Rifugio Palù – Rifugio Marinelli-Bombardieri La tappa di media lunghezza e discreto dislivello che porta nel cuore delle alte quote ai piedi del Pizzo Bernina. Lasciato il Lago Palù una breve salita conduce lungo le piste sciistiche che si seguono in discesa fino alla partenza della seggiovia che sale al Monte Motta. Qui si svolta in direzione nord e si inizia la lunga salita che terminerà soltanto al Rifugio Marinelli Bombardieri a 2813 metri di quota. Lungo il percorso si raggiungono prima il Rifugio Musella e poi il Carate Brianza dove è possibile effettuare delle soste intermedie. A conclusione della tappa si possono osservare gli ambienti dell’alta quota dominati dai ghiacciai e dal Pizzo Bernina, la cima che supera i 4000 metri di quota più orientale delle Alpi.
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Sentiero Italia CAI Lombardia D24S Passo del Vivione – Rifugio Baita Iseo
Passo del Vivione – Rifugio Baita Iseo Traversata che dalle Orobie porta ad affacciarsi in Val Camonica, aggirando il dolomitico gruppo prealpino della Concarena. Nella prima parte si percorre l’erbosa costiera dei Colli, a cavallo fra la Val Vivione e la Val di Scalve e si raggiunge il Passo di Campelli. Da Passo di Campelli (1892 m), confine tra provincia di Bergamo e provincia di Brescia, si segue in discesa una strada carrozzabile, ma la si abbandona quasi subito sulla destra per seguire il sentiero n 162 che taglia in quota i detritici pendii della Concarena. Con lunga traversata, dapprima su ghiaioni e poi nel bosco, si digrada verso est per scendere al rifugio Baita Iseo (1335 m) in circa un’ora e mezza.
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Rifugio Longoni – Rifugio Palù Questa è una tappa breve e di dislivello prevalentemente in discesa di trasferimento verso le alture sopra gli impianti sciistici di Chiesa Valmalenco. Dal Rifugio Longoni ci si dirige in direzione est verso il Torrente Entovasco dove si svolta verso sud per seguire a mezzacosta i versanti lungo la valle del Torrente Mallero. Superata l’Alpe Sasso Nero si giunge in vista del Lago Palù, adagiato in una splendida conca circondata da pascoli e boschi di conifera. Sulla sua riva settentrionale sorge l’omonimo accogliente rifugio.
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Rifugio Nani Tagliaferri al Passo di Venano – Passo del Vivione Dal Rifugio Tagliaferri il primo tratto é il piú impegnativo del percorso: si sale al passo del Vó (2368m) e poi, per un tratto particolarmente esposto (presenza di catene corrimano), si sale al passo del Demignone (2485 m), si scende alla piana dei laghetti del Venerocolo e all’omonimo passo (2314 m). Poi si imbocca la vecchia mulattiera realizzata per la “Linea Cadorna” che passa nei pressi dei laghetti di San Carlo e si sale al passo del Gatto (2416 m). Si scende con pendenza costante e con ampi tornanti nella Valle di Valbona e superato l´ononimo lago si passa nei pressi della Malga Gaffione (1825 m). Si prosegue poi in piano brevemente su una strada sterrata fino al rifugio Vivione (1828 m). Questa tappa segue fedelmente l’Itinerario Naturalistico Antonio Curò (segnavia CAI n°416).
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Rifugio Gerli Porro all’Alpe Ventina – Rifugio Longoni Con questa tappa raggiungeremo il rifugio Longoni entrando di fatto nel gruppo del Bernina. Dall’alpe Ventina si raggiunge il fondovalle, l’alpe di Forbicina e Laresin entrando nella selvaggia val Sissone che si risale oltrepassando boschi, pascoli e infine le morene che precedono il rifugio Del Grande-Camerini. Da questo balcone sulla parete nord del Monte Disgrazia ci si abbassa oltrepassando le alpi di Vazzeda e, oltrepassato il torrente grazie ad un ponticello, si scende verso l’abitato di Chiareggio. Superata la piccola chiesetta sul cui frontale campeggia una targa ricordo del famoso alpinista Ettore Castiglioni e della sua tragica fine, si risale verso l’ alpe Fora, da cui una dura salita porta ai Piani di Fora. Il suggestivo pianoro di origine glaciale si aggira verso nord-ovest, intercettando il sentiero che porta in breve al Rifugio Longoni. In alternativa, qualora non si volesse perdere troppa quota scendendo a Chiareggio, dall’Alpe Vazzeda Superiore è possibile raggiungere l’opposta alpe dell’Oro che si abbandona proseguendo in costa in direzione dell’Alpe di Fora e del rifugio Longoni.
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Dal rifugio Antonio Curò si costeggia il lago Barbellino per pochi minuti fino ad incontrare sulla destra il torrente che scende dalla val Cerviera (ponte in legno). Si risale costeggiando le cascate e si percorre poi un tratto di valle che conduce ad un altro tratto più ripido che permette di superare un salto di roccia allietato da una cascata. Ora ci si trova in un ampio pianoro (2234 m – deviazione sulla destra per i laghi della val Cerviera). Si affronta invece sulla sinistra (est) un altro tratto ripido e, di seguito, si prosegue fino allo spartiacque con la val Bondione. Si attraversa la testata di questa (incrocio con sentiero 322 che sale da Lizzola) fino al passo Bondione (2633 m) e si scende un poco nell’alta valle del Gleno. Si risale fino al passo di Belviso (2518 m) incontrando il sentiero 410 che proviene da Bueggio e, scendendo prima sul versante valtellinese e poi tornando su quello scalvino, si incrocia il sentiero 413 e in pochi minuti si è al rifugio Nani Tagliaferri (2328 m). Questa tappa segue fedelmente il Sentiero delle Orobie occidentali fino al rif. Curò, poi segue l’Itinerario Naturalistico A. Curò.
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Rifugio Bosio – Galli all’Alpe Airale – Rifugio Gerli Porro all’Alpe Ventina Questa tappa di media lunghezza e notevole dislivello conduce il Sentiero Italia sul versante settentrionale del Monte Disgrazia effettuando un lungo percorso ad arco che si affaccia sulla Valmalenco. Lasciato il Rifugio Bosio Galli si raggiunge l’Alpe Airale e si procede sostanzialmente in piano fino all’Alpe Mastabbia. Da qui una discesa graduale conduce alle frazioni a monte di Chiesa Valmalenco prima di iniziare la salita lunga e di notevole dislivello che porta al Passo Ventina a 2676 metri sul livello del mare. Rimane una discesa ripida e piuttosto lunga che raggiunge il torrente Ventina, poi l’omonimo rifugio e a breve distanza il Rifugio Gerli Porro.
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Rifugio Mario Merelli al Coca – Rifugio Antonio Curò Dal Rifugio Mario Merelli al Coca (1892 m), il percorso inizia scendendo brevemente in direzione di Valbondione fino a raggiungere un ponticello, attraversando il torrente. Dopo aver abbandonato il sentiero 301 che scende verso la valle, si prosegue salendo sulla sinistra, seguendo la costa erbosa e guadagnando quota fino a intercettare la valle del Polledrino (circa 2150 m). Il sentiero procede ora a mezzacosta, attraversa alcune piccole valli e, dopo alcuni saliscendi, raggiunge il passo del Corno (2220 m).
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Dal Bivacco Scermendone (2150m) si sale fino all’omonimo lago per poi arrivare al Passo situato a 2595m .Si prosegue attraverso saliscendi su pietraie verso il Passo Caldenno (2517m) e dopo aver percorso la valle Airale si raggiunge in discesa il Rifugio Bosio, meta del tracciato. Tappa caratterizzata da continui saliscendi principalmente con pietraie.
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Rifugio Antonio Baroni al Brunone – Rifugio Mario Merelli al Coca Dal rifugio Brunone (2295 m) si procede in direzione est con percorso abbastanza pianeggiante, lasciando prima sulla destra il sentiero 330 (sentiero delle Orobie variante bassa) e, poco dopo, sulla sinistra il sentiero 252 (verso il Pizzo Redorta). Si inizia a salire ora verso le pareti del Pizzo Redorta, versante che sembra inaccessibile visto da questa parte. Con ripida salita a tornanti si rimonta il ghiaione e si attraversa in alto sulla destra, lungo una cengia rocciosa, fino a scavalcare una facile bocchetta che immette nell’alto circo della vedretta dei Secreti. Lo si attraversa per salire alla sella dei Secreti e poi scendere sul versante opposto. Dopo un tratto pianeggiante (sulla destra scende il sentiero 334) si risale fino ad una forcella denominata “Ol Simàl”, (2712 m) il punto più elevato di tutto il Sentiero delle Orobie e del Sentiero Italia (dorsale meridionale)
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