Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

L’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è frequentata dall’uomo fin dal Paleolitico. Durante la stagione estiva erano numerosi i cacciatori che dalle zone più temperate dell’Abruzzo interno – come le sponde del lago del Fucino – si spostavano nelle aree montane, impraticabili in inverno, a caccia di stambecchi, camosci e marmotte ed alla ricerca di silice, utilizzando le grotte e i ripari naturali.

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Vini del Lazio
COLLI DELLA SABINA DOP

Il vino bianco appartenente a questa denominazione si presenta giallo paglierino, con una tonalità che può essere più o meno intensa, a seconda della produzione. Libera un profumo caratteristico, delicato e fruttato, che si abbina ad un sapore altrettanto delicato e armonico, che può andare dall’asciutto all’amabile. Il titolo alcolometrico minimo è di 11% vol. Il vino rosso, invece, ha l’aspetto rubino vivace, con odore vinoso e intenso e sapore da secco ad amabile. La gradazione alcolica è pari a 12% vol.

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COLLI DELLA SABINA DOP

Lazio
CASTAGNA DI VALLERANO DOP

La DOP Castagna di Vallerano deriva dall’ecotipo locale di “Castanea Sativa Miller”. Il disciplinare determina le caratteristiche necessarie della castagna come, ad esempio, la pezzatura, che può variare in base alla taglia, la forma ellissoide e il colore rosso-bruno con sfumature più intense. La Castagna di Vallerano ha un delicato sapore che si unisce alla polpa croccante di color bianco, è ricca di acqua e di carboidrati (da 38% a 44%), nonché di lipidi e proteine.

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CASTAGNA DI VALLERANO DOP

Lazio
AMATRICIANA TRADIZIONALE STG

Il prodotto nasce da un’elementare preparazione pastorale che affonda le sue radici nella storia sociale ed economica del versante amatriciano – dal quale trae origine il nome – dei Monti della Laga. L’impiego di guanciale stagionato e pecorino deriva dal rapporto dell’uomo con un territorio difficile: in passato i pastori locali nel periodo di transumanza, che li costringeva lontani da casa per 4 – 5 mesi, portavano con sé, per il loro sostentamento, alcuni prodotti di facile e prolungata conservabilità quali, appunto, il guanciale, il pecorino e la farina. Rielaborando ed arricchendo questa elementare preparazione pastorale e con l’introduzione del pomodoro intervenuta all’inizio del 1800, la popolazione di Amatrice ha dato vita ad uno dei piatti più conosciuti della tradizione italiana.

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AMATRICIANA TRADIZIONALE STG

Labro
Rieti, LAZIO

Labro sorge in un territorio storicamente e morfologicamente vocato alla spiritualità, ai percorsi dell’anima, pervaso da una forte atmosfera mistica. Rifugio di monaci e di eremiti, in fuga dal mondo. Un territorio attraversato dalle grandi vie che, nel Medioevo, conducevano i pellegrini da Santiago de Compostela, dal settentrione, fino in Terra Santa, a S. Michele, a Bari, a Roma. Le vie della grande fede: il bordone, la borraccia, la conchiglia, l’ospitalità. E, ancora, terra a lungo squassata da aspri combattimenti tra “guelfi” e “ghibellini”, tra religione e potere temporale. Il Velino rosso del loro sangue, racconta il Villani.

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Rieti, LAZIO

Lazio
PECORINO ROMANO DOP

Il Pecorino ha una forma cilindrica a facce piane con un peso che varia dai 20 ai 35 kg. Il diametro del piatto è compreso tra 25 e 35 cm, mentre l’altezza dello scalzo tra 25 e 40 cm. La pasta ha una struttura compatta o leggermente occhiata con un colore che varia dal bianco al paglierino; la crosta, invece, è sottile e di colore avorio o paglierino naturale. Il sapore è aromatico e lievemente piccante per il formaggio da tavola, intenso e gradevole a stagionatura avanzata nel formaggio da grattugia.

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PECORINO ROMANO DOP