amaro, persistente.

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