Nelle opere a soggetto religioso si cercava infatti di calare le divinità nel quotidiano, per permettere l’identificazione dei fedeli, e inoltre dovette avere peso anche la filosofia nominalistica, che sosteneva come la sostanza del reale ci pervenga dalla percezione dei singoli oggetti fisici. In una visione tanto attenta al dettaglio ed ai più svariati oggetti, l’uomo non può essere il centro del mondo, come teorizzavano gli umanisti italiani, anzi è solo una parte del ricchissimo Universo, dove non tutto è riconducibile al principio ordinatore della razionalità. Se da una parte i gesti e le azioni dell’uomo non hanno quella forza culturale di fare “storia”, dall’altra i singoli oggetti acquistano importanza nella raffigurazione, ottenendo una forte valenza simbolica che può essere letta a vari livelli.
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